POLITICA

Chiara Colosimo: “Basta liste degli impresentabili, è antimafia da avanspettacolo”

Chiara Colosimo: “Basta liste degli impresentabili, è antimafia da avanspettacolo”

Segnalare agli elettori i candidati impresentabili, indagati o condannati, è “antimafia da avanspettacolo”. Parola di Chiara Colosimo, nuova presidente della Commissione parlamentare Antimafia, parlamentare di Fratelli d’Italia e vicinissima alla famiglia di Giorgia Meloni. “Il tempo delle liste di proscrizione degli impresentabili è terminato”, ha dichiarato ieri al Foglio, a cui ha anticipato le linee guida della sua nuova Commissione Antimafia: basta con “lo show” e la “gogna tardiva” delle segnalazioni dei candidati indegni; e invece avvio di un lavoro d’indagine sulla strage di via D’Amelio, quella in cui è morto Paolo Borsellino con la sua scorta.

L’aggancio di cronaca è offerto dall’inchiesta sui dati sensibili raccolti da un militare della Guardia di finanza in forza alla Direzione nazionale antimafia (Dna) su alcuni politici, tra cui il ministro Guido Crosetto: “Dobbiamo andare avanti, essere feroci. Mi fa paura, anzi vomitare, chi usa questi metodi contro gli avversari politici”. Colosimo era già stata al centro di polemiche per una sua foto in cui appare accanto a Luigi Ciavardini, terrorista neofascista condannato in via definitiva per la strage di Bologna. Ora la butta in politica: “Gli attacchi degli avversari non mi spaventano”.

Ammette di essere stata “ferita profondamente” dalla “reazione delle famiglie delle vittime delle stragi”, inorridite per quella foto, ma ora minimizza: “Le visite alle associazioni di ex detenuti rientrano nella facoltà di chi fa politica, così come la riabilitazione di chi ha sbagliato”.

Colosimo annuncia: “Cambierò il codice di autoregolamentazione del mio predecessore Nicola Morra”. Quella era “antimafia da avanspettacolo”, che marchiava i politici inseriti nelle liste degli impresentabili con “lettere scarlatte sui reati di opinione”. Dunque via dalle liste i “reati d’opinione”***, come Colosimo ritiene siano quelli sanzionati dalla legge Mancino, che in realtà condanna l’incitamento all’odio, alla violenza, alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi.

Un reato contestato (raramente, in verità) a personaggi di area fascista. “Ma su questi argomenti Fratelli d’Italia non deve prendere lezioni da nessuno. Le ripeto: le liste di proscrizione non mi piacciono, e non servono, io credo che sia compito di questa commissione dare ai partiti strumenti per evitare infiltrazioni criminali e lanciare l’allarme sui reati contro la Pubblica amministrazione. Stop”.

La svolta: “Noi vogliamo fare un controllo preventivo, semmai”, e non una “gogna tardiva”. Ecco dunque come rendere impossibile quel controllo: chiedere ai partiti i nomi dei candidati 75 giorni prima delle elezioni. Richiesta irrealistica, visto che i partiti li cambiano fino all’ultimo secondo prima della presentazione delle liste.

Poi, “l’anticipazione”: “A settembre aprirò un filone investigativo sulle verità storiche delle stragi di mafia, partendo da quella di via D’Amelio”. Con il rischio di contrapporre “verità politiche” alle acquisizioni giudiziarie. “Vorrei fare chiarezza sui depistaggi. Quanto alla trattativa Stato-mafia, anticipo la sua domanda: per formazione politica non ci ho mai creduto”.

Protesta il Movimento 5 Stelle, in una nota firmata dai due ex magistrati antimafia Federico Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato insieme a tutti gli altri 5stelle presenti nella Commissione Antimafia: “Colosimo sembra volersi concentrare solo sull’uccisione di Paolo Borsellino e, non a caso, definisce ‘di mafia’ le stragi. Invece gli attentati del ’92-’93 devono essere analizzati in modo unitario, hanno un’unica matrice terroristica eversiva, Cosa nostra non ha agito da sola”.

Ci fu “un progetto di destabilizzazione politica e istituzionale con un ruolo di primo piano dei servizi segreti deviati, della destra eversiva e della massoneria. In quel disegno la mafia era solo un tassello”. C’è il rischio di escludere “il coinvolgimento nella strage di via D’Amelio di apparati statali”, per ridurre “tutto a interessi economici su cui si sarebbero ritrovati Cosa nostra e alcuni imprenditori”.

 

***Ps: In realtà i reati come la diffamazione e quelli sanzionati dalla Legge Mancino, citati da Colosimo che dice di volerli escludere da quelli che fanno entrare nelle “liste degli impresentabili”, sono già ora esclusi. La presidente mostra di non conoscere neppure le regole della commissione di cui è presidente. 

Il Fatto quotidiano, 5 agosto 2023
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