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Dopo-Expo. “I soldi per la ricerca dati ad amici e vassalli”

Dopo-Expo. “I soldi per la ricerca dati ad amici e vassalli”

Attenti ad attaccare Human Technopole: potrebbe arrivare la vendetta. È successo a Elena Cattaneo, la ricercatrice italiana più nota nel mondo, nominata senatore a vita proprio per i suoi meriti scientifici. Si è permessa di scrivere su Repubblica che Human Technopole (Hp), cioè il progetto lanciato da Matteo Renzi di costituire sull’area Expo un fantastico “polo di ricerca di rilevanza mondiale” su genoma, big data, malattie neurodegenerative, è “uno spot che svilisce la ricerca”, pura “propaganda politica”, “spettacolarizzazione che tutto divora, compresa la speranza dei più giovani”.

Ha parlato chiaro, Elena Cattaneo, fino a dire che Renzi, con la sua promessa di finanziare Hp con 1,5 miliardi di euro, si è comportato come il pifferaio magico di Hamelin protagonista della favola dei fratelli Grimm. “Così come è concepito oggi”, ha aggiunto, Hp “sarà solo una Signoria creata per legge e dotata di tesoretto. Fatta di una corte, completa di vassalli e valvassori, così nessuno avrà voglia di dissentire”. Non lo avesse mai detto. È stata oggetto di un articolo feroce sulla Stampa, il 23 marzo, pieno di errori che poi sono stati, in verità, prontamente corretti con tante scuse alla senatrice.

Giorgio Parisi, tra i più autorevoli fisici al mondo, ha poi dichiarato che Human Technopole è “una fantastica ciliegina sulla torta per la ricerca del nostro Paese. Peccato che manchi la torta”. Giovanni Bignami, ex presidente dell’Istituto nazionale di Astrofisica, ha aggiunto che “ci troviamo davanti a un clamoroso atto di sfiducia nei confronti della ricerca pubblica da parte del governo che ne è responsabile”. Silvio Garattini, il fondatore dell’Istituto Mario Negri, ha ricordato che sullo Human Technopole “si è deciso dall’alto, senza ascoltare le rappresentanze della comunità scientifica”.

Ora arriva un appello sottoscritto da docenti e ricercatori (tra gli altri, Roberta De Monticelli, Remo Bodei, Massimo Cacciari, Lorenza Carlassare, Nando dalla Chiesa, Stefano Rodotà, Salvatore Settis, Nadia Urbinati, Maurizio Viroli, Gustavo Zagrebelsky). “Benvenuto il finanziamento aggiuntivo progettato dal governo di 1,5 miliardi di finanziamenti statali in 10 anni, che è come acqua nel deserto”, si legge nell’appello. “Ottima la destinazione di una parte dell’area ex Expo alla ricerca scientifica. Legittimo che il governo indirizzi le macroscelte della ricerca pubblica”. Ma l’operazione annunciata dev’essere realizzata nella trasparenza. Non si può fare dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), fondazione di diritto privato controllata direttamente dal governo, il distributore dei soldi pubblici per la ricerca in Italia.

I finanziamenti devono essere invece “destinati ai migliori e più pertinenti progetti della ricerca italiana”. I fondi devono essere assegnati con “procedure pubbliche, controllabili, internazionalmente in vigore, per la valutazione e il finanziamento pubblico dei migliori progetti di ricerca”. Le università, i centri di ricerca e i singoli ricercatori “non possono tacere” e “ogni scienziato e intellettuale deve difendere la libertà di ricerca da ogni corruzione politica”. I firmatari chiedono “un’Agenzia pubblica e indipendente” che realizzi “una valutazione oggettiva, comparativa, trasparente e partecipata tra i possibili contenuti di Human Technopole” e “scongiuri da subito il rischio che si adottino metodi di cooptazione arbitraria e locale. Questi violerebbero non solo l’etica pubblica, ma anche l’etica della scienza, che di trasparenza e di buone ragioni vive, e di sudditanza politica muore. Chiediamo che i direttori di Human Technopole siano individuati con un confronto aperto, libero, trasparente, competitivo tra ogni immaginabile proposta valutata in modo terzo, indipendente e competente”.

Il Fatto quotidiano, 1 aprile 2016
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