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Strage di Brescia, il governo Meloni non sarà parte civile nel processo

Strage di Brescia, il governo Meloni non sarà parte civile nel processo

Il governo di Giorgia Meloni non sarà parte civile nel nuovo processo per la strage di Brescia. Lo ha deciso ieri il giudice dell’udienza preliminare (gup) che dovrà decidere se mandare sotto processo, come esecutore, il neofascista Roberto Zorzi.

È l’effetto combinato di un errore della Procura, della superficialità del governo e della legge Cartabia. La Procura di Brescia non ha inserito la presidenza del Consiglio tra le parti offese, nell’atto che chiedeva il rinvio a giudizio per Zorzi, così il Tribunale non l’ha convocata in aula.

La legge Cartabia dispone che ci si possa costituire parte civile solo all’inizio dell’udienza preliminare, aperta il 23 marzo, e mai più dopo. Il governo quel giorno non era presente, ma ha tentato di costituirsi ieri, chiedendo la “riammissione in termini”. Impossibile, ha risposto il giudice, la Cartabia non lo permette: l’avvocatura dello Stato, a nome del governo doveva presentarsi il 23, anche senza avviso del giudice, perché era un fatto notorio, scritto da settimane su tutti i giornali, che quel giorno si apriva l’udienza preliminare per l’ultimo troncone processuale sulla strage di Brescia.

L’avvocatura dello Stato ha chiesto allora a nome del governo la nullità dell’atto che ha fissato l’udienza preliminare, perché non aveva la presidenza del Consiglio tra le parti offese: nullo l’atto, la Procura di Brescia avrebbe dovuto riscriverlo inserendo Palazzo Chigi e il Tribunale avrebbe dovuto fissare una nuova data per ricominciare l’udienza preliminare. No, ha risposto il gup, con una motivazione giuridica secondo cui la presidenza del Consiglio e lo Stato vanno considerati “parte danneggiata” e non “parte offesa” (come le vittime): dunque non scatta la nullità dell’atto.

Risultato: l’udienza preliminare va avanti e per la prima volta nella purtroppo lunghissima storia dei processi italiani per strage, lo Stato non sarà in aula come parte civile. Protesta Palazzo Chigi che annuncia il ricorso in Cassazione “contro un provvedimento così palesemente abnorme” (ma ha titolo a ricorrere in Cassazione, non essendo ancora entrato del processo?).

Replica l’avvocato Federico Sinicato, legale di parte civile delle vittime della strage (regolarmente convocate dai pm e costituite davanti al giudice): “Questa situazione è il risultato dello scarso interesse e il segno della scarsa sensibilità con cui il governo ha seguito questo processo, da mesi annunciato su tutti i media”. (Il Fatto quotidiano, 12 maggio 2023)

Il governo può rientrare nel processo

Il governo Meloni può rientrare come parte civile nel processo a Roberto Zorzi per la strage di Brescia. Lo ha deciso ieri la Corte di cassazione, accogliendo il ricorso della presidenza del Consiglio contro il provvedimento del giudice dell’udienza preliminare che aveva escluso il governo dal processo. Era la prima volta che accadeva in un procedimento per strage, per effetto della mancata presenza in aula nella prima udienza: spiegata con la disattenzione del governo Meloni per un appuntamento ampiamente pubblicizzato dai media; ma poi giustificata dal sottosegretario Alfredo Mantovano con la mancata convocazione ufficiale da parte della Procura di Brescia. La presidenza del Consiglio ha comunque fatto ricorso e ora potrà essere riammessa dal gup. Tre giorni fa la Cassazione aveva detto no alla revisione del processo per Maurizio Tramonte, neofascista e informatore dei servizi segreti condannato all’ergastolo per la strage, che chiedeva di essere giudicato di nuovo sulla base di fatti nuovi che la Cassazione ha ritenuto inesistenti. (Il Fatto quotidiano, 30 settembre 2023)

 

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Il Fatto quotidiano, 12 maggio 2023 e 30 settembre 2023
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