GIUSTIZIA

Barbera & champagne. Alla prescrizione si può rinunciare?

Barbera & champagne. Alla prescrizione si può rinunciare?

La prescrizione “a sua insaputa”. È un istituto giuridico che piace a chi lo riceve: non impegna, è comodo, sta su tutto; e azzera il processo. È piaciuto tanto a Filippo Penati, a suo tempo, quando l’ex sindaco Pd di Sesto San Giovanni lo indossò non facendosi trovare né in aula né fuori, nel momento in cui il giudice fece l’ultimo appello per sapere se voleva mantenere la solenne promessa, fatta pubblicamente, di rinunciare alla prescrizione. Così l’accusa per la tangente milionaria (chiesta, secondo l’accusa, in cambio dei permessi da concedere a un imprenditore per farlo edificare sulle aree ex industriali della Falck) svanì in un istante e ora Penati può assediare giornali amici, tv compiacenti e social network per ripetere che è stato “assolto da tutto”.

Adesso tocca ad Augusto Barbera. Giudice costituzionale, da professore universitario si era portato a casa un’accusa di corruzione per aver sponsorizzato un candidato durante un concorso universitario, quel Federico Pizzetti figlio dell’ex garante della privacy Franco. Ora i magistrati della Procura di Roma titolari delle indagini, Paolo Ielo e Giorgio Orano, hanno chiesto per Barbera la prescrizione. Reato evaporato, quello dell’insigne giudice costituzionale, perché è trascorso troppo tempo.

A differenza di Penati, che poteva rinunciare e non l’ha fatto, a Barbera i giudici non hanno neppure domandato se volesse restare nel processo. Perché Barbera è solo indagato, mentre Penati era imputato, già rinviato a giudizio. Durante un’udienza prevista e attesa, ci fu la domanda di rito: “Penati intende rinunciare alla prescrizione?”. Ci fu la ricerca dell’imputato, proprio quel giorno assente, l’imbarazzata risposta dell’avvocato (“Non lo trovo, ha il telefono che risulta scollegato”) et voilà, la prescrizione calò inesorabile.

Per Barbera, sono i pm a chiedere l’archiviazione per sopraggiunta prescrizione. Non c’è un’aula con un imputato che può rinunciare – se vuole dimostrare la propria piena innocenza: Barbera è solo indagato. E qui si apre il dibattito. Ci sono due scuole di pensiero. Una è netta e si appella all’articolo 61 del codice di procedura penale. Dice che ogni diritto e dovere dell’imputato si applica anche all’indagato. Dunque Barbera, da indagato, potrebbe rinunciare alla prescrizione, come ogni imputato, e pretendere il processo in cui poter dimostrare di non avere commesso il reato di cui è accusato.

Ma c’è anche un’altra scuola di pensiero, la quale sottolinea che l’archiviazione, per un indagato, può arrivare anche senza che l’indagato stesso sia mai venuto a conoscenza di essere stato sotto indagine. Capita spesso. Il pm apre un’inchiesta perché è venuto a conoscenza di una notizia di reato. Poi si convince che non c’è trippa per gatti, che il reato non c’è, e quindi archivia, senza che nessuno sappia niente. L’archiviazione di un indagato che non abbia mai ricevuto un avviso di garanzia è un atto segreto che non ha bisogno di essere comunicato. Certo, se è stato invece messo in carcere, l’indagato ha diritto di sapere dell’archiviazione, per poter chiedere magari il risarcimento per ingiusta detenzione. Altrimenti incassa l’archiviazione e basta.

Ma se l’archiviazione arriva per sopraggiunta prescrizione? La dottrina si divide. Una parte dei giuristi ritiene inutile attivare il contraddittorio tra le parti quando “i presupposti per l’archiviazione risultino in atti”, perché tanto, all’indagato, dalla decisione non può arrivare alcuno svantaggio. Altri giuristi sostengono invece che sia comunque diritto dell’indagato rinunciare alla prescrizione, per poter ottenere un’archiviazione con una formula più favorevole: per assenza di indizi e non solo perché è passato troppo tempo. I magistrati della Procura di Roma hanno scelto la strada più favorevole all’indagato. Ma se Barbera, insigne giurista, giudice della Consulta, alzasse la sua voce e pretendesse un’archiviazione più piena oppure il rinvio a giudizio?

Il Fatto quotidiano, 9 agosto 2016
To Top