CULTURE

Milano e Sala salvino la scuola Vivaio, eccellenza della città

Milano e Sala salvino la scuola Vivaio, eccellenza della città

Milano non sa proteggere e valorizzare le sue eccellenze. Quelle pubbliche, intendo. Quelle private (dalla moda alla Bocconi, fino alla Fondazione Prada) si valorizzano da sé. Le eccellenze collettive, di tutti, quelle dove c’è più cultura che marketing, più sostanza che storytelling, più uguaglianza che ricchezza, sono invece abbandonate a se stesse, quando non sono lasciate morire, in questa città che è bella ma crudele come certe donne dei romanzi di James Ellroy.

Una di queste eccellenze è la scuola media di via Vivaio. È da decenni un’esperienza di scuola pubblica che offre a tutti i suoi ragazzi una formazione scolastica incentrata sull’inclusione: “È inclusiva una scuola che permette a tutti gli alunni, tenendo conto delle loro diverse caratteristiche sociali, biologiche e culturali, non solo di sentirsi parte attiva del gruppo di appartenenza, ma anche di raggiungere il massimo livello possibile in fatto di apprendimento”.

Così promette, e mantiene, anche grazie al suo genius loci: è parte dell’Istituto dei Ciechi di via Vivaio, è a tutti gli effetti la “scuola Media Statale per Ciechi di via Vivaio” – questo il suo nome completo. “Attua un progetto di co-educazione e integrazione tra allievi vedenti, non vedenti e con altre disabilità. Attraverso lo studio delle diverse discipline, della musica e dello strumento musicale, la scuola si propone di far acquisire agli alunni non solo un sapere, ma anche un saper fare e un saper essere”. Ai ragazzini e alle ragazzine che frequentano la Vivaio sono offerti il tempo pieno, la piena integrazione con chi ha qualche disabilità, molto lavoro di gruppo e una ottima formazione musicale, che è la specialità della casa.

Ebbene: tutto ciò sta per finire. Il Comune di Milano ha spiegato nei mesi scorsi che l’affitto che deve pagare all’Istituto dei Ciechi per mantenere la scuola in quell’edificio (650 mila euro l’anno) è troppo caro. “La legge di contenimento della spesa pubblica prevede la dismissione di queste affittanze”, aggiunge la vicesindaca Anna Scavuzzo. Il contratto d’affitto scade il 31 dicembre. Ma il sindaco Giuseppe Sala non ha dato segni di preoccupazione, lui di solito così attivo e presente quando c’è da valorizzare le eccellenze private, quando c’è da trattare con i grandi operatori immobiliari, quelli che fanno ricchi affari sulle aree degli scali Fs o attorno allo stadio di San Siro.

In questa partita è invece assente, silente, muto, non pervenuto. Lascia parlare i suoi, che tirano in lungo, minimizzano, rassicurano: “L’offerta formativa sarà mantenuta”. Ma intanto propongono il trasloco della scuola in Bovisasca, o al Corvetto, negli spazi liberi di edifici che già ospitano istituti scolastici  onnicomprensivi. Più complicato l’eventuale passaggio in via D’Annunzio, sui Navigli, o a Brera, nell’edificio che il Comune vorrebbe liberare dalla Scuola Montessori. Ogni trasloco sarebbe comunque uno sradicamento: sarebbe strappare da un Vivaio già messo a dura prova dagli anni del Covid molte piantine da trapiantare in un ambiente nuovo, poco adatto alle particolarità della scuola.

Chi scrive deve qui confessare un suo piccolo conflitto d’interessi: la Vivaio è la scuola frequentata dalle sue figlie, negli anni scorsi Olga e oggi Nora. Ma proprio per questo conosce quanto valga questa eccellenza della città e quanto importante (e delicato) sia il suo genius loci, quanto cruciale sia il legame con l’Istituto dei Ciechi e con gli spazi che permettono l’integrazione e l’espressione delle diverse abilità. E lo svolgimento delle attività musicali, di quelle sportive, dei concerti di Natale, del 25 aprile, di fine anno. Aspettiamo che il sindaco faccia sentire la sua voce e faccia vedere le sue abilità manageriali e amministrative; che trovi il modo di salvare questo bene collettivo, questa eccellenza di Milano.

Nella foto:  il concerto di Natale 2021, le terze medie A e B cantano “Carol of the bells” (16 dicembre 2021)

 

Il Fatto quotidiano, 17 dicembre 2021
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