Grattacielopoli, Roma copia Milano

Milano fa scuola. La Grattacielopoli delle torri abusive si estende, il Rito Ambrosiano in urbanistica viene copiato anche a Roma. Ai Parioli, quartiere elegante della capitale, c’è un intervento edilizio che sembra una copia di quelli sotto inchiesta a Milano per abuso edilizio e lottizzazione abusiva. In via Petrolini sta per essere edificato un palazzo di dieci piani, di cui due interrati, al posto di una palazzina di cinque piani, completamente abbattuta, in cui avevano sede gli uffici della Kpmg.
È chiaramente una nuova costruzione, un edificio residenziale di lusso, come si vede dai render sul sito immobiliare.it che sta già vendendo gli appartamenti. Ma è stata fatta passare, come d’uso da anni a Milano, per “intervento di ristrutturazione edilizia”, avviato senza il piano attuativo previsto dalla legge, ma solo con una Scia, la ormai mitica “segnalazione certificata d’inizio attività” con cui a Milano si costruiscono grattacieli al posto di laboratori o di piccoli edifici completamente rasi al suolo. La società Ecopetrolini spa di Luca Ceri nel 2024 ha depositato negli uffici del Comune di Roma la Scia in cui segnala anche il cambio di destinazione d’uso: da “servizi direzionali” (cioè uffici) ad “abitativa”.
Ad opporsi ai lavori è il comitato delle Muse, un gruppo di abitanti del quartiere che prende il nome dalla vicina piazza delle Muse. Sono inquilini delle case attorno, preoccupati soprattutto per il fatto che gli scavi profondi che sono in corso (per costruire due piani sottoterra) possano mettere in pericolo la stabilità degli edifici circostanti.
“Non risulta”, scrivono i tecnici ingaggiati dal comitato, “la previsione di opere a salvaguardia delle fondazioni degli edifici adiacenti, in funzione degli scavi da eseguire per realizzare la nuova soletta di fondazione dello spessore di un metro, soletta estesa anche al di sotto dell’edificio”.
Il comitato ha presentato un ricorso al Tar, il Tribunale amministrativo regionale, in cui allinea una lunga serie di osservazioni su quelle che ritiene irregolarità edilizie. Ma oltre che al Tar, il comitato ha presentato un esposto anche alla Corte dei conti, segnalando che i costruttori avrebbero pagato al Comune di Roma meno del dovuto per gli oneri d’urbanizzazione e per gli oneri relativi alle sanatorie richieste dai proprietari dell’area negli anni precedenti.
Le acque si sono smosse, ed è intervenuta anche la Procura della Repubblica, che ha aperto una indagine per appurare eventuali responsabilità penali. La Mani pulite dei grattacieli abusivi arriva anche a Roma?
“Ci hanno spiegato che i costruttori stanno operando in forza della legge regionale del Lazio numero 7 del 2017”, racconta Francesco Benigni, presidente del Comitato delle Muse. È la legge che permette la trasformazione di edifici degradati in una zone degradate. “Ma qui siamo ai Parioli”, protesta Benigni. In effetti, nella zona ci sono le costruzioni dei più noti architetti degli anni Trenta e Quaranta, da Luigi Piccinato a Vittorio Cafiero, da Giò Ponti a Carlo Aymonino.
Non proprio un’area degradata. Non doveva essere degradata neppure la palazzina abbattuta, visto che è stata restaurata nel 2021 e venduta nel 2022. Per dimostrare l’ottima salute di quell’edificio, il comitato delle Muse sfodera le foto di Google Street View datate luglio e dicembre 2021, allegate al ricorso al Tar: nel mondo digitale resta traccia di tutto.
Dopo le proteste dei cittadini, la società Ecopetrolini è corsa ai ripari. Ha dimenticato la Scia che aveva depositato e ha chiesto al Comune di Roma un regolare permesso di costruire, ottenuto a tempo di record nel marzo 2025. Dopo una storia più che travagliata. La palazzina precedente, quella abbattuta per iniziare i lavori del nuovo palazzo, è stata infatti oggetto di molteplici sanatorie, rettifiche documentali, cambi di destinazione d’uso, aumenti di volumetrie: con procedure illegittime, secondo il comitato.
Le irregolarità del presente si sono innestate sulle irregolarità del passato. Il permesso di costruire dovrebbe essere illegittimo, perché è stato concesso come variante del precedente titolo, già illegittimo. Ora ai Parioli si aspettano le decisioni del Tar, le valutazioni della Corte dei conti, e gli sviluppi dell’indagine della Procura.