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Una storia italiana. Ultimo atto

Una storia italiana. Ultimo atto

1. Il ricovero al San Raffaele

Di nuovo al San Raffaele: Silvio Berlusconi è stato ricoverato ieri pomeriggio, a soli venti giorni dalle dimissioni del 19 maggio, quando era rientrato ad Arcore dopo una degenza di 45 giorni per una complicanza polmonare dovuta alla leucemia cronica che gli era stata diagnosticata. I suoi medici, Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri, hanno emesso ieri un primo bollettino dai toni rassicuranti: “Il presidente è attualmente ricoverato all’ospedale San Raffaele per l’esecuzione di accertamenti programmati in relazione alla nota patologia ematologica a causa dell’infezione polmonare legata a una leucemia mielomonocitica cronica”. Secondo Zangrillo e Ciceri, la decisione di anticipare i controlli “risponde a criteri clinici di normale pratica in medicina e non è correlata ad alcuna criticità né allarme”.

Ma se il ricovero improvviso si è reso necessario, dopo che alcuni valori clinici avevano superato le soglie d’allarme, significa che non era più sufficiente l’assistenza ordinaria che gli viene prestata in una stanza della sua villa appositamente attrezzata, dove viene costantemente tenuto sotto controllo. La notizia del ricovero ha colto di sorpresa i politici a lui vicini. Del resto, per oggi era in programma ad Arcore un vertice tra il leader di Forza Italia e i ministri del suo partito, guidati da Antonio Tajani, capodelegazione e coordinatore nazionale di Fi, per fare il punto sulla situazione politica. Il vertice è stato annullato e rinviato a data da destinarsi, dunque il ricovero ha cambiato il calendario previsto.

Al San Raffaele, Berlusconi è stato ricoverato al Q1, il reparto di degenza ordinaria e non di terapia intensiva dove già aveva trascorso la parte finale della sua ultima degenza. Era accompagnato da Marta Fascina, sua compagna e deputata azzurra. Li aveva poi raggiunti all’ospedale anche la figlia primogenita, Marina. Il leader della Lega, Matteo Salvini, dopo aver postato sui social il messaggio “Forza Silvio!”, ha parlato al telefono con Berlusconi ieri durante una pausa del processo Open Arms in corso a Palermo (in cui è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio).

Ha chiamato al telefono Marta Fascina che gli ha passato l’ex presidente del Consiglio: “È stata l’occasione per un saluto affettuoso”, hanno spiegato fonti della Lega, “Salvini ha chiesto rassicurazioni sulla salute del presidente e i due hanno scambiato anche un paio di battute scherzose sul calcio”.

La forma di leucemia diagnosticata a Berlusconi è una forma cronica che, come spiega Livio Pagano, direttore di Ematologia geriatrica ed Emopatie rare della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, “ha una prognosi migliore rispetto a una leucemia acuta, perché è meno aggressiva. È una malattia del sangue caratterizzata da un aumento dei monociti, una componente dei globuli bianchi prodotti nel midollo osseo. Non ci troviamo ancora di fronte a una leucemia acuta. I pazienti con questa patologia possono essere trattati con farmaci che sono estremamente efficaci e possono avere prospettive di lunga sopravvivenza anche se hanno una età avanzata”. (Il Fatto quotidiano, 10 giugno 2023) 

2. La morte

Non solo funerali di Stato, ma anche lutto nazionale, per Silvio Berlusconi. Se n’è andato ieri mattina, a 86 anni.
Dopo un ricovero improvviso al San Raffaele, spacciato in un primo momento per un controllo di routine dal suo medico personale, Alberto Zangrillo. In realtà la leucemia che lo aveva attaccato da un paio d’anni ha trovato un corpo fragile che nella notte tra domenica e lunedì è stato fiaccato da un “evento acuto” da cui non è riuscito a riprendersi, malgrado fosse riuscito a superare l’infezione polmonare e l’insufficienza renale che tanto avevano preoccupato i suoi medici durante il ricovero precedente, dal 5 aprile al 19 maggio. Zangrillo si era precipitato in ospedale alle 4 di notte, ma un paio d’ore dopo la situazione si era confermata gravissima.

Erano stati avvisati il fratello Paolo e i figli Marina, Eleonora, Barbara e Pier Silvio, che sono corsi al San Raffaele e si sono aggiunti alla compagna, Marta Fascina. Poi, alle 9.30, è arrivato il decesso. Alle 13.53 dal cancello del San Raffaele è uscito il furgone nero con la salma, diretto verso villa San Martino di Arcore, la sua residenza.

Lì, davanti all’ingresso, erano intanto arrivati il gonfalone del Comune di Arcore listato a lutto e alcuni sostenitori avvolti nella bandiera di Forza Italia, confusi nella piccola folla di cronisti, fotografi, video-operatori. Nel prato a destra dell’ingresso della villa si sono accumulate sciarpe e bandiere del Milan, del Monza Calcio e dell’Arcore Basket, accanto a un vessillo di Forza Italia e a un cartello con una grande foto di Berlusconi sopra la scritta “Ciao Presidente”.

La camera ardente è diventata un piccolo giallo. È stata prima annunciata: sarebbe stata aperta da stamattina presso lo studio 20 di Mediaset, a Cologno Monzese, dove sarebbe stato possibile andare a rendere omaggio al leader di Forza Italia. Poi smentita: per ragioni di ordine pubblico, per problemi di sicurezza, per decisione della famiglia. Mentre le spiegazioni si succedevano e si contraddicevano, è arrivato l’annuncio che la camera ardente sarebbe stata allestita nella villa di Arcore, ma aperta soltanto per i famigliari, gli amici, le personalità.

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala aveva offerto alla famiglia Berlusconi la Sala Alessi di palazzo Marino, sede del Comune: “Ho proposto, tramite Fedele Confalonieri, alla sua famiglia la Sala Alessi per la camera ardente. Però ovviamente sono cose che stanno nella volontà della famiglia”.

La famiglia ha confermato la scelta “privata” di villa San Martino. Poi, mercoledì 14 giugno, alle 15, ci saranno i funerali di Stato nel Duomo di Milano. A deciderlo, è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. È la legge numero 36 del 1987 a dare la possibilità al capo del governo in carica di concedere i funerali di Stato a chi abbia ricoperto in vita una delle cinque alte cariche dello Stato (presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, presidenti del Senato, della Camera e della Corte costituzionale).

Berlusconi è un “pregiudicato” condannato per frode fiscale (per aver nascosto al fisco italiano 368 milioni di dollari, di cui 7,3 sopravvissuti alla prescrizione), benché nel 2018 sia stata accolta la sua istanza di “riabilitazione”. Ma avrà l’onore dei funerali di Stato. Non solo: anche quello della proclamazione del lutto nazionale, deciso per mercoledì (la giornata dei funerali) dal sottosegretario Alfredo Mantovano. Il lutto nazionale non era stato proclamato in passato né per Ciriaco De Mita (morto nel 2022), né per Emilio Colombo e Giulio Andreotti (entrambi morti nel 2013).

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha emesso ieri un comunicato in cui dice: “Apprendo con profonda tristezza la notizia della morte di Silvio Berlusconi, fondatore e leader di Forza Italia, protagonista di lunghe stagioni della politica italiana e delle istituzioni repubblicane. Berlusconi è stato un grande leader politico che ha segnato la storia della nostra Repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi. La leadership di Berlusconi ha contribuito a plasmare una nuova geografia della politica italiana. Ha progressivamente integrato il movimento politico da lui fondato nella famiglia popolare europea favorendo continuità nell’indirizzo atlantico ed europeista della nostra Repubblica”. (Il Fatto quotidiano, 13 giugno 2023)

3. I preparativi dell’addio

Oggi è il giorno del congedo solenne, dei funerali di Stato che saluteranno Silvio Berlusconi nel Duomo di Milano, alla presenza delle autorità e di duemila persone che saranno ammesse all’interno della cattedrale. All’esterno, due maxi schermi permetteranno di seguire le esequie anche a chi non riuscirà ad entrare. Il Comune ha proposto un limite di 20 mila persone (come per i concerti) nella piazza che sarà transennata fin dalle 10 del mattino.

Le esequie, alle 15, saranno celebrate dall’arcivescovo Mario Delpini, davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al commissario europeo Paolo Gentiloni in rappresentanza della Commissione Ue. Saranno presenti anche Matteo Salvini, Elly Schlein, Carlo Calenda, Matteo Renzi. Giuseppe Conte invece non parteciperà. Conferma “i sentimenti di vicinanza e sincero cordoglio per i familiari e tutti coloro che hanno amato Berlusconi, ma ha deciso di non partecipare ai funerali per rispetto e coerenza con la storia, le sensibilità, i valori e i principi del Movimento, che hanno sempre visto in Berlusconi un antagonista politico”.

Ma chi entrerà nell’area vip, oltre ai politici di prima fila, gli amici e i parenti? Ieri si è scatenata la caccia al pass per l’accesso nell’area riservata, con un difficile lavoro di mediazione da parte di chi deve decidere gli ingressi: da una parte la famiglia, dall’altra il cerimoniale della presidenza del Consiglio, la prefettura e l’autorità di pubblica sicurezza. I funerali di Stato sono stati preparati ieri con una riunione alla prefettura di Milano, per decidere le misure di sicurezza e il cerimoniale, presenti il prefetto di Milano Renato Saccone, il questore Giuseppe Petronzi, il capufficio del cerimoniale di Stato Francesco Piazza e un rappresentante della Veneranda Fabbrica del Duomo. Intanto ieri ad Arcore è continuato il pellegrinaggio dei parenti, degli amici e delle personalità venute a porgere l’estremo saluto al leader di Forza Italia.

In serata è arrivata Meloni, prima di lei erano passati il ministro degli Esteri e coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, il presidente del Senato Ignazio La Russa, l’amico di una vita Gianni Letta, il collaboratore già condannato per mafia Marcello Dell’Utri. Ma anche la capogruppo forzista al Senato Licia Ronzulli e lo storico capitano del Milan Franco Baresi. Non è mancato qualche respingimento: fermati all’ingresso il comico Massimo Boldi e l’ex senatore di Forza Italia Antonio Razzi.

Davanti alla villa San Martino si è radunato anche ieri un piccolo gruppo di sostenitori, fan e curiosi. Molti gli striscioni di omaggio, le bandiere di Forza Italia, le sciarpe e le insegne del Milan e del Monza Calcio. Perfino uno striscione degli ultras del gruppo Vikings della Juventus. Sul piccolo prato di fronte all’entrata della villa si sono accumulati mazzi di fiori, bandiere, cartelli, oggetti lasciati come ricordo.

Ieri Piersilvio Berlusconi, presidente di Mediaset, ha inviato una lettera affettuosa a tutti i dipendenti dell’azienda: quasi una risposta ai due giorni di rialzo in Borsa dei titoli Mediaset, interpretabili come una scommessa dei mercati su possibili cambiamenti societari e vendite di quote. (Il Fatto quotidiano, 14 giugno 2023)

Il viaggio dal San Raffaele verso Arcore

 

Il Fatto quotidiano, 15 giugno 2023
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