MILANO

San Siro, non solo stadio. Il cemento galoppa nell’area del Trotto

San Siro, non solo stadio. Il cemento galoppa nell’area del Trotto

È l’altra faccia (quella nascosta) della luna: è l’area degli ippodromi di Milano. Sì, perché a San Siro, oltre al calcio, c’è anche l’ippica. Ma mentre sulla sorte del Meazza e sull’affare immobiliare attorno al nuovo stadio che Milan e Inter vorrebbero edificare c’è dibattito e anche polemica, sul destino dell’area accanto, dove ci sono il Trotto e le scuderie, il silenzio è pressoché totale.

Questa storia silenziosa parte nel 2013, quando Snaitech, il colosso dei giochi e delle scommesse, vende l’ippodromo di Milano ormai fuori uso e tutti i terreni attorno, per un totale di 149 mila metri quadri: a Hines, una delle maggiori società immobiliari al mondo. I cavalli che trottano o galoppano ormai non rendono più, rende l’immobiliare. Hines annusa l’affare, compra l’area e prepara un progetto di residenze di lusso. Chiede di edificare 97 mila metri quadri, indice di edificabilità 0,65 (il Pgt, Piano di governo del territorio, imporrebbe un indice ben più basso: 0,35).

Nel 2014 arriva l’atto che segna tutta la storia: una determina dirigenziale del Comune di Milano (firmata da Simona Collarini) che cambia la destinazione d’uso dell’area. Da pubblico a privato. L’operazione immobiliare può partire. Chi è, in quel momento, l’assessore all’urbanistica da cui dipende la dirigente che firma il cambio? Ada Lucia De Cesaris, ieri vicesindaca di Giuliano Pisapia e oggi capo dei renziani di Italia Viva a Milano che, terminata l’esperienza amministrativa, è tornata a fare l’avvocato d’affari. Ma ne dovremo riparlare tra qualche riga.

“La trasformazione da pubblico a privato non si può fare con determina dirigenziale”, spiega Sergio Brenna, urbanista e già docente al Politecnico di Milano, “è necessaria una variante del Pgt, che deve passare dal Consiglio comunale. Un dirigente può al massimo firmare il passaggio da una destinazione pubblica a un’altra pubblica”. Ma nessuno fiata e ormai la cosa è fatta.

Negli anni seguenti filtrano poche informazioni su che cosa stiano distillando i nuovi padroni dell’area. Quello che è certo è che terreni finora verdi saranno urbanizzati, con la costruzione di torri e palazzi. “Siamo investitori di lungo periodo con l’idea chiara di lavorare su condomini residenziali in affitto”, ha dichiarato nel 2020 Mario Abbadessa, capo della filiale italiana di Hines. Le intenzioni dichiarate sono di costruire una parte di residenze di lusso da vendere, una parte da affittare a prezzi di mercato (milanese) e una parte (chissà) a prezzi calmierati. Nell’affare entra anche Axa, la compagnia assicurativa francese. Con il suo braccio operativo immobiliare Red Brick compra da Hines 18 mila metri quadrati.

Le ruspe cominciano a lavorare. Dovrebbero salvarsi, protette dalla Soprintendenza alle belle arti, le palazzine della biglietteria sud dell’ippodromo, la “stecca” verso via Aldobrandini e la forma (solo la forma) dell’anello ippico. Le scuderie “De Montel”, architettura liberty datata 1915, dovrebbero diventare il “Teatro delle Terme”, progettato dallo studio Marzorati e irrorato dalle acque sulfuree che saranno portate alla superficie da una profondità di 300 metri. Questa parte del business è stata rilevata per 7 milioni di euro dalla San Siro investimenti dell’immobiliare italo-elvetica Vicom e dell’imprenditore Valentino Tomasoni.

Nei sogni degli operatori immobiliari in quest’area ci sono molti grattacieli: come Hippodrhome, torre di 22 piani in via Ippodromo, e un’altra torre di 20 piani in via Trenno. Che cosa si costruirà davvero e, soprattutto, quanto? Ancora non è dato saperlo. Non ci sono notizie di trattative già aperte con il sindaco Giuseppe Sala, ora già molto impegnato nella partita con Milan e Inter per il nuovo stadio di San Siro.

A proposito, fanno notare gli urbanisti, in una città normale l’area degli ippodromi e quella contigua del Meazza sarebbero state trattate insieme, con un unico progetto per realizzare una “cittadella dello sport”. Invece l’amministrazione Sala ha preferito dare subito il via a Milan e Inter, mantenendo il silenzio sull’area ippica. Forse per non mostrare insieme le enormi volumetrie che saranno permesse su un’area ora verde, con un consumo di suolo di cui Milano ha già il record italiano.

Eppure un collegamento tra ippica e calcio c’è: è Ada Lucia De Cesaris, che dopo aver concesso il cambio di destinazione d’uso per l’area del Trotto è diventata legal advisor di Milan e Inter, fiera sostenitrice del progetto di abbattimento del Meazza. Anche perché lo stadio attuale è ad appena tre metri dalle case di lusso che dovrebbero sorgere sui terreni dell’ippodromo: meglio abbatterlo e costruirne uno nuovo più in là.

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Il Fatto quotidiano, 20 settembre 2022
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