POLITICA

Le feste del camerata Dussich. Il fascio dell’italiano all’estero

Le feste del camerata Dussich. Il fascio dell’italiano all’estero

“Sì, è vero, io sono arrivato a Santo Domingo tanti anni fa, solo con uno zaino e una canna da pesca, la mia grande passione”. Oggi è l’italiano più influente del Centro America.

Paolo Dussich, padovano d’origini istriane, imprenditore dell’automazione, è stato presidente dei Comites (Comitati degli italiani all’estero) di Santo Domingo prima e di Panama poi, oggi è membro del Consiglio direttivo centrale del Comitato tricolore per gli italiani nel mondo, è responsabile di Fratelli d’Italia nella Repubblica Dominicana ed è stato nominato da Giorgia Meloni nel Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie).

“Finalmente gli italiani del Centro America e dei Caraibi hanno un proprio rappresentante all’interno del Cgie. Era ora”, ha annunciato con entusiasmo Azzurro Caribe, il giornale locale online dei nostri connazionali.

Molto attivo e sempre presente alle manifestazioni e alle feste degli italiani impiantati in Centro America, Dussich ha una passione soprattutto per le feste in camicia nera, con bandiere della Repubblica sociale, effigi di Mussolini, aquile, croci celtiche, bandiere di Forza nuova, saluti romani e canti commossi degli inni fascisti, primo fra tutti Giovinezza.

È una tradizione per lui celebrare la Marcia su Roma, il 28 ottobre. C’è chi ancora cita il suo vibrante discorso pronunciato il 28 ottobre 2012, dedicato ai Marò allora prigionieri in India: “Siamo un popolo di puttane, di traditori e di ruffiani. Siamo governati da dei ciarlatani – ha scandito – che non sono neppure capaci di liberare due ragazzi della Marina italiana imprigionati dai baluba”. Molto diplomatico.

Ma oggi va meglio, in Italia, tanto che il governo lo ha nominato rappresentante degli italiani all’estero nel loro parlamentino consultivo presso il ministero degli Esteri. “Io non appartengo ad alcun partito”, dice al Fatto quotidiano. Ma Dussich non nasconde la sua venerazione per Mirko Tremaglia, il fondatore del Comitato tricolore per gli italiani nel mondo, né la sua amicizia con Roberto Menia, senatore di Fratelli d’Italia.

La nomina nel Cgie lo ha inorgoglito, tanto da fargli dichiarare ad Azzurro Caribe: “Quando ricevetti, nel lontano 29 novembre 2004, la delega manoscritta, che ancora gelosamente conservo, del nostro compianto Mirko Tremaglia per il Comitato tricolore, mai avrei pensato che sarei potuto arrivare così lontano. Una nomina governativa di cui mi sento onorato e pertanto ringrazio la dirigenza della prima associazione per gli italiani nel mondo per la fiducia accordatami”.

Nel Cgie, Dussich succede al senatore Menia. Al Fatto, racconta: “Sono molto benvoluto qui a Santo Domingo, dove vivono 50 mila italiani, anche se quelli attivi e iscritti sono 13 mila. Sì, è vero, ho partecipato a qualche festa di quelle che lei dice”, ammette. Ma minimizza. “Io sono attivo nel volontariato e nell’aiuto ai nostri connazionali”. Eppure le foto non lasciano incertezze su camicia nera e saluti romani, e qualche video toglie ogni dubbio anche sugli inni fascisti cantati a gran voce. (Il Fatto quotidiano, 14 novembre 2023)

Album di famiglia con fascio di ricordi


“Cacciate Dussich”.
Una lettera all’ambasciatore italiano

Dopo l’articolo del Fatto sulle feste in camicia nera del “camerata Paolo Dussich”, un gruppo di imprenditori italiani in Repubblica Dominicana ha scritto una lettera di protesta all’ambasciatore d’Italia a Santo Domingo, Stefano Queirolo Palmas, e al segretario generale del Cgie (il parlamentino degli italiani all’estero) Michele Schiavone, chiedendo la cacciata di Dussich dalla Cgie (in cui è stato nominato da Giorgia Meloni) e la sua “sostituzione immediata”.

“Ci sorprende vedere”, scrivono gli imprenditori, “che lo stesso Comites (il Comitato degli italiani all’estero, ndr) abbia aperto un ufficio per il pubblico” in una sede del Comitato tricolore per gli italiani nel mondo controllata da Dussich, “dove campeggia il busto del Duce, il tutto con la approvazione dei membri Comites, con tanto di foto esposte sulle reti sociali”. Gli imprenditori chiedono “di intervenire a livello locale con il Comites, facendo luce su una vicenda che sicuramente non è consona alla Costituzione della Repubblica Italiana”. (Il Fatto quotidiano, 22 novembre 2023)

Il Fatto quotidiano, 14 e 22 novembre 2023
To Top