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E ora è guerra dentro la Fondazione Maugeri (che pagò Formigoni)

E ora è guerra dentro la Fondazione Maugeri (che pagò Formigoni)

Sta per scoppiare una guerra alla Fondazione Maugeri, il grande gruppo della sanità privata già travolto dallo scandalo di Roberto Formigoni. È scontro, durissimo, tra il fondo Trilantic, che possiede il 34 per cento del gruppo, e la famiglia Maugeri, che ne ha mantenuto di fatto il controllo anche dopo la crisi seguita agli arresti per corruzione del 2012.

Dopo le condanne penali dell’ex presidente della Regione Lombardia e degli ex vertici della Maugeri, il 21 aprile 2021 è arrivata anche la conferma in appello della condanna della Corte dei conti a risarcire 47,5 milioni (oltre ai 14 già pagati) per restituire le “dazioni illecite, pari a euro 61.485.583”, di cui “37.312.209 quantificati come prezzo della corruzione” di Formigoni, destinati a finanziare il Celeste e i suoi intermediari. A pagare dovranno essere, in solido, oltre a Formigoni, i già condannati Fondazione Maugeri, il suo ex presidente Umberto Maugeri, l’ex direttore Costantino Passerino e il mediatore Pierangelo Daccò.

Un colpo durissimo per la Maugeri, che potrebbe essere l’unica a pagare veramente, avendo beni visibili, a differenza degli altri condannati. Ma che potrebbe coinvolgere anche Trilantic Europe, il fondo guidato da Vittorio Pignatti-Morano che nel 2016 ha “salvato” la Maugeri immettendovi 55 milioni di euro poi cresciuti fino a 66 milioni. Il salvataggio ha costituito una nuova società, la Ics Maugeri spa, a cui sono state conferite tutte le attività del gruppo, il più grande in Italia specializzato nella riabilitazione, con 300 milioni di fatturato, 19 strutture in Italia, 2.250 posti letto, 3.500 dipendenti.

Secondo l’accordo del 2016, alla Fondazione Maugeri, presieduta da Gualtiero Brugger, sono restati il contenzioso con la Corte dei conti (i famosi 47,5 milioni da pagare, che con le rivalutazioni arriveranno a 50) e un altro contenzioso con la Regione Lombardia, che chiede la restituzione di 15 milioni, per adeguamento delle tariffe sanitarie regionali.

Nel contratto con cui il fondo Trilantic è entrato in Maugeri era già disegnata la exit strategy: risanamento della società e uscita del fondo prevista dal 1 gennaio 2021, con due possibilità. La prima prevede la scissione del fondo immobiliare Iaso, che detiene i dodici ospedali del gruppo, incassa circa 12 milioni l’anno di affitti da Ics Maugeri spa e dovrebbe restare a Trilantic, mentre Ics Maugeri dovrebbe tornare alla Fondazione.

La seconda strada, alternativa alla prima, prevede invece che sia Trilantic a pagare i 50 milioni imposti dalla Corte dei conti, ma assumendo il controllo di maggioranza di Ics Maugeri. Trilantic ora sostiene che Brugger, spalleggiato dalla famiglia, non voglia rispettare il contratto, bloccando l’uscita del fondo. Non solo: avrebbe premiato con oltre 400 mila euro – malgrado il momento così difficile per la società – tre membri del consiglio d’amministrazione della Fondazione: il presidente Brugger, il vicepresidente Luca Damiani e l’avvocato Pier Giuseppe Biandrino, ritenuto vicino alla famiglia Maugeri.

La Fondazione rimanda al mittente tutte le accuse. Ma Trilantic (fondo con base a Londra e investimenti nel Regno Unito, Germania, Spagna e Italia, dove controlla anche la Doppel farmaceutica, azienda che lavora per Pfizer e Bayer) promette di portare Maugeri davanti al Tribunale civile di Pavia per violazioni contrattuali.

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Il Fatto quotidiano, 29 maggio 2021
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