POLITICA

Il pregiudicato iscritto al Famedio, insieme a Manzoni e Mazzini . E Smuraglia, Fo, Rame, Strada

Il pregiudicato iscritto al Famedio, insieme a Manzoni e Mazzini . E Smuraglia, Fo, Rame, Strada

Mattea Fo, nipote di Dario e Franca, non ha perso il vizio di famiglia e risponde con una canzone: “E sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re!”. Una canzone scritta da Dario Fo insieme a Enzo Jannacci, entrambi tumulati nel Famedio del Cimitero Monumentale, dove riposano i milanesi illustri, come Franca Rame, l’ex sindaco Aldo Aniasi, il sociologo Guido Martinotti, Paolo Grassi, Alda Merini, Carla Fracci, Giovanni Raboni, Giorgio Gaber.

Quella di Mattea è la reazione alla notizia che il nome di Silvio Berlusconi sarà aggiunto all’elenco dei milanesi illustri. Accanto all’ex procuratore Francesco Saverio Borrelli, la cui figlia, Federica, ha espresso “stupore” e “amarezza” per la scelta della Commissione per le onoranze di Palazzo Marino: “Vorrei fare cancellare il nome di mio padre immediatamente! Non ho parole. Berlusconi è un personaggio che ha creato imbarazzi a un intero Paese, e questa iscrizione crea ulteriore imbarazzo”. Ora Federica aggiunge al Fatto: “È uno scivolone di questa giunta. La questione morale non può essere oggetto di mediazione”.

“Io sono indignata”, commenta Chicca Smuraglia, moglie di Carlo, avvocato, senatore, partigiano e storico presidente dell’Anpi. “La mia prima reazione è stata quella di chiedere di togliere Carlo dall’elenco, anche se credo che non sia facile ottenere la cancellazione. È un momento in cui, più in generale, il Paese sta andando alla deriva. Immagino che, una di queste notti, anche Alessandro Manzoni, vista l’aria che tira, se ne andrà dal Famedio”.

Il sindaco Giuseppe Sala ha approvato l’iscrizione di Berlusconi. A chi gli ricordava che l’ex presidente del Consiglio aveva subito una condanna definitiva a quattro anni per frode fiscale, ha risposto dicendo che è meglio “discutere su questioni che lo meritano”. Non ritiene dunque che meriti una riflessione la scelta dei nomi da inserire nel Pantheon della città. “C’è una volontà e una precisa richiesta di una parte significativa del mondo politico milanese”, ha chiuso il sindaco. Poco importano, dunque, la condanna e i rapporti con Cosa nostra di Berlusconi, che per due decenni versò 200 milioni di lire all’anno ai boss.

Si sono opposti alla decisione quattro consiglieri comunali, Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini dei Verdi e Simonetta D’Amico e Monica J. Romano del Pd: “Una scelta profondamente sbagliata, l’onore del Famedio dovrebbe essere riservato a chi in vita ha incarnato le più elevate virtù civiche e morali”.

L’avvocato Gianluca Maris, figlio di Gianfranco Maris, avvocato e partigiano, deportato a Mauthausen, è netto: “La scelta di aggiungere quel nome è una offesa alla città. Storia e valori calpestati. È una scelta bipartisan? No, bipolare”.

Tra gli iscritti al Famedio vi è anche l’architetto Cini Boeri. Uno dei figli, Tito, preferisce non commentare: “A me dà fastidio, a mia madre darebbe un fastidio terribile. Ma prima di fare dichiarazioni vorrei parlarne con i miei fratelli”.

È una iscrizione “inopportuna” e “fuori luogo” anche per Matteo Dendena, la cui zia, Francesca, è iscritta al Famedio per l’impegno di una vita profuso per la ricerca della verità sulla strage di piazza Fontana. “Non voglio pronunciarmi sulla figura d’imprenditore di Berlusconi”, dice Matteo. “Ma certo dal punto di vista politico e giudiziario è stato un personaggio divisivo e controverso, che non può essere messo sullo stesso piano di chi, come Francesca Dendena, a 17 anni, nel 1969, perse il padre, ucciso dalla bomba di piazza Fontana, ed è poi stata iscritta al Famedio come atto simbolico e doveroso in relazione alla memoria di quella strage”.

“Non mi stupisce che il Pd, che pure ha la maggioranza al Comune di Milano, non si sia opposto”, conclude Mattea Fo, “del resto stiamo ancora aspettando le decisioni sulla Palazzina Liberty dove Dario e Franca hanno messo in scena per anni i loro spettacoli: il Comune la venderà o la ristrutturerà?”. (Il Fatto quotidiano, 7 ottobre 2023)

Carlo Monguzzi: “Not in my name!”

Durissimo il capogruppo di Europa Verde Carlo Monguzzi: “Ci mancava anche questa. Berlusconi condannato per reati finanziari e ricordato per il bunga bunga viene iscritto al Famedio”, ha scritto su Facebook sottolineando che questo sarebbe anche contrario al regolamento, e in particolare alla definizione di “cittadini illustri e benemeriti” presente nell’articolo 2: “Cittadini illustri sono coloro che abbiano meritato per opere letterarie, scientifiche, artistiche o per atti insigni, o che si siano distinti particolarmente nella storia patria. Cittadini benemeriti sono coloro che abbiano arrecato alla città particolare lustro e beneficio”. “Not in my name!”, ha concluso Monguzzi: “Rispetto la morte e non ho acrimonia, ma tributargli un onore mi sembra inopportuno”.

L’è el dì di mort, alegher!

A Milano, sono lottizzati anche i morti che vengono iscritti al Famedio del Cimitero monumentale come cittadini che hanno dato lustro alla città. Così oggi, 2 novembre, il nome di Silvio Berlusconi, proposto da Forza Italia, è stato inciso accanto ai nomi di due donne partigiane, Gisella Floreanini e Francesca Laura Wronowski, proposte dalla sinistra.

Sono 14, complessivamente, i nuovi iscritti del 2023, soppesati con il bilancino della politica. Ma quest’anno è il nome di Berlusconi a fare notizia. Perché accettato senza batter ciglio anche dal Pd e dal sindaco Giuseppe Sala: “È inutile far finta di niente: Berlusconi è stato una persona molto apprezzata e molto criticata, ma che rimane nella storia di Milano, questa è la verità”, ha commentato il sindaco, “e il Famedio raccoglie le figure che hanno lasciato un segno importante nella storia di Milano”.

Non hanno fatto cambiare idea al sindaco i 38 mila cittadini che hanno firmato l’appello proposto dalla scuola di formazione Antonino Caponnetto, tra cui i famigliari di altri iscritti al Famedio, da Francesco Saverio Borrelli a Dario Fo, da Carlo Smuraglia a Gianfranco Maris, che hanno ricordato come per entrare in quell’elenco sarebbero necessarie riconosciute virtù civiche.

La condanna per frode fiscale, l’iscrizione alla P2, i finanziamenti a Cosa nostra, l’indagine per concorso nelle stragi del 1993 aperta fino al momento della sua morte non hanno fermato la decisione comunale. “Rimane nella storia di Milano”.

Lo ha ripetuto con quasi le stesse parole anche la presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi (Pd): “Il segno lasciato dalla sua personalità, tanto apprezzata quanto criticata, rimane nella storia di Milano e dell’Italia”. È bastato un accenno (“quanto criticata”) a scatenare Marcello Dell’Utri, presente ieri alla cerimonia al Monumentale: “Ma che vuol dire? Anche Manzoni e Cavour sono stati criticati, ma nella vita uno fa cose buone e cose meno buone. Che senso ha rivolgere oggi quelle parole all’indirizzo di Berlusconi? Perché criticarlo da morto? La vita è una sola, con le sue ombre e le sue luci, ma la grandezza del personaggio rimane”.

Così il personaggio da ieri è ufficialmente accumunato a Manzoni e Cavour, a Mazzini e Quasimodo. E a Gino Strada, Dario Fo, Franca Rame, Aldo Aniasi, Francesco Saverio Borrelli. (Il Fatto quotidiano, 3 novembre 2023)

Il Fatto quotidiano, 7 ottobre 2023 (versione modificata) e 3 novembre 2023
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