AFFARI

L’ultimo hangar di Silvio, collezionista compulsivo (di 25 mila croste)

L’ultimo hangar di Silvio, collezionista compulsivo (di 25 mila croste)

C’è anche un hangar, nell’eredità che Silvio Berlusconi ha lasciato ai suoi cinque figli. Un grande capannone di fronte a Villa San Martino, ad Arcore. Racchiude l’ultima passione del fondatore di Canale 5: migliaia di quadri. “Croste”, tele di scarso valore, dice Vittorio Sgarbi. Ma che gli sarebbero costate complessivamente circa 20 milioni di euro. Sono il risultato di una frenetica attività di acquisti alle aste televisive, nelle notti insonni tra 2018 e il 2022, dopo il tramonto della passione precedente, quella del bunga-bunga.

Negli ultimi anni della sua vita Berlusconi passava le ore notturne in preda a una sorta di bulimia, comprando compulsivamente quadri messi in vendita da pittoreschi telemercanti d’arte. Con l’obiettivo di diventare il più grande collezionista d’Italia. Lo racconta stasera 15 ottobre 2023 su Raitre la nuova puntata di Report, in un servizio di anteprima di Luca Bertazzoni.

“Lui si mette compulsivamente a comprare”, racconta Sgarbi, “con la Fascina probabilmente, o da solo. Comincia a dire: ‘Sono Berlusconi’. E gli mettono giù il telefono perché pensano che sia uno scherzo”. Ma poi gli acquisti venivano conclusi. “E alla fine, cosa spettacolare, prende un grande magazzino”, continua il critico d’arte oggi sottosegretario alla Cultura. “Un hangar, e lì dentro con macchinette per muoversi, riscaldamento eccetera, mette, che so, 300 paesaggi, 400 battaglie, 150 temi storici, 100 madonne…”.

È nata così la raccolta di Silvio Berlusconi, 25 mila tra quadri e altri oggetti d’arte. Racconta Giuseppe De Gregorio, il titolare della Galleria Newarte di Arzano, vicino a Napoli: “Squilla il telefono su un quadro da 150 euro: ‘Questo dipinto lo prendo io’. Dico: ‘Ok, mi dà il nome e cognome?’. E lui dice: ‘Silvio Berlusconi’. Educatamente stacco. Lui ha richiamato subito, stavo quasi per rispondere male. Lui dice: ‘Vabbè, ho capito: segnati il numero’”. Era il centralino di Arcore. “Poi è nato un rapporto di amicizia, correttezza e lealtà”. Un rapporto anche d’affari, durato tre anni.

A un certo punto, a Napoli si sparge la voce che Berlusconi sta comprando migliaia di quadri in tv. Spuntano allora come funghi tanti improvvisati telemercanti d’arte, che a volte trasmettono da sgabuzzini. Il più fortunato è Lucas Vianini, di Tele Market. Ora ha aperto una sua galleria a Salò, sul lago di Garda. “Normalmente i quadri si svelano nell’arco delle quattro ore e lui invece capitava che li prenotasse tutti e che rimanessimo con un palinsesto di due ore da riempire senza più opere”.

A Sgarbi, Silvio chiedeva consigli e valutazioni sul valore dei quadri. “Voleva che io facessi delle perizie che erano impossibili… Perché non c’era niente da scrivere, nel senso che se uno prende una copia di una veduta di Canaletto, è una copia, che devi scrivere?”. Al posto di uno Sgarbi riluttante, Berlusconi incarica come curatore della sua collezione il televenditore Lucas Vianini che si trasferisce a Milano. “Sì, in una dependance all’interno di Villa Gernetto, questa reggia monumentale nel cuore della Brianza, dove ho vissuto oltre due anni”.

È Vianini che inizia a catalogare le opere stivate nell’hangar. Silvio ne era fierissimo, quando le mostrava agli ospiti. Sgarbi era più dubbioso: “Con 20 milioni, in quei tre o quattro anni poteva fare una raccolta di cento quadri bellissimi”. Invece ne ha presi 25 mila. E diceva, felice: “Che meraviglia, è la più grande raccolta del mondo”. “Una cosa un po’ infantile”, commenta Sgarbi. Cercava non la cosa rara, ma voleva mettere insieme un numero enorme di opere, indifferente ai soggetti dei quadri e agli autori: “Firme strane, messe da gente così…”.

Oltre ai quadri, i telegalleristi gli vendevano sculture, porcellane, perfino divani. Conclude Sgarbi: “A un certo punto hanno capito che lui era… E lo hanno circuito, gli hanno portato orologi, mobili, sfingi, statue, fontane… Qualunque cosa. Ho detto a Marina: ‘Diciamogli che se deve spendere 100 mila euro, invece di comprare 25 madonne, compri un quadro e quel quadro va bene, no?’”. Ma niente da fare: “Una volta che tu non riempi le tue notti di ragazze, allora le riempi di un televisore in cui vedi una cosa: ‘Guardate questa bellissima natura morta’…”.

Il Fatto quotidiano, 15 ottobre 2023
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