MILANO

L’inciucio Sala-Salvini, ovvero il colpo di spugna salva-grattacieli a Milano

L’inciucio Sala-Salvini, ovvero il colpo di spugna salva-grattacieli a Milano

Credevamo che l’inciucio Sala-Salvini fosse sfumato. Invece, tramontato a Palazzo Marino, si celebrerà in Parlamento. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il ministro dei condoni Matteo Salvini si erano consultati nelle scorse settimane per arrivare a confezionare una sanatoria per la Grattacielopoli milanese.

La Procura di Milano ha da tempo aperto – dopo aver ricevuto esposti da cittadini – una serie d’inchieste sull’edilizia in città. Sono ormai una decina i fascicoli sulle scrivanie dei pm del pool Grattacieli Puliti (Marina Petruzzella, Paolo Filippini, Mauro Clerici, coordinati da Tiziana Siciliano). Una sessantina i casi sotto osservazione. Almeno 150 i progetti che – secondo lo stesso sindaco – hanno le medesime caratteristiche di quelli per cui i pm hanno contestato i reati di abuso edilizio, lottizzazione abusiva, abuso d’ufficio. Due gip hanno già confermato le accuse, ritenendole solide, e hanno disposto il sequestro di un primo cantiere.

È ormai chiaro che non si tratta di singole, episodiche violazioni, ma di un metodo, di un sistema: a Milano, da anni, si costruisce violando le leggi, secondo il “Rito ambrosiano” che ha sostituito le leggi nazionali e regionali con le consuetudini, le determine dirigenziali, le circolari sulla rigenerazione urbana. È un sistema consolidato, come lo fu Tangentopoli.

Su 882 costruzioni residenziali registrate nel portale Open Data del Comune di Milano dal 1º gennaio 2010 al 31 dicembre 2013, ben 510 sono state autorizzate con una semplice autocertificazione, la Scia (352) o la Dia (158). Soltanto 372 hanno ottenuto un permesso a costruire. Per renderla “attrattiva” per i capitali, l’amministrazione ha trasformato Milano in un “paradiso fiscale” dell’immobiliare, dove si può costruire violando le leggi e pagando pochissimo alla città: si calcola che Milano negli ultimi anni abbia perso almeno 2 miliardi di euro, in mancati oneri d’urbanizzazione e monetizzazioni degli standard.

Nella Grattacielopoli milanese, il Rito ambrosiano permette di abbattere un laboratorio di due piani e di costruire al suo posto una torre di venti piani, facendola passare per ristrutturazione; di tirar su grattacieli nei cortili; di edificare palazzoni senza un piano attuativo che calcoli i servizi previsti dalla legge per i nuovi abitanti che arrivano.

Sala sperava di cancellare ogni macchia grazie al condono appena varato per decreto da Salvini, che in bozza conteneva anche alcune norme salva-grattacieli. Ma Giorgia Meloni non si è mostrata troppo entusiasta dell’iniziativa, Forza Italia si è opposta a dare un aiuto a Sala e, soprattutto, il presidente della Repubblica ha bloccato un’operazione così delicata fatta per decreto.

Così l’inciucio pareva saltato. Ma ora si ripropone alla Camera: Salvini ha presentato un emendamento, battezzato Salva-Milano, che inizierà l’esame parlamentare settimana prossima. Secondo le prime indiscrezioni, saranno cancellati i reati edilizi derogando le norme del 1942 che impongono piani particolareggiati per costruzioni di altezza superiore ai 25 metri e di densità superiore ai 3 metri cubi per metro quadrato di area edificabile. E saranno sanate le nuove costruzioni dal 2013 a oggi fatte passare come ristrutturazioni.

È il colpo di spugna per cancellare almeno un decennio di grandi abusi edilizi a Milano (e non solo). Poi, per il futuro, i partiti potrebbero mettere mano alle leggi urbanistiche e renderle sistematicamente più favorevoli ai costruttori.

Vedremo in Parlamento come si realizzerà l’inciucio Sala-Salvini. Previsto l’accodamento alle destre di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Ma ci sarà qualcuno dentro Fratelli d’Italia e Forza Italia che vorrà opporsi al regalo a Sala? E il Pd? Che cosa farà, si schiererà con i palazzinari o con i cittadini a cui sono stati tolti servizi?

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Il Fatto quotidiano, 6 giugno 2024
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