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Alessandra Appiano, un premio che fa scendere il cielo sulla nostra terra

Alessandra Appiano, un premio che fa scendere il cielo sulla nostra terra

Alessandra Appiano resta viva nella memoria dei suoi amici, dei suoi lettori, dei suoi telespettatori. Scrittrice, personaggio televisivo, ambasciatrice della ong Oxfam, Alessandra è stata ricordata anche a Siracusa, nei giorni scorsi, con il premio letterario a lei dedicato, arrivato alla sesta edizione.

Fu istituito nel 2018 in memoria della scrittrice, morta quell’anno mentre era ricoverata in un ospedale milanese del gruppo San Raffaele per una grave depressione. Seguì un processo – fortemente voluto dal marito, il nostro amico Nanni Delbecchi, critico televisivo del Fatto – che però non arrivò a individuare le responsabilità penali del fatto che Alessandra riuscì a fuggire indisturbata dal reparto psichiatrico della struttura in cui aveva lei stessa richiesto di essere curata e protetta.

Il Premio letterario Alessandra Appiano punta a dare luce a opere che affrontano il tema della malattia mentale. La sua giuria è composta da autrici, autori e volti del mondo dello spettacolo (Franco Cordelli, Silvia Truzzi, Marco Garavaglia, Chiara Gamberale, Daniela Marcheschi, Nanni Delbecchi, Diego Dalla Palma e Ottavia Piccolo). Quest’anno è stato assegnato a Giorgio Boatti, autore del romanzo Abbassa il cielo e scendi (Mondadori) e consegnato a un passo dal mare, nel cortile del Castello Maniace di Ortigia, il 18 giugno, serata conclusiva del Siracusa Book Festival 2023.

Quella di Boatti, si legge nella motivazione del premio, “è una storia che alza il velo sulla quotidianità di una patologia psichiatrica che fa paura, produce stigma e mostra che cosa accade nella vita reale quando ci si ritrova a fare i conti con un figlio e un fratello che si è perso l’anima tra le percezioni distorte della malattia”.

Boatti nel romanzo racconta infatti la storia vera del suo rapporto con il fratello Bruno, che passa dagli studi in seminario alle avventure di un improbabile servizio militare, poi al lavoro come impiegato comunale, fino a giungere alla condizione di malato di schizofrenia e cioè al ruolo di “pietra scartata”. Questa storia privata s’intreccia con cinquant’anni di storia pubblica d’Italia.

L’apertura è il Salmo 144: “L’uomo è come un soffio e i suoi giorni sono come l’ombra che passa. Abbassa i tuoi cieli, o Eterno, e discendi, ed essi fumeranno”. Da questa citazione, che dà il titolo al libro, si dipana il romanzo. “Dei matti”, scrive Boatti, “una volta spariti dalle loro case, non se ne parla più. È come se fossero dei morti rimasti in vita, con l’unica differenza che per i morti facciamo altari, album delle fotografie, celebrazioni. Dei matti no: quelli sono morti da dimenticare al più presto”.

Nel corso della serata di premiazione è stato mostrato per la prima volta Il cavallo di Musil, una videoinchiesta di Nanni Delbecchi e Vito Oliva sulla sindrome depressiva – la stessa che ha segnato la fine della vita di Alessandra – e che incrocia gli interventi degli psichiatri Andrea Fagiolini e Maurizio Pompili, degli scrittori Fuani Marino e Andrea Pomella, del docente di letteratura italiana Stefano Redaelli e dell’attrice Evelina Nazzari.

Su Alessandra è possibile vedere – sulla piattaforma Raiplay – il docufilm di Nanni Delbecchi Amica di salvataggio, già andato in onda su Rai2. A lei è dedicato un sito – all’indirizzo www.amicidisalvataggio.it – che prende il nome dal più noto dei suoi romanzi, Amiche di salvataggio, edito da Sperling & Kupfer e vincitore del premio Bancarella nel 2003. Da un premio all’altro.

Il Fatto quotidiano, 29 giugno 2023
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