AFFARI

“Aiutiamoli a casa loro”: gelaterie in Libano e altre avventure (fallite)

“Aiutiamoli a casa loro”: gelaterie in Libano e altre avventure (fallite)

Metti 3 milioni e mezzo di euro, soldi pubblici, per finanziare una catena di gelaterie italiane in Libano. La società “Gastronomia Italiana Holding” spende, ma non decolla. Nell’agosto 2017 chiude. Valore residuo: 2 euro. È solo la più pittoresca delle avventure finanziarie della Regione Lombardia di Roberto Maroni, che in pochi anni ha perso 10 milioni di euro investiti in Paesi del Nordafrica.

A denunciarlo sono i consiglieri regionali del Movimento 5 stelle, non senza qualche battuta sullo scandalo dei rimborsi che li riguarda: “Abbiamo controllato, i parlamentari lombardi e i consiglieri regionali M5s della Lombardia hanno restituito tutto regolarmente”, dice Stefano Buffagni. “Noi in Regione abbiamo restituito 1,5 milioni di euro, messi in un fondo per le piccole imprese che ha contribuito a far nascere 163 nuove aziende. Ma noi siamo quelli incompetenti. Ora vi diciamo come hanno buttato i soldi quelli competenti”.

Segue il racconto dell’impegno della Regione Lombardia in Nordafrica. Finlombarda, la finanziaria regionale, ha costituto nel 2001 Finlombarda Sgr, società di gestione del risparmio. Questa nel 2006 dà vita a Euromed, fondo mobiliare chiuso di venture capital e private equity con l’obiettivo di investire nei Paesi del Mediterraneo, per “accompagnare gli imprenditori che desiderano avviare o espandere la propria attività nei mercati nordafricani”. Dotazione: 50 milioni, raccolti da Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e Banca europea degli investimenti. Fondi “per aiutarli a casa loro”, direbbe la propaganda leghista. Peccato che Euromed abbia bruciato almeno una decina di milioni in imprese miseramente fallite, prima di chiudere definitivamente le sue attività ed essere liquidata nel novembre 2017.

La prima avventura si chiama “Energie del sole Sa”, azienda per produrre e vendere impianti solari e installare sistemi fotovoltaci in Tunisia. Euromed ci mette 1 milione di euro. Nel luglio 2016 esce dall’affare con il valore della sua partecipazione precipitato a 90 mila euro. Va anche peggio con “Almed Sas”, che deve produrre e vendere bottiglie e tappi in plastica per l’imbottigliamento, sempre in Tunisia. Il fondo ci mette 6,2 milioni di euro. Quando esce, nel luglio 2017, la sua partecipazione vale 2 euro. La terza avventura è quella dei gelati in Libano. Euromed vi impegna 3.517.223 euro. I gelati italiani vanno forte nel mondo, ma evidentemente non in Libano, o almeno non quelli finanziati dalla Regione Lombardia, perché la azienda non va bene e il fondo esce dalla società nell’agosto 2017 segnando a bilancio un valore della partecipazione di 2 euro.

Finlombarda Sgr viene messa in vendita per 1 milione di euro, ma l’operazione viene bloccata quando si capisce che la società ha ancora in cassa 3 milioni e dunque la vendita si sarebbe potuta trasformata in un regalo di 2 milioni ai compratori. “Così sono sperperati i soldi pubblici”, dichiara il 5 stelle Dario Violi, “invece che inventare prodotti finanziari, Finlombarda dovrebbe offrire sostegno alle piccole imprese lombarde”. I “prodotti finanziari”, oltretutto, sono stati fallimentari. “Sono i frutti di Roberto Formigoni prima e di Roberto Maroni poi”, aggiunge Buffagni, “e il centrosinistra, che avrebbe dovuto controllare dall’opposizione, non si è mai accorto di niente”.

Il Fatto quotidiano, 15 febbraio 2018
To Top