SEGRETI

Strage di Brescia, Meloni “dimentica” di costituirsi parte civile, poi recupera

Strage di Brescia, Meloni “dimentica” di costituirsi parte civile, poi recupera

Non era mai successo che la presidenza del Consiglio non si costituisse parte civile in un processo per strage. È successo ieri per la prima volta a Brescia, dove si è aperta l’udienza preliminare a carico di Roberto Zorzi, accusato (insieme a Marco Toffaloni, minorenne all’epoca dei fatti) di essere l’esecutore dell’attentato di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 (otto morti e oltre cento feriti).

In mattinata è poi arrivata una nota del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano che ha spiegato di non avere ricevuto la notifica della fissazione dell’udienza, ma di avere comunque dato mandato all’Avvocatura dello Stato di presentare la richiesta di costituzione. “Ne prendiamo atto, l’importate è che ci sia”, replica Manlio Milani, presidente dell’associazione delle vittime.

A palazzo di giustizia commentano: la “svista” del Tribunale c’è stata, ma la comunicazione non era arrivata nemmeno a tanti privati cittadini parenti delle vittime che tuttavia si sono presentati ugualmente per depositare la loro richiesta di costituzione.

Secondo l’accusa, rappresentata dai pm Caty Bressanelli e Silvio Bonfigli, Zorzi e Toffaloni, militanti neofascisti di Ordine nuovo di Verona, che allora avevano 20 e 17 anni, furono scelti per portare la bomba in piazza perché altri dell’area eversiva nera, “a livelli superiori”, non volevano “sporcarsi le mani”.

Per la strage sono già stati condannati Carlo Maria Maggi, capo di Ordine nuovo nel Triveneto, e Maurizio Tramonte, fascista e informatore dei servizi segreti.

 

Leggi anche:
Brescia. La testimone: “Promisi a Mario Mori il silenzio sulla strage”
– Cara Meloni ti scrivo: due lettere dei famigliari delle vittime
L’ultima sentenza sulle stragi nere: ora sappiamo

Il Fatto quotidiano, 24 marzo 2023
To Top