AFFARI

Quanto è costata la Nigeria a Eni: 40 milioni ad avvocati e consulenti

Quanto è costata la Nigeria a Eni: 40 milioni ad avvocati e consulenti sdr

È costata, a Eni, la causa per corruzione internazionale in Nigeria. Non soltanto perché ha versato 1,3 miliardi di dollari nel 2010 per ottenere la licenza d’esplorazione di un immenso campo petrolifero, Opl 245, senza aver potuto estrarre neppure una goccia di petrolio, anzi, senza nemmeno poter iniziare le ricerche: il governo nigeriano ha bloccato tutto, ritenendo che i soldi di Eni (in alleanza con Shell) fossero andati dispersi, incassati non dallo Stato ma da ex ministri e politici nigeriani e mediatori internazionali. Il 26 maggio riprenderà l’arbitrato chiesto da Eni all’Icsid di Washington, il centro della Banca Mondiale per le dispute internazionali sugli investimenti.

Dal punto di vista penale, la vicenda si è chiusa con una assoluzione generale. Ma ora trapela il conto delle spese legali – oltre 40 milioni di euro – sostenute dalla compagnia petrolifera per difendere la società e i suoi manager (tra cui l’amministratore delegato Claudio Descalzi e il suo predecessore Paolo Scaroni) accusati di corruzione internazionale dalla Procura di Milano.

A documentarlo è un report di Kpmg redatto per conto di Eni su richiesta dello studio Dentons (da cui proviene anche il direttore degli Affari legali di Eni, Stefano Speroni) e depositato presso il Tribunale di Roma, dove si svolge la causa civile intentata nel 2021 dalla compagnia all’ex manager Vincenzo Armanna: “In relazione”, si legge del documento, “alle gravissime e plurime condotte illecite e (false) dichiarazioni ripetutamente rese – dal 2014 in poi, in diversi sedi, ivi incluse le aule dei Tribunali – da Armanna nei confronti di Eni stessa e di alcuni membri del suo management con riguardo alla nota vicenda Opl 245”.

È la causa civile con cui Eni chiede “il risarcimento dei danni dalla stessa subiti in conseguenza delle condotte e delle dichiarazioni – anche di natura gravemente calunniosa e diffamatoria – rilasciate” da Armanna “al precipuo fine di recare discredito alla reputazione della società e delegittimare i suoi vertici”.

Per valutare il danno subito, Eni ha dato mandato alla società di consulenza Kpmg di certificare quanto è stato speso dalla compagnia nella causa penale Eni-Nigeria. E Kpmg risponde: un totale di 40.465.223 euro, Iva esclusa, di cui 31.389.016 euro per gli avvocati difensori, 8.705.689 euro per i consulenti tecnici legali e 370.518 euro per altre consulenze commissionate dal consiglio d’amministrazione e dal collegio sindacale della compagnia petrolifera.

I 31 milioni di euro – spiega la relazione Kpmg – sono andati a saldare le parcelle di avvocati e studi legali nominati da Eni e dai manager apicali Paolo Scaroni, Claudio Descalzi, Roberto Casula e Ciro Antonio Pagano, indagati, poi imputati e infine assolti con sentenza di primo grado resa definitiva dalla scelta (più unica che rara) della Procura generale di Milano di non ricorrere in appello.

Gli altri milioni sono stati spesi per “incarichi assegnati dalla società a professionisti per lo svolgimento di consulenze tecniche utilizzate nell’ambito del procedimento” e per altri “incarichi assegnati a studi legali internazionali per lo svolgimento di indagini interne e altri approfondimenti sulla vicenda Opl 245”, su mandato del consiglio d’amministrazione e del collegio sindacale.

Il documento Kpmg compila la hit parade dei compensi milionari andati agli avvocati. La prima posizione è dell’avvocato Nerio Diodà, difensore della società Eni, che con 35 fatture si aggiudica 6.612.718,22 euro. Al secondo posto, lo studio Sullivan&Cromwell, 6.200.132,17 euro per 68 fatture. Terzo lo studio di Paola Severino, che ha difeso Descalzi: 31 fatture, 5.357.044,71 euro. Seguono l’avvocato Enrico De Castiglione, difesa Scaroni, con 3.355.963,07 euro; gli avvocati Guido Carlo Alleva (2.434.916,99 euro) e Giuseppe Fornari (1.581.060,72 euro), difensori di Casula; l’avvocato Federica Rinaldini (2.367.131,76 euro) legale di Pagano. E poi, ciascuno con cifre sotto il milione, altri otto studi legali: Reed Smith, Carlo Federico Grosso, Moro Visconti, Eversheds-Sutherland, Steptoe&Johnson, Bonelli Erede Pappalardo, Arata&Associati, Ughi Nunziante, Aluko&Oyebode.

Il Fatto quotidiano, 24 aprile 2023
To Top