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Banche, affari e potere a Monte Carlo. La versione di Palmero

Banche, affari e potere a Monte Carlo. La versione di Palmero

di Gianni Barbacetto e Marco Lillo / 

È stato licenziato nel giugno scorso e poi denunciato dal principe Alberto di Monaco. Claude Palmero, per due decenni l’amministratore dei beni della famiglia sovrana del principato, come ha raccontato il Fatto quotidiano è stato accusato dal principe di essersi appropriato di una parte del patrimonio che amministrava e di aver abusato del potere che gli derivava dalla sua posizione, anche costituendo una sorta di servizio segreto clandestino che confezionava dossier e spiava personalità (ancora ignote).

Palmero respinge le accuse e replica all’inchiesta del Fatto, che ha raccontato il progetto di creare una banca di Stato a Monaco e ha dato conto di un complesso affare immobiliare realizzato dalla Société Monégasque des Téléphériques: “La creazione della Banca di Monaco come banca di Stato, così come il progetto di un aeroporto binazionale e la creazione di un promotore immobiliare pubblico”, replica Palmero, “erano progetti che avrebbero consentito allo Stato di agire in modo indipendente e senza legami con gli immobiliaristi che operano a Monaco, tra cui Patrice Pastor”.

Prosegue Palmero: “La Banca di Monaco aveva vocazione a finanziare i progetti di interesse generale nei settori strategici del principato. Il principe ci aveva investito circa 7 milioni di euro (e non 12 come indicato), equivalenti al 4% del capitale. Tutto ciò corrispondeva a un progetto di sovranità di Stato sostenuto allora dal Principe. Per ciò che riguarda la Société Monégasque des Téléphériques, la signora Marie-Pierre Gramaglia ne era azionista e non amministratrice come scritto dal Fatto. Io stesso detenevo delle azioni (5%) e anche alcune persone della mia famiglia grazie all’eredità di mio padre. La vendita del 2016 ha consentito dei profitti a tutti gli azionisti, ma in particolar modo allo Stato di Monaco che deteneva una parte importante del capitale e che ne ha ricavato circa 24 milioni”.

Palmero dà una sua spiegazione del licenziamento: “Ho lottato senza sosta per molti anni contro la corruzione e le posizioni egemoniche. Ed è proprio questa lotta che ha provocato il mio allontanamento dal Palazzo poiché avevo disturbato potenti interessi finanziari”. Palmero smentisce anche la sua influenza dentro il Consiglio di reggenza: “Io non ho un gruppo di amici nel Consiglio di reggenza istituito dal principe Alberto durante l’estate del 2022. Marie-Pierre Gramaglia, Laurent Anselmi ed Emmanuel Falco hanno un loro proprio percorso professionale che non ha nulla a che vedere con me. L’idea della ragnatela invisibile è assolutamente ridicola”.

Questa la versione di Palmero, che contrasta in più punti con gli elementi raccolti, da altre fonti, dal Fatto nella sua inchiesta.

Claude Palmero

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di Gianni Barbacetto e Marco Lillo, Il Fatto quotidiano, 15 marzo 2024
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