POLITICA

L’incontro segreto (inutile) tra Silvio e Matteo

L’incontro segreto (inutile) tra Silvio e Matteo

Il nuovo Nazareno ha cercato di nascere a Milano domenica 25 febbraio 2018. Quel giorno si sono incontrati Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Un colloquio di mezz’ora, faccia a faccia, in piena campagna elettorale, mentre entrambi si sgolavano a ribadire che tra loro, dopo il voto, non ci sarebbe stata possibilità d’accordo. Questo, almeno, è lo scenario raccontato dal giornale online Lettera 43 diretto da Paolo Madron: un incontro segreto che sarebbe avvenuto approfittando della contemporanea presenza a Milano di Berlusconi e di Renzi. Seguono smentite e correzioni di rotta che hanno l’effetto di non smentire e non correggere, come già era successo per il primo “patto del Nazareno”, quello stretto nel gennaio 2014 e saltato nel febbraio 2015 quando era stato eletto presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

È davvero avvenuto, l’incontro tra Silvio e Matteo? Renzi smentisce. Madron conferma. Ma sposta il luogo dove sarebbe avvenuto e la persona che lo avrebbe ospitato. La prima location indicata è via Fratelli Gabba, non lontano da via Montenapoleone. Ospite indicato: Francesco Micheli, finanziere fin dai tempi in cui la Borsa aveva ancora le grida, uomo che ama la buona musica e intrattiene ottime relazioni. Qualcosa non torna, in questo scenario. Perché Micheli in via Fratelli Gabba non ha mai avuto né uffici né abitazione. Ecco allora che Lettera 43 sposta il luogo dell’incontro in via De Grassi, dove Micheli ha gli uffici, in una palazzina con giardino e una piccola sala da concerto sotterranea rivestita di libri, che ha chiamato “Sala dell’Ermellino” (l’idea gliel’ha data Vittorio Sgarbi).

Effettivamente almeno uno dei due – Renzi – quel 25 febbraio è stato ospite, nella “Sala dell’Ermellino”, di Micheli” che per lui aveva organizzato una cena con 300 invitati (senza raccolta fondi, ci aveva tenuto a precisare). In quell’occasione, l’ex presidente del Consiglio era stato insolitamente sobrio e misurato, aveva parlato senza enfasi (“Con il freno tirato”) facendo la spola, come lo sposo a un matrimonio, tra la sala interna e quella approntata sotto un tendone nel giardino. Impossibile, però, incontrare segretamente Berlusconi con attorno 300 ospiti. Difficile anche trovare il tempo, in quella domenica iniziata per Renzi con una manifestazione elettorale al teatro Franco Parenti e poi proseguita con l’intervista televisiva a Fabio Fazio, a Che tempo che fa.

Uscito dagli studi della Rai, Renzi è subito andato alla cena di Micheli, in via De Grassi, dove è arrivato alle 21.30. A quella cena, Berlusconi non c’era, twitta il giornalista Christian Rocca. Madron risponde, indirettamente, in un tweet che conferma l’incontro e aggiunge un nuovo elemento: “Un giornalista deve tutelare le fonti. E lo fa anche con qualche voluto errore. Non rivelo il nome dell’ospite titolare di una catena di noti supermercati: ma Berlusconi e a Renzi si sono visti a casa sua in via de Grassi. Altro che bufala”.

Chissà se via Giovannino De Grassi, a Milano, sarà ricordata come il nuovo Nazareno. In strada via privata, chiusa ai due lati da alti cancelli che si aprono solo per i residenti, la palazzina di Micheli è proprio di fronte all’ultima abitazione di Giorgio Bocca. Accanto, abita, è vero, il “titolare di una catena di noti supermercati”: Enzo Ratti, il fondatore e proprietario della catena Bennet. Di origini comasche, molto riservato, cinque figli, poco esposto politicamente. Possibile che Renzi, uscito verso mezzanotte dalla palazzina di Micheli, abbia attraversato la strada e sia entrato a casa Ratti? Possibile. Ma difficile, visto che avrebbe dovuto farlo davanti ai 300 ospiti della serata.

Salito sull’auto blu, il segretario del Pd, che aveva un appuntamento riservato, si è diretto invece verso l’hotel dove scende quando dorme a Milano: il Mandarin, cinque stelle molto chic in via Andegari, a un passo dal Teatro alla Scala, con ingresso anche su via Monte di Pietà. Proprio davanti a via Fratelli Gabba, la prima location indicata da Lettera 43 come sede del Nuovo Nazareno, dove oltretutto c’è un altro hotel che può accogliere incontri riservati, il Bulgari. Il Nazareno milanese resterà – come si conviene per queste cose – avvolto in un’aura di mistero. Anche se, dice uno degli ospiti della cena di Micheli, “l’incontro Renzi-Berlusconi ci può essere stato oppure no, tanto i due sono già d’accordo, hanno entrambi i loro sherpa che si parlano e che preparano gli scenari politici futuri”.

Il Fatto quotidiano, 5 marzo 2018
To Top