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Miracoli (politici) e caduta (mafiosa) della Valle d’Aosta

Miracoli (politici) e caduta (mafiosa) della Valle d’Aosta

La Vallée era ancora il paese felice, sano e alpino di una Heidi in versione francofona. In principio era Augusto Rollandin, il più longevo presidente della Valle d’Aosta, per gli amici “Guste” (traduzione in patois franco-provenzale-valdostano del suo nome Augusto), per gli avversari “l’Empereur” (l’imperatore), per tutti gli altri “Rolly”. Poi sono arrivate Mani pulite, la scoperta della corruzione, gli arresti per tangenti, il crac del Casinò di Saint-Vincent, le indagini per mafia.

In un paio d’anni si sono rapidamente susseguiti quattro presidenti regionali – Pierluigi Marquis, Laurent Viérin, Nicoletta Spelgatti, Antonio Fosson – fino a qualche giorno fa, quando quest’ultimo – accusato di scambio elettorale politico-mafioso e fotografato mentre entrava nel ristorante pizzeria “La Rotonda” del boss Tonino Raso, che secondo i magistrati “gli dettava la linea politica” – si è dimesso, pur proclamando la sua innocenza.

Così Heidi si è trovata a cantare tristi canzoni in patois, aspettando che la bruma si diradi. Forse sta pensando che abbia proprio ragione quel rompiscatole di Roberto Mancini, uomo di cultura e giornalista free lance che da almeno dieci anni scrive che dietro la Valle d’Aosta da cartolina c’è un sistema di potere spietato, corrotto, incistato con la ’ndrangheta.

Rollandin, dunque. Presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta per 15 anni, dal 1984 al 1990 e poi dal 2008 al marzo 2017. C’era ancora il partito-Stato, anzi il partito-Regione – l’Union Valdôtaine – da sempre al potere in Valle e da sempre filogovernativa, con la destra e la sinistra, purché continuassero ad arrivare i fondi pubblici che affluiscono in Valle.

È con “Rolly” che la storia politica della Vallée comincia a intrecciarsi con la storia giudiziaria. Negli anni Novanta scoppia lo scandalo dei “trasporti d’oro”, contributi illegittimi erogati alle autolinee valdostane. Nel 2008 torna a fare il presidente della Valle, con un plebiscito di 14 mila preferenze (il secondo si ferma a 5 mila). Il gioco s’inceppa nella primavera del 2017. L’eterno imperatore Augusto viene fatto fuori dagli stessi partiti autonomisti, da sempre padroni della Valle, che cominciano a scomporsi e ricomporsi a seconda delle stagioni.

Si forma una nuova maggioranza con partiti dai nomi consoni alla Valle della Heidi patoisante: Stella Alpina, Alpe, Union Valdôtaine Progressiste. “Rolly” è sostituito da Marquis, mentre la sua Union Valdôtaine viene ricacciata all’opposizione insieme al Pd, eterno alleato di Rollandin. Intanto si rompe l’incanto arcadico del territorio tutto bellezze alpine e sane tradizioni. Il procuratore di Aosta facente funzioni, Pasquale Longarini, nel 2017 finisce agli arresti domiciliari: è accusato di sponsorizzare presso un amico albergatore l’imprenditore del Caseificio Valdostano, Gerardo Cuomo.

Una delle aziende più importanti della regione, il Casinò de la Vallée, grande centro di potere e di clientele per i politici valdostani, arriva a un soffio dalla bancarotta. Per la gestione allegra del casinò sono messi sotto inchiesta 22 politici, tra cui l’immancabile Rollandin.

Poi arriva la scoperta – ma Mancini aveva lanciato l’allarme da anni – che in Valle è saldamente insediata una “locale” di ’ndrangheta. Parte l’inchiesta “Geenna” della Procura di Torino. Un certo Giuseppe Nirta, di casa ad Aosta e in affari con il Caseificio valdostano di Gerardo Cuomo, grande amico del procuratore Longarini, viene ucciso nel giugno 2017 in Spagna. Omicidio di ’ndrangheta: Nirta secondo gli investigatori aveva messo su un bel traffico di cocaina tra Spagna, Calabria e Valle d’Aosta.

A gennaio 2019 gli investigatori sostengono che il capo della “locale” valdostana è Marco Fabrizio Di Donato, cognato del Giuseppe Nirta ucciso in Spagna, fiancheggiato da suo fratello Bruno e da Tonino Raso, il titolare del ristorante pizzeria “La Rotonda”, dove avvenivano gli incontri in cui si decidevano scelte, strategie, business. Un bel gomitolo di appalti, incarichi pubblici, traffici di coca.

Non senza rapporti eccellenti, con la magistratura e la politica. Il procuratore Longarini aveva qualche amicizia almeno inopportuna. Tre politici dell’Union Valdôtaine (Marco Sorbara, ex assessore ad Aosta e poi consigliere regionale; Monica Carcea, assessore a Saint-Pierre; Nicola Prettico, consigliere comunale ad Aosta) un anno fa sono stati arrestati con l’accusa di “essere a disposizione” del gruppo ’ndranghetista. Aiutavano gli affiliati della cosca a ottenere (o mantenere) incarichi pubblici, come il servizio di trasporto scolastico, effettuato dalla Passenger Transport, azienda intestata al cognato di Tonino Raso. In cambio, i calabresi davano una mano e i loro voti agli amici dentro la politica.

Fino all’arresto di Fosson – ex Union Valdôtaine, poi fondatore di Pour Notre Vallée, infine Stella Alpina – per due volte assessore regionale alla Sanità, riferimento di Comunione e liberazione in Valle e ora dimissionario, in attesa che Heidi patoisante ritrovi, se potrà, la sua spensieratezza.

Il Fatto quotidiano, 17 dicembre 2019
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