Quei procuratori che ringraziano Palamara per le sue manovre
![Permalink to Quei procuratori che ringraziano Palamara per le sue manovre Quei procuratori che ringraziano Palamara per le sue manovre](http://www.giannibarbacetto.it/wp-content/uploads/2019/06/palamara-793x581.jpg)
Le ultime partite che stava giocando erano attorno al centro vitale degli uffici giudiziari italiani, la Procura della Repubblica di Roma non più porto delle nebbie, in una partita a scacchi che coinvolgeva anche le Procure di Firenze, di Perugia, di Torino. La sua mano è rimasta sospesa mentre cercava di disporre i suoi pezzi sulla scacchiera. Ma altre partite, nel recente passato, le ha vinte, altre le ha combattute. La più significativa – anche se persa – è stata quella per determinare il procuratore di Gela. Il candidato di Palamara era Giancarlo Longo, pm a Siracusa. Alle sue spalle si muoveva l’amico imprenditore Fabrizio Centofanti, pronto a compiacerlo con viaggi e regali che neanche Formigoni. Ma a spingere erano l’avvocato esterno dell’Eni Piero Amara e il suo collega Giuseppe Calafiore, che avevano bisogno di un amico a Gela che sostenesse le buone ragioni dell’Eni nei processi in cui la compagnia petrolifera era coinvolta.
Se lo meritava un premio, Longo, dopo che da pm a Siracusa aveva fiancheggiato Amara e aveva dato credito a un incredibile complotto ordito per depotenziare e depistare l’inchiesta della Procura di Milano a caccia delle tangenti petrolifere che Eni avrebbe pagato in Nigeria. Ma Longo era impresentabile, il complotto ingarbugliato e le Procure di Roma e Messina, e poi di Milano, hanno dipanato i fili dell’intrigo. Amara è stato arrestato, i giochi svelati. L’avvocato esterno dell’Eni ha patteggiato – per ora – 3 anni per corruzione in atti giudiziari per aver comprato sentenze al Consiglio di Stato. E a Gela è arrivato come procuratore Fernando Asaro.
Lo scacco matto ha funzionato invece a Taranto, dove procuratore è stato nominato Carlo Maria Capristo. Nella commissione del Csm che propone le nomine lo hanno votato in quattro (Forciniti, Unicost; Galoppi, Magistratura indipendente; Balducci, laica di sinistra; Casellati, Forza Italia), contro due (Aschettino e Fracassi, Area) che gli hanno preferito Francesco Mandoi. Al plenum Capristo ha ottenuto 15 voti, espressi da tutte le correnti tranne Area, la corrente di sinistra della magistratura associata, che ha continuato a sostenere, con sette voti, Mandoi. Astenuti Fanfani, Pd, Zaccaria, Cinquestelle, e Ciccolo, pg della Cassazione. Gioco riuscito anche a Matera, con quattro voti in commissione per Pietro Argentino (Cananzi e Forciniti, Unicost, Forteleoni, Mi, Zanettin, Forza Italia), un voto per Lorenzo Lerario (Fracassi, Area) e uno per Elisabetta Pugliese (Balducci). Conferma al plenum con undici voti per Argentino (Unicost, Mi e laici di destra), sette per Lerario (Area), tre per Pugliese (i laici Balducci e Balduzzi e Morgigni, A&i) e quattro astenuti (Fanfani che presiedeva in sostituzione del vicepresidente Giovanni Legnini, oltre a Canzio, Ciccolo e Zaccaria).
A Trani ce l’ha fatta, infine, Antonino Di Maio, dopo un percorso lungo e accidentato. In una sede che i cultori di vicende Eni conoscono bene, perché è alla Procura di Trani che si rivolgono, prima di riprovare con Longo a Siracusa, Amara e gli inventori del complotto per depistare le indagini per corruzione internazionale in Africa. Il Csm in carica allora assegna cinque voti a Di Maio (Balducci, Forteleoni, Cananzi, Forciniti e Zanettin), un solo voto per Renato Nitti (Fracassi), che pure aveva titoli, prestigio e considerazione per essere nominato. In plenum, vince Di Maio con 14 voti, contro i sette di Nitti (solo Area). Assente Galoppi, astenuti Canzio e Morgigni. Nitti, sconfitto, ricorre al Tar e al Consiglio di Stato, che gli danno ragione. Ma la decisione passa al nuovo Csm, quello attualmente in carica, che conferma Di Maio. Con l’astensione, al plenum, di Piercamillo Davigo e Sebastiano Ardita (Autonomia e indipendenza). E i voti contrari dei quattro consiglieri di Area e del laico indicato dai Cinquestelle Alberto Maria Benedetti, che sostengono Nitti, il quale ora, dopo la bufera, prepara un nuovo ricorso.
Leggi anche:
Non c’è due senza tre: indagine sull’Eni in Congo
Scandalo Eni, così è nato il depistaggio
Eni, così la Procura di Milano ha smontato il “complotto”
Eni, chi nasconde il più grande scandalo italiano?
Eni, guarda chi si vede: il grande vecchio dei depistaggi italiani
Eni, il complotto contro Descalzi: rivelazioni o depistaggio?
Eni in Nigeria, profumo di tangenti