EXPO

La Corte dei conti: 2,2 milioni sprecati da Sala per gli alberi di Expo

La Corte dei conti: 2,2 milioni sprecati da Sala per gli alberi di Expo

Tutta colpa della Procura generale. Lo dice il sindaco di Milano Giuseppe Sala: “Quello che ho fatto è stato approvato dal Consiglio di amministrazione di Expo, dall’Anac di Raffaele Cantone, dall’avvocatura dello Stato, anche dalla Procura di Milano. Poi è arrivata la Procura generale a girare le cose”.

“Le cose girate” sono le imputazioni che gli sono state contestate dopo che la Procura è stata ritenuta “inerte” dalla Procura generale di Milano, la quale ha avocato le indagini, le ha proseguite e ha infine contestato a Sala due reati: il falso ideologico e materiale per aver falsificato la data di nomina di due commissari di gara per il mega-appalto della “piasta”, un affare da 272 milioni di euro; e l’abuso d’ufficio, per aver pagato i 6 mila alberi di Expo 4,3 milioni (716 euro l’uno), benché questi siano stati poi comprati in un vivaio a 1,6 milioni (266 euro l’uno).

Con la compravendita degli alberi, il commissario e amministratore delegato di Expo avrebbe causato “un danno di particolare gravità” alla società Expo e allo Stato, violando il codice degli appalti, e avrebbe procurato un corrispondente “ingiusto vantaggio patrimoniale” all’azienda a cui ha affidato, senza gara, la fornitura delle piante (la Mantovani spa).

Ieri è iniziata l’udienza preliminare in cui la giudice Giovanna Campanile dovrà decidere se rinviare a giudizio Sala per il reato d’abuso d’ufficio. Per il falso ideologico e materiale l’ex commissario di Expo ha chiesto il giudizio immediato che inizierà il 20 febbraio.

Ma proprio a margine dell’udienza di ieri, il difensore di Sala, l’avvocato Salvatore Scuto, ha reso noto che è arrivato anche un avviso della Corte dei conti che contesta un danno erariale di 2,2 milioni, in relazione alla fornitura degli alberi per l’esposizione universale. La cifra si ottiene sottraendo da quanto pagato da Expo spa a Mantovani (4,3 milioni) il reale costo degli alberi pagato da Mantovani ai vivaisti di Zelari-Euroambiente (1,6 milioni) più il costo per la posa (600 mila euro).

Il problema era già stato posto dall’Audit interno chiesto dalla stessa società Expo nel 2014 (e raccontato dal Fatto quotidiano nel 2015). L’Audit rilevava “criticità” nell’affidamento diretto della fornitura degli alberi alla Mantovani spa e segnalava “eventuali negligenze e omissioni” che “potrebbero aver generato un danno per l’amministrazione pubblica in relazione all’aver proceduto tramite affidamento diretto in luogo di una selezione competitiva”.

Nell’Audit si sosteneva anche che ci sarebbe stato un “lasso di tempo sufficiente (176 giorni) per sviluppare una procedura competitiva che avrebbe sicuramente ottenuto un migliore risultato economico”. La “verifica di congruità dei prezzi” non sarebbe stata “evidentemente svolta da parte di Expo” e non sono apparsi “chiari i termini e le modalità con riferimento ai quali ci si è avvalsi” della deroga per l’affidamento diretto, senza gara.

Nell’udienza preliminare di ieri, i legali di Sala hanno sollevato un’eccezione di nullità, sostenendo che la Procura generale non può contestare un reato nuovo (l’abuso d’ufficio), ma avrebbe soltanto potuto eventualmente riproporre i due reati per cui la Procura aveva già chiesto l’archiviazione (corruzione e turbativa d’asta).

Ora la giudice Campanile avrà bisogno di tempo per decidere la sorte processuale di Sala e dei suoi coimputati (Angelo Paris, ex direttore generale di Expo; Antonio Rognoni, ex direttore generale di Ilspa-Infrastrutture lombarde; Piergiorgio Baita, ex presidente della società Mantovani; Franco Morbiolo, ex presidente del consorzio Coveco; e Dario Comini, ex dipendente di Mm-Metropolitana Milanese; oltre alle società Coveco e Mantovani).

La società Expo, parte offesa in questo procedimento, non si è però costituita parte civile contro alcun imputato, a differenza delle società Mantovani, Pizzarotti, Mm e Ilspa. La giudice Campanile deciderà sulle eccezioni il 22 febbraio. Tranquillo Sala e i suoi legali: “I procedimenti dimostreranno”, dichiara l’avvocato Scuto, “che l’ex amministratore delegato di Expo non ha alcuna responsabilità, né penale né erariale”. E il sindaco di Milano: “Questo tema degli alberi lo decideranno i giudici, ma io ho agito sotto la spinta impellente dei tempi e seguendo le procedure. Tornassi indietro, rifarei le stesse cose”.

 

Leggi anche:
L’inchiesta della Procura generale sulla piastra Expo
Unfit: perché Sala è inadatto a guidare Milano
L’articolo del 2015 in cui anticipiamo l’Audit Expo che rivela l’affare degli alberi

Il Fatto quotidiano, 3 febbraio 2018
To Top