I reati li stabiliranno i giudici (tra anni). I comportamenti vergognosi li vediamo già ora (basta con il giustizialismo immobiliare)
Dobbiamo fare i conti una volta per tutti con il giustizialismo. Basta con i giustizialisti! Le inchieste sull’urbanistica milanese ce ne danno finalmente l’occasione. Sono iniziate un paio di anni fa. Le ipotesi d’accusa della Procura (abusi edilizi prima, anche corruzione poi) sono state in questi mesi sempre confermate, decine di volte, con poche eccezioni, da: giudici delle indagini preliminari, Tribunali del riesame, Corte di cassazione, Tar, Consiglio di Stato, Corte dei conti.
In questi giorni, un Tribunale del riesame, dopo la riforma Nordio (che farà arrestare da qui in avanti solo i poveri cristi, essendo i colletti bianchi troppo sensibili per andare in carcere o ai domiciliari), ha per cinque indagati respinto gli arresti, chiesti dalla Procura e disposti dal gip. Ed ecco alzarsi il rumore di centinaia di tappi di champagne che neanche a capodanno, sciabolati nei sobri uffici comunali, negli scintillanti studi di architettura, nelle ovattate sedi dei fondi finanziari, nei rutilanti uffici dei costruttori, nelle silenziose e vuote sedi dei partiti di destra e di sinistra, e nelle attonite redazioni di giornali e tv.
Evviva! Le ipotesi d’accusa sono crollate! Le indagini sull’urbanistica sono bolle di sapone! I grattacieli con la Scia hanno fatto la città più bella che pria! Sono stati sconfitti gli odiatori del progresso invidiosi del priapico sviluppo in altezza! Gli indagati non sono malfattori, ma benefattori della storia, dell’architettura, della bellezza, santi capaci di fare il miracolo del cemento transustanziato in boschi verticali e giardini nascosti benissimo! Sono martiri, trascinati in ceppi e legati alla colonna infame per aver osato pensare, immaginare, progettare, edificare la Milano del futuro!
I grattacielisti professionali da interesse o quelli amatoriali da redazione non hanno preso in considerazione le 99 pronunce giudiziarie fin qui favorevoli alla Procura, ma ora santificano la centesima che la smentisce: non normale dialettica processuale, come capisce anche uno studente al primo anno di Giurisprudenza, ma Giudizio di Dio che rade al suolo le indagini più dell’Idf a Gaza. Ecco i giustizialisti (quelli veri) che sventolano la Pronuncia d’Oro, l’Ordinanza Premium, la Sentenza di Platino, che affossa la Procura e dunque ristabilisce il Diritto.
A tutti questi giustizialisti, vorrei dire di lasciar stare una materia che non sanno manovrare e tornare ai fatti. I fatti! Le chat chiamate “Compagni di merende”, il costruttore Manfredi Catella che dà ordini all’assessore e al city manager, a Giancarlo Tancredi che obbedisce, al sindaco che abbozza, a Christian Malangone che si vuole tatuare sulla schiena i complimenti di Catella. A Coima che scrive i comunicati del Comune e usa perfino il cancro per far passare “l’interesse sociale” delle sue operazioni immobiliari, agli accordi per mettere una “spruzzatina di sociale” per farli promuovere.
Agli architetti double face che votano come pubblici ufficiali i progetti e poi sono ricompensati con incarichi professionali (a Milano anche la tangente è cool). A un modello di sviluppo che ha aumentato le disuguaglianze, ha espulso 400 mila milanesi dalla città, l’ha privata di servizi e di verde, ha sottratto ai cittadini 2 miliardi di euro per lasciarli agli operatori immobiliari.
Se in tutto ciò saranno individuate delle responsabilità penali personali, lo stabiliranno i giudici tra una decina anni. Stabiliranno quali comportamenti sono ritenuti reati (e intanto, ci scommetto, le leggi saranno cambiate). Ma, subito, ora, adesso, mi chiedo: reati o non reati, è questo che piace ai nostri garantisti alle vongole? È questa la pubblica amministrazione che si vogliono tenere? È questa la Milano disuguale e feroce e inquinata che vogliono? Reati o non reati, questi comportamenti vergognosi sono più che sufficienti affinché la politica (se c’è ancora) dica: andatevene, andatevene tutti, andatevene subito.
