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Teatro. Sulla giostra con Roth, l’Occidente muore

Teatro. Sulla giostra con Roth, l’Occidente muore

Gorizia. Sulla giostra che domina il palcoscenico sale e scende e sale Francesco Ferdinando Trotta, il protagonista della Cripta dei Cappuccini di Joseph Roth: una giostra in allegro disfacimento che gira come un tragico carillon, mettendo in scena piccole grandi storie di una vita consumata, di un mondo che tramonta, di un ordine che si fa disordine. La guerra, gli amori, i tradimenti, le passioni, gli scontri, l’amicizia, la gelosia, gli affari, gli imbrogli. L’impero degli Asburgo si decompone e alimenta la nostalgia impossibile di Trotta, che rievoca, racconta, si abbarbica al passato per esorcizzare il futuro, il nazismo che viene.

Non occorre chiudere gli occhi per capire che parla di noi, di oggi, del nostro Occidente che ha già nel nome il suo destino. È La Cripta dei Cappuccini di Giacomo Pedini, che ne cura la regia con il testo di Roth ridotto per il teatro da Jacopo Giacomoni e Trotta interpretato da un Natalino Balasso, uomo senza qualità, che cresce sulla scena durante le oltre tre ore in cui la giostra gira inesorabile.

Quando tutto iniziò, alla incosciente partenza per la prima guerra mondale, “il reperto della commissione di arruolamento era irrevocabile”, scriveva Roth. “Diceva: ‘Giudicati inabili alla morte’”. E “Inabili alla morte” (“Nezmožni umreti” in sloveno) è il progetto commissionato dalla Regione Friuli Venezia Giulia nell’ambito del Mittelfest di Cividale del Friuli, diretto da Pedini, per Gorizia/Nova Gorica capitale europea della cultura 2025.

La Cripta dei Cappuccini, andata in scena l’11 maggio al Teatro Verdi di Gorizia, è il primo capitolo di una trilogia che si completerà con un’opera in sloveno (sugli anni Sessanta della “cortina di ferro”) di Goran Vojnović e una in italiano (sui Novanta dei vecchi muri che cadono e dei nuovi macellai che arrivano) di Paolo Di Paolo. Teatro che diventerà radiodramma e libro, documentario e podcast, al confine tra i confini e tra le lingue.

La giostra gira. Con Trotta vi salgono la madre e i parenti, amici e fidanzate, cultrici di “arte applicata” e finanzieri furbi, millantatori imbroglioni e nobili decaduti. Il vecchio e il nuovo si mischiano come promessa e come impostura, mentre il mondo multietnico e sovranazionale della Mitteleuropa finisce nei sarcofagi imperiali custoditi nella Cripta dei Cappuccini a Vienna, dove Trotta cerca, nella scena finale, un approdo impossibile, un rifugio inesistente.

La scena finale della vita di Roth è invece il suo strano funerale: era nato in quella che era Austria Felix e oggi è Ucraina, era cresciuto lambito dalla follia (che gli aveva portato via il padre Nachum e la moglie Friedl), si era gonfiato di Pernod a Vienna e Parigi, lui ebreo che si spacciava per cattolico, fanatico degli Asburgo, comunista reazionario, monarchico immaginario, fedele all’impero che non c’è. Attorno al suo feretro scoppia quasi una rissa, tra legittimisti e comunisti, ebrei ortodossi e preti cattolici.

È l’ultimo giro di giostra di uno spaesamento destinato a essere il nostro, che risuona nella messinscena di Pedini, infinito valzer ballato da attori inabili alla morte e alla fatica dello spettacolo, tra cui da citare almeno Ivana Monti (la baronessa madre di Trotta), Camilla Semino Favro (Elisabeth), Primož Ekart (il conte Chojnicki).

Gorizia, 09/05/2024 – Mittelfest – La Cripta dei Cappuccini  – di Joseph Roth, traduzione Laura Terreni, adattamento Giacomo Pedini e Jacopo Giacomoni, regia Giacomo Pedini, scene Alice Vanini, costumi Gianluca Sbicca e Francesca Novati, musiche Cristian Carrara
con Natalino Balasso (Francesco Ferdinando Trotta)
e con (in o.a.)
Nicola Bortolotti (Joseph Branco)
Primož Ekart (Conte Chojnicki)
Francesco Migliaccio (Manes Reisiger/Barone Kovacs)
Ivana Monti (Sig.ra Trotta)
Alberto Pirazzini (Bubi Kovacs/dott. Grünhut/Sentinella)
Camilla Semino Favro (Elisabeth Kovacs)
Giovanni Battista Storti (Jacques/Adolf Feldmann/Jadlowker)
Simone Tangolo (Kurt von Stettenheim/Jan Baranovitsch/Soldato/Frate)
Matilde Vigna (Jolanth Szatmary)

 

Radio Rai3, 8 giugno;
Mittelfest, Cividale del Friuli, 28 luglio;
Gorizia, settembre 2025

Il Fatto quotidiano, 18 maggio 2024
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