MILANO

Caro sindaco, lasci stare La Russa e vada da Ilaria

Caro sindaco, lasci stare La Russa e vada da Ilaria

La protesta gentile di Ilaria prosegue davanti al Politecnico di Milano: dorme in una tenda piantata di fronte alla sua università per richiamare l’attenzione sull’insopportabile caro affitti in città. Ilaria Lumera, 23 anni, studentessa di ingegneria ambientale, impiega due ore e dieci minuti all’andata e due ore e dieci minuti al ritorno, dal “Poli” a casa, ad Alzano Lombardo, provincia di Bergamo, già noto per essere stato uno dei centri dell’epidemia di covid.

“Se volessi trovare casa a Milano, dovrei pagare fino a 600 euro al mese per una stanza, spese escluse”, dice. Ha deciso la sua protesta gentile non per sé, ma per sensibilizzare i suoi compagni d’università, d’accordo con gli amici del suo gruppo studentesco, “Terna sinistrorsa”, nome ironico che sarebbe piaciuto a Gadda, che da ingegnere sapeva bene che cosa sono gli assi cartesiani, destrorsi e sinistrorsi.

I prezzi altissimi degli immobili non sono un evento naturale, ma il risultato delle politiche dell’amministrazione Sala, che ha premiato i fondi immobiliari e tenuto gli oneri d’urbanizzazione più bassi d’Europa, in una Milano trasformata in un paradiso fiscale del business immobiliare

Proprio mentre Ilaria sta spiegando la sua protesta al cronista del Fatto quotidiano, le arriva sul cellulare la telefonata del sindaco, uno dei responsabili della “bolla immobiliare” che ha fatto di Milano la città più cara d’Italia e una delle più care d’Europa in rapporto agli stipendi.

Giuseppe Sala le dice che il problema sollevato da Ilaria non è risolvibile in tempi brevi, perché l’amministrazione oggi “non ha soldi”. Per ora è difficile fare qualcosa nell’immediato, forse una soluzione la si potrà trovare per la prossima generazione. Comunque dopo il 2026 arriverà il villaggio olimpico di Porta Romana, che sarà trasformato in studentato. E appena possibile, riprenderanno i lavori del “Tavolo” che riunisce i rappresentanti degli studenti di tutte le università milanesi, insieme ai rappresentanti dei costruttori, dei proprietari di case, di Airbnb e ad alcuni consiglieri comunali. Ilaria è contenta di aver almeno attirato, con la sua tenda, l’attenzione del sindaco.

Ciò che Sala non le dice è che l’aumento dei prezzi degli immobili, che colpisce gli studenti ma più in generale tutti i cittadini che vorrebbero continuare a vivere a Milano, non è un evento naturale o una beffa del destino cinico e baro, ma il risultato delle politiche della sua amministrazione, delle scelte sue e dei suoi predecessori, che hanno puntato sulla “attrattività”, hanno dato il via libera a centinaia di operazioni edilizie premiando i fondi immobiliari, regalando loro la possibilità di costruire troppo e con gli oneri d’urbanizzazione più bassi d’Europa, in una Milano trasformata in un paradiso fiscale del business immobiliare. Intanto i cittadini o riescono a entrare nella categoria del rentier-massa, o sono minacciati dall’espulsione dalla città.

Passati dieci minuti, Sala ha esaurito il tempo da dedicare a Ilaria. Ha altro per la testa. Il super-affare immobiliare, per esempio, da realizzare a San Siro con la scusa del nuovo stadio (a Milan e Inter che vogliono accelerare i tempi, abbattere il Meazza e far saltare i referendum cittadini, ha risposto, in un comunicato ufficiale: “Non posso che comprendere in pieno le loro ragioni”).

Oppure abbracciare Ignazio La Russa, come ha documentato una foto sul Corriere scattata durante la commemorazione di Sergio Ramelli: salutare il presidente del Senato, stringergli la mano, è cortesia istituzionale, per il sindaco di Milano. Ma abbracciarlo? L’abbraccio è segno di amicizia, di vicinanza, di sostegno a ciò che l’abbracciato sta facendo: e Ignazio Benito La Russa stava celebrando il rito fascista che ogni anno si ripete a Milano il 29 aprile, davanti alle braccia tese nei saluti romani, con il triplice grido “Camerata Ramelli!” a cui si risponde: “Presente!”.

Condannare uno sciagurato assassinio è sacrosanto. Ma l’abbraccio? Rischia di essere un affettuoso segnale di complicità con la celebrazione fascista in corso. Signor sindaco, lasci stare San Siro e La Russa e vada da Ilaria davanti al Politecnico.

L’abbraccio è segno di amicizia, di vicinanza, di sostegno a ciò che l’abbracciato sta facendo: e Ignazio Benito La Russa stava celebrando il rito fascista che ogni anno si ripete a Milano il 29 aprile, davanti alle braccia tese nei saluti romani

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Il Fatto quotidiano, 5 maggio 2023
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