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Spy-story sul Lago Maggiore: il Mossad in azione in Italia

Spy-story sul Lago Maggiore: il Mossad in azione in Italia

“Perde la vita nelle acque del Lago Maggiore, il 28 maggio 2023, nel corso dello svolgimento di una delicata attività operativa con Servizi Collegati Esteri”. Così si legge nelle biografie di due agenti dell’Aise (il servizio segreto per l’estero), Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi, comparse sulla “Parete della Memoria” nella sede romana del Dis (l’agenzia che coordina i servizi informativi italiani).

È una tradizione: nella “Giornata della Memoria”, presso il Dis si ricordano gli 007 italiani caduti in servizio. Quest’anno, ai quattro morti negli anni precedenti (Nicola Calipari, Vincenzo Li Causi, Lorenzo D’Auria, Pietro Antonio Colazzo) sono stati aggiunti i due deceduti nel maggio scorso durante il naufragio di una imbarcazione sul Lago Maggiore. Con loro, era morto anche un agente del Mossad (il servizio segreto israeliano), Erez Shimoni, e una cittadina russa, Anya Bozhkova.

Una spy-story internazionale? Tutti i passeggeri a bordo della barca rovesciata erano agenti dell’Aise o del Mossad, tranne lo skipper, Claudio Carminati, e la sua compagna, la donna russa. Le domande circolate dopo la sciagura furono: quel viaggio sul lago era una missione congiunta degli agenti italiani e israeliani?

L’Aise ha sempre risposto di no, lasciando filtrare che l’incidente era accaduto durante una gita domenicale sul lago, tra agenti che si conoscevano per aver lavorato precedentemente insieme. Oggi le parole sulla “Parete della Memoria” sembrerebbero però rivelare che gli agenti sono morti in servizio, appunto “nel corso dello svolgimento di una dedicata attività operativa con Servizi Collegati Esteri”.

Come andò quella vicenda? Ecco i fatti accertati.

Domenica 28 maggio 2023, mattina. Dal cantiere Piccaluga di Sesto Calende salpa l’imbarcazione Gooduria, condotta da Claudio Carminati. Era una vecchia barca trasformata in house boat su cui vivevano Claudio e Anya, che la usavano di tanto in tanto per portare qualche turista in gita sul lago. Quella mattina salgono a bordo 21 persone: tutti agenti dei servizi, otto italiani e tredici israeliani. Raggiungono l’Isola dei Pescatori, dove pranzano al ristorante stellato “Il Verbano”. Festeggiano il compleanno di uno di loro.

Ore 17. L’imbarcazione riparte dall’Isola dei Pescatori con a bordo i suoi passeggeri.

Ore 19,20. La house boat viene sopraffatta dal maltempo. La investe un’improvvisa tromba d’aria, un fenomeno atmosferico che viene chiamato downburst e che in una decina di minuti la rovescia e l’affonda. Le persone a bordo tornano a riva a nuoto, tranne quattro che restano imprigionati nello scafo e muoiono: Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi, l’israeliano Shimoni e la russa Bozhkova.

28 maggio, notte. Le schede mediche dei sopravvissuti, soccorsi appena giunti a riva, segnalano tutte “ipotermia” e “contusioni”. Sulle cartelle mediche dei quattro morti, una sola parola: “Annegamento”.

I sopravvissuti al naufragio sono subito interrogati dai carabinieri. I 19 agenti danno tutti risposte fotocopia: “Sono un funzionario della presidenza del Consiglio”, dettano a verbale i sei italiani. “Faccio parte di una delegazione governativa israeliana”, rispondono i dodici cittadini d’Israele.

Scompaiono rapidamente: con un’operazione che in gergo militare si chiama “esfiltrazione”, gli israeliani sono riportati nel loro Paese, come il corpo dell’israeliano annegato; e anche gli italiani lasciano subito l’ospedale. Le tracce di tutti sono cancellate, come è d’uso in questi casi, per mantenere segreta l’identità degli agenti.

Nei giorni seguenti, il governo italiano ammette che i due morti italiani sono agenti. Ma fa filtrare che la giornata della sciagura non erano in servizio. La versione secondo cui gli 007 avrebbero scelto la barca di Carminati per passare inosservati e realizzare un incontro al sicuro da intercettazioni viene smentita da fonti qualificate che spiegano al Fatto che l’amministrazione ha mezzi e posti sicuri e mai avrebbe puntato su un’imbarcazione che poteva rivelarsi non adeguata. E ripetono: gli agenti hanno scelto autonomamente di festeggiare su quella barca, ad attività conclusa, il compleanno di uno di uno degli israeliani. Anche Israele ammette che Erez Shimoni era un agente del Mossad.

Dunque “l’attività” c’era stata, ma era stata conclusa nei giorni precedenti.

Quale attività? Su questo le bocche restano cucite. Le ipotesi fatte nelle settimane seguenti restano suggestioni non confermate. Sulla riva del lago hanno ville e hotel alcuni cittadini russi. A Sesto Calende c’è lo stabilimento di Leonardo Elicotteri, dove sabato 27 maggio, il giorno prima della sciagura, è stata celebrata la festa dei 100 anni dell’Aeronautica militare, alla presenza di politici, esperti e militari.

La Procura della Repubblica di Busto Arsizio apre un’inchiesta: ma non ha alcun titolo per entrare nel merito del lavoro che stavano svolgendo gli agenti coinvolti, si deve limitare a individuare eventuali concause colpose che possano aver aggravato la situazione provocata dal maltempo. Sotto inchiesta è infatti Carminati, iscritto dal procuratore Carlo Nocerino e dal sostituto Massimo De Filippo nel registro degli indagati per naufragio colposo, lesioni e omicidio colposo, poiché la sua imbarcazione non rispettava le norme di sicurezza e aveva imbarcato 21 persone, pur essendo omologata solo per 15 passeggeri.

Resta il mistero su quale “delicata attività operativa con Servizi Collegati Esteri” avessero concluso in zona i due agenti morti, insieme ai loro 19 colleghi italiani e israeliani.

Nella foto in alto: l’elicottero sul Lago Maggiore dopo il naufragio e Carminati con Anya, poi Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi. Qui sotto: il molo nel cantiere Piccaluga dov’era ormeggiata la barca di Claudio Carminati



Claudio Carminati ai funerali della moglie Anya

ilfattoquotidiano.it, 25 marzo 2024
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