GIUSTIZIA AMARA

Il pm Storari: Davigo mi autorizzò a consegnare i verbali (a Milano)

Il pm Storari: Davigo mi autorizzò a consegnare i verbali (a Milano)

In meno di tre ore, il sostituto procuratore di Milano Paolo Storari ha spiegato il suo ruolo nella vicenda dei verbali segreti usciti dalla Procura milanese, rispondendo alle domande dei magistrati di Roma che lo stanno indagando per rivelazione del segreto d’ufficio.

Il procuratore Michele Prestipino, con i sostituti Rosalia Affinito e Fabrizio Tucci, lo ha interrogato fuori dal palazzo di giustizia di piazzale Clodio, negli uffici della Procura generale in piazza Adriana. L’imputazione è quella di aver consegnato copie di lavoro degli interrogatori in cui Piero Amara, ex avvocato esterno dell’Eni, raccontava l’esistenza di una fantomatica e segreta loggia Ungheria, un gruppo di pressione di cui farebbero parte magistrati, avvocati, politici, imprenditori, funzionari dello Stato.

Storari ha confermato che la consegna dei verbali al magistrato Piercamillo Davigo è avvenuta non a Roma — come il procuratore milanese Francesco Greco aveva scritto in una sua relazione, riportando quanto aveva capito dai racconti che Storari gli aveva fatto — ma a Milano, nella casa di Davigo. Questo potrebbe determinare il passaggio dell’inchiesta a Brescia, perché è la Procura di quella città competente a indagare sui magistrati milanesi (nei prossimi giorni è prevista una riunione di coordinamento tra le Procure di Roma e Brescia).

Secondo quanto poi dichiarato dal difensore di Storari, Paolo Della Sala, il suo assistito non avrebbe commesso alcun reato perché non ha fatto altro che “comunicare informazioni – e i verbali non sono che il supporto di informazioni – a una persona autorizzata a riceverle”. Davigo era infatti (prima di andare in pensione) componente del Consiglio superiore della magistratura e a lui Storari ha passato gli interrogatori, “per tatto istituzionale”: perché preoccupato dell’inerzia dei suoi colleghi che non sviluppavano indagini sulle dichiarazioni di Amara, né procedevano a iscrizioni nel registro degli indagati: Amara è stato iscritto soltanto il 12 maggio 2020 e poi la sua posizione è stata trasmessa dalla Procura di Milano a quella di Perugia, che lo sta indagando, insieme ad altri, per violazione della legge Anselmi, che proibisce la costituzione di associazioni segrete.

Il difensore ha spiegato che “a sua volta, questa persona” — il riferimento è a Davigo — “ha veicolate le informazioni ricevute a un organo istituzionalmente competente”. Cioè al Csm, informando membri del comitato di presidenza. Davigo, “tecnicamente era persona autorizzata a ricevere quegli atti, tale si era qualificato, e in tal senso aveva autorizzato il dottor Storari”. Dunque, “tenuto conto della delicatezza delle dichiarazioni che si ritiene siano oggetto di questa indagine”, ha concluso l’avvocato, “riteniamo perfettamente legittimo e conforme a legge quanto accaduto”.

Della Sala ha aggiunto che Storari “si sente sereno, è un magistrato, come ce ne sono moltissimi, la cui luce in ufficio resta accesa fino a tardi la sera e tutti lo sanno; molto amato all’interno del foro e considerato anche dai colleghi, perché ha sempre saputo lavorare, anche con assoluta apertura, in condivisione con gli altri. È quindi tutto meno che un soggetto portato all’individualismo”. (9 maggio 2021)

L’inchiesta sulla fuga di notizie va a Brescia

Incontrare Nicola Gratteri, il procuratore di Catanzaro, nei corridoi della Procura milanese su cui in questi giorni sono appuntati gli occhi di tutta Italia, potrebbe scatenare qualche dietrologia, nel clima un po’ complottistico creato dalle rivelazioni (o calunnie?) di Piero Amara sulla fantomatica loggia Ungheria. “Visita di cortesia”, è la spiegazione ufficiale, mentre Gratteri esce dall’ufficio del procuratore Francesco Greco e qualcuno ipotizza che il magistrato calabrese potrebbe esserne il successore, quando Greco, a novembre, terminerà il suo mandato.

Ma è il presente, intanto, a pesare sulle vicende nate con la consegna dei verbali segreti di Amara, nell’aprile 2020, dal pm Paolo Storari all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo, spiegata come reazione a una supposta inerzia nelle indagini. Poiché è ormai stabilito che il passaggio di documenti avvenne a Milano, a casa di Davigo, è anche certo che l’inchiesta su Storari, accusato di rivelazione del segreto d’ufficio, passerà dalla Procura di Roma – dove in un primo momento si era supposto fosse avvenuta la consegna – a quella di Brescia, competente a indagare sui magistrati di Milano.

Lo si apprende al termine di una riunione di coordinamento svolta ieri tra il procuratore di Roma Michele Prestipino e quello di Brescia Francesco Prete. Nell’incontro, i due magistrati hanno fatto il punto sull’attività istruttoria svolta fino a ora e hanno stabilito le iniziative da adottare e il percorso da seguire da qui in avanti.

A Roma resta l’indagine sulla successiva diffusione dei verbali di Amara, arrivati a un paio di giornali, Il Fatto e Repubblica, e al consigliere del Csm Nino Di Matteo. Indagata, come “postina”, Marcella Contrafatto, l’impiegata del Consiglio superiore della magistratura che aveva accesso al computer in cui Davigo conservava i documenti avuti riservatamente da Storari. L’impiegata, ora sospesa dal Csm e accusata di calunnia, ha visto ieri respinto il ricorso presentato al Tribunale del riesame in cui chiedeva la restituzione del materiale che le era stato sequestrato durante le perquisizioni a casa e in ufficio.

A Milano, intanto, restano le pene e i dolori di una vicenda che i pm della Procura faticano a spiegare, avendo coinvolto magistrati stimati come Storari, Davigo, Greco. La macchina delle indagini penali prosegue. A Perugia quella sulla loggia Ungheria, in coordinamento con Milano e Roma, poiché alla Procura perugina – competente a trattare le vicende dei magistrati di Roma – da tempo la Procura di Milano ha trasmesso il fascicolo in cui compaiono molti nomi di toghe della capitale.

Avviata anche la procedura che potrebbe sfociare in un provvedimento disciplinare a carico di Storari. Il procuratore generale di Milano, Francesca Nanni, ha ricevuto la relazione del procuratore Francesco Greco e sta ora preparando una sua relazione sulla vicenda. La invierà a Roma, al procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi. A lui spetterà di decidere se aprire in maniera formale l’azione disciplinare per Storari, indagato finora a Roma e da qui in avanti a Brescia per rivelazione di segreto di ufficio. (11 maggio 2021)

di Gianni Barbacetto e Valeria Pacelli, Il Fatto quotidiano, 9 e 11 maggio 2021
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