CORONAVIRUS

Annuncio di terza ondata? A Milano crescono le chiamate al 112

Annuncio di terza ondata? A Milano crescono le chiamate al 112

L’ultimo allarme che preoccupa i tecnici del ministero della Salute a Roma, impegnati a preparare le misure per l’Italia dopo il 7 gennaio, viene da Milano: è l’aumento degli interventi delle autoambulanze in città e in tutta la Lombardia. È un segnale di partenza della terza ondata?

A essere allarmanti sono gli ultimi dati comunicati da Areu, l’azienda regionale lombarda emergenza urgenza. I diagrammi delle chiamate in Lombardia per emergenze respiratorie e infettive (quindi presumibilmente Covid) mostrano che, dopo i picchi della prima settimana di novembre 2020 (oltre 500 interventi al giorno nell’area Metropolitana Milano-Monza), era iniziata una costante discesa, almeno a partire dal 10 novembre.

Verso la fine dell’anno il trend s’inverte. Il 28 dicembre gli interventi sono stati 153 nell’area Metropolitana (Milano, Monza), 85 nell’area Alpina (Bergamo, Brescia, Sondrio), 83 nell’area Pianura (Cremona, Lodi, Mantova, Pavia), 64 nell’area Laghi (Lecco, Como, Varese). Il 2 gennaio il nuovo picco: 207 interventi a Milano-Monza, 96 a Bergamo-Brescia-Sondrio, 87 a Lecco-Como-Varese, 86 a Cremona-Lodi-Mantova-Pavia.

Ora dobbiamo attendere i dati dei giorni seguenti, per capire se si è trattato di una variazione temporanea o se la tendenza al rialzo si consolida. Certo che quello che conta è il trend, ma questo già ci dice che nell’area Milano-Monza la crescita è allarmante: del 33 per cento il 2 gennaio rispetto ai 14 giorni precedenti.

Forse ancora più allarmante è il confronto tra prima e seconda ondata della pandemia da Covid-19. Sovrapponendo i diagrammi degli interventi d’emergenza nell’area Milano-Monza nei periodi dal 1 marzo a giugno (prima ondata) e dal 15 ottobre a oggi (seconda ondata), si vede come i due tracciati siano pressoché sovrapponibili: c’è una crescita che dura circa 28 giorni (da 100 a 500 interventi giornalieri) e poi una discesa costante, fin sotto i 100 interventi nella prima ondata. Ma non nella seconda: dopo il 78esimo giorno, a fine 2020, la curva risale e s’impenna di nuovo, come abbiamo visto, tornando sopra i 200 interventi giornalieri dei primi giorni dell’anno nuovo.

È già l’inizio della terza ondata? Oppure è solo il risultato dei giorni dello shopping pre-natalizio? Saranno i dati dei prossimi giorni a fornire la risposta. Intanto però le preoccupazioni dei tecnici aumentano. “La terza ondata è una certezza”, dice il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università di Milano, “l’Istituto superiore di sanità valuterà l’andamento dei contagi nella prossima settimana e il peggioramento potrà avvenire a metà mese”.

L’Italia divisa in zone e le limitazioni delle aree rosse, secondo Pregliasco, “hanno funzionato e hanno piegato la curva, ma in questi ultimi giorni c’è stato un rallentamento della discesa. Stiamo mitigando la malattia, riducendo la velocità di contagio, ma non riusciamo a controllarla”.

di Gianni Barbacetto e Andrea Sparaciari, Il Fatto quotidiano, 5 gennaio 2021
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