SEGRETI

Il presidente Mattarella: su Piazza Fontana, depistaggi di Stato

Il presidente Mattarella: su Piazza Fontana, depistaggi di Stato dav

Un ineccepibile Giuseppe Sala è riuscito a spezzare, quest’anno, i rituali di routine degli anniversari di piazza Fontana. Cinquant’anni dopo, ha piantato una quercia rossa in un parco di San Siro, in ricordo della diciottesima vittima della strage, il ferroviere Giuseppe Pinelli, morto cadendo da una finestra della questura di Milano tre giorni dopo la strage, mentre era detenuto illegalmente e accusato ingiustamente per la strage. Sala ha chiesto “scusa e perdono a Pinelli, a nome della città, per quello che è stato”.

Poi ieri, 12 dicembre 2019, nella seduta straordinaria del consiglio comunale convocata in occasione del 12 dicembre, il sindaco ha ripetuto e raddoppiato: “Dobbiamo scusarci, per la persecuzione subita, con Pietro Valpreda e Giuseppe Pinelli”, anarchici ingiustamente accusati della bomba nera scoppiata in piazza Fontana.

Accanto al sindaco di Milano, c’era il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha voluto partecipare alla seduta straordinaria del consiglio comunale milanese. “Non si serve lo Stato se non si serve la Repubblica e, con essa, la democrazia”, ha detto Mattarella. “L’attività depistatoria di una parte di strutture dello Stato è stata doppiamente colpevole. Un cinico disegno, nutrito di collegamenti internazionali a reti eversive, mirante a destabilizzare la giovane democrazia italiana, a vent’anni dall’entrata in vigore della sua Costituzione. L’identità della Repubblica è segnata dai morti e dai feriti della Banca nazionale dell’agricoltura. Un attacco forsennato contro la nostra convivenza civile prima ancora che contro l’ordinamento stesso della Repubblica”.

La verità cercata per cinque decenni – e rimasta incompleta sul piano giudiziario – è ora scritta nella formella che il Comune ha voluto porre in piazza Fontana, insieme ad altre 17 che ricordano i nomi delle vittime della strage. Sulla prima formella è scritto: “12 dicembre 1969. Ordigno collocato dal gruppo terroristico di estrema destra Ordine nuovo”. Quel che ancora manca è stato aggiunto da una signora in un foglio scritto a mano con il pennarello e appoggiato accanto alla formella: “…e dallo Stato (Ufficio affari riservati)”.

È toccato poi al presidente della associazione delle vittime della strage, Carlo Arnoldi, ricordare che qualcosa aveva cominciato a muoversi lo scorso anno, quando il presidente della Camera Roberto Fico aveva per quattro volte chiesto scusa a nome dello Stato ai famigliari delle vittime. “Oggi lo Stato è più vicino? Sì”, ha risposto Arnoldi, “con la più alta carica dello Stato che per la prima volta dopo cinquant’anni viene a Milano, ci incontra privatamente, ci invoglia ad andare avanti, e dice che effettivamente in quegli anni qualcuno dello Stato voleva portare a deviazione i processi per non arrivare alla verità”.

Ad ascoltare le parole di Mattarella c’era anche Licia Rognini, vedova di Pinelli, con le figlie Claudia e Silvia. Poco distante, Gemma Capra, vedova del commissario Luigi Calabresi che aveva fermato Pinelli, con il figlio Mario. “Ho deciso partecipare anch’io, oggi”, ha spiegato Licia Pinelli a Radio Popolare. “Quello di quest’anno è un passaggio importante, è una svolta. Ogni parola del presidente della Repubblica sarà un incentivo ad andare avanti per la democrazia. Parlare di mio marito Pino in un certo modo è anche un tassello per la democrazia. Non mi aspettavo che il sindaco Sala chiedesse perdono alla nostra famiglia. È stato un bel gesto, che ci restituisce qualcosa. Io non mi aspetto niente da nessuno, quello che arriva arriva, come è avvenuto in questi cinquant’anni. Su come è morto mio marito la verità noi la conosciamo, noi le cose le sappiamo, poi se qualcuno ha voglia di parlare, parlerà”.

Mattarella, nella sala gialla di Palazzo Marino, ha incontrato e salutato Licia Pinelli e Gemma Calabresi. Poi un corteo, con i gonfaloni di Milano e di altre città e gli striscioni dei famigliari delle vittime, si è mosso da piazza della Scala per raggiungere piazza Fontana, dove sono stati ricordati i morti, alle 16.37, l’ora dell’esplosione, con un minuto di silenzio e la deposizione delle corone di fiori. Nel tardo pomeriggio c’è stato il corteo degli anarchici e dei gruppi antifascisti, da piazza Cavour fino a piazza Fontana, slogan centrale: “La strage è di Stato”. In serata, un concerto dedicato alle vittime della strage e, al circolo Arci Bellezza, l’incontro-concerto “I pesci ci osservano”. Il 15 dicembre ci sarà la catena umana musicale in ricordo di Pinelli dalla questura di Milano a piazza Fontana.

 

 

 

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Il Fatto quotidiano, 13 dicembre 2019
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