SEGRETI

Che cosa sappiamo e che cosa non sappiamo della gita delle spie sul lago

Che cosa sappiamo e che cosa non sappiamo della gita delle spie sul lago

di Gianni Barbacetto e Valeria Pacelli /

Il summit tra uomini dei servizi segreti italiani e israeliani sarebbe avvenuto prima del giorno nero della tragedia di domenica 28 maggio sul lago Maggiore. Oggetto e luogo dell’incontro: segreti, come è normale in questo tipo d’attività. Probabilmente non era la prima volta che i 21 agenti si incontravano. Ciò che poi è successo domenica sarebbe avvenuto quando tutti gli agenti erano in congedo, ad attività istituzionale conclusa. Una gita di fine missione, una visita alle isole Borromee, una giornata a bordo della barca “Good..uria” condotta da Claudio Carminati, che ci viveva con la sua compagna, la russa Anya Bozhkova.

Carminati era un uomo di fiducia dei servizi di intelligence. Sulla sua house boat, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Busto Arsizio che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, gli agenti si sono riuniti per festeggiare il compleanno di uno degli agenti israeliani. Non ci sono dubbi che la causa della tragedia sia stata una violenta tromba d’aria non prevista che ha rovesciato l’imbarcazione ed è costata la vita ad Anya Bozhkova, ai due agenti dell’Aise (il servizio d’informazione italiano per l’estero) Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi e all’israeliano Erez Shimoni, già appartenente al Mossad.

È una vicenda che ha tutti gli ingredienti della spy-story internazionale: gli 007 italiani, gli uomini del Mossad, una donna russa, una tragedia sul lago che ospita hotel di oligarchi russi e ville di ricchi israeliani. Di certo però c’è solo l’epilogo tragico. Ciò che è avvenuto nei giorni precedenti è attività d’intelligence che viene tenuta accuratamente segreta. Ma proviamo a ricomporre i pezzi di questa storia.

La tromba d’aria. Tutto comincia domenica 28 con il naufragio della “Good…uria” nei pressi di Sesto Calende. Aveva a bordo 21 persone: tutti agenti dei servizi, 8 italiani e 13 israeliani, più il proprietario della barca e la moglie. Erano salpati la mattina dal cantiere Piccaluga di Sesto Calende e avevano raggiunto l’Isola dei Pescatori, dove il gruppo aveva pranzato al ristorante stellato “Il Verbano”. Alle 17 l’imbarcazione era ripartita. Alle 19,20 era stata sopraffatta dal maltempo e da un fenomeno atmosferico che viene chiamato downburst.

Quei legami Russia-Israele. La versione secondo cui gli agenti avrebbero scelto la barca di Carminati per passare inosservati e restare al sicuro da intercettazioni viene smentita da fonti qualificate che spiegano al Fatto che l’amministrazione ha mezzi e posti sicuri e mai avrebbe puntato su un’imbarcazione che poteva rivelarsi non adeguata. E ripetono: gli agenti hanno scelto autonomamente di festeggiare su quella barca, ad attività conclusa, il compleanno di uno di uno degli israeliani.

Resta comunque probabile che il luogo sicuro dove il summit è avvenuto sia non troppo lontano. Dove? Su quali temi? Su questo le bocche restano cucite. Ma sembrerebbe esclusa la pista dei pedinamenti di cittadini russi che possiedono case e hotel in questa zona. I rapporti tra intelligence russa e israeliana sono comunque restati buoni anche dopo l’invasione dell’Ucraina. L’area dell’incidente è strategica: a Sesto Calende c’è lo stabilimento di Leonardo Elicotteri, dove sabato 27 maggio, il giorno prima della sciagura, è stata celebrata la festa dei 100 anni dell’Aeronautica militare, alla presenza di politici, esperti e militari.

Il rientro in Israele. La Procura di Busto Arsizio indaga sulle quattro morti per individuare eventuali concause colpose che possano aver aggravato la situazione provocata dal maltempo. Non ha alcun titolo per entrare nel merito del lavoro che stavano svolgendo gli agenti coinvolti. Claudio Carminati, già interrogato una volta, potrebbe essere eventualmente riconvocato in Procura, come pure potrebbero essere sentiti di nuovo gli agenti. Per gli israeliani servirà, nel caso, una rogatoria internazionale: sono stati infatti tutti rimpatriati con un’operazione di esfiltrazione, dopo aver cancellato le tracce dei loro movimenti, come è d’uso in questi casi, per mantenere segrete le identità degli agenti. (Il Fatto quotidiano, 2 giugno 2023)

Il molo nel cantiere Piccaluga dov’era ormeggiata la barca di Claudio Carminati

L’ultimo addio ad Anya

Nel giorno straziante dell’addio, Claudio Carminati, camicia bianca, pantaloni blu, è a lungo immobile, piegato ad abbracciare la bara di legno chiaro della sua Anya da cui non si vuole staccare. Solo gli abbracci degli amici, tanti, calorosi, affettuosi, riescono infine a convincerlo a sedersi da solo in prima fila nell’antica abbazia di San Donato, a pochi passi dal lago Maggiore dove sua moglie è morta domenica, insieme a tre agenti dei servizi segreti italiani e israeliani a bordo della sua barca rovesciata da un improvviso, violentissimo colpo di vento.

“Cosa è successo”, esclama tra le lacrime, “sono un uomo distrutto, come faccio adesso… È stata una catastrofe”. Poi comincia il funerale, salmodiato dal canto profondo e solenne di tre pope di rito russo ortodosso. Con ancora nell’aria il profumo dell’incenso, la salma esce dalla chiesa affollata di amici. “Giornalisti”, sussurra Claudio. “Non leggere niente”, gli consigliano gli amici che lo sostengono, gente semplice, popolo. Donne russe che fanno le badanti, amici pieni d’affetto per il Claudio che si era inventato un lavoro, le cene e le gite sul lago, la vendita di mirtilli e marmellate, e ora non credono ai giornali che scrivono invece di spie e missioni segrete.

Nel bar vicino, c’è chi non si mostra di certo stupito dalla presenza di uomini dell’intelligence nel luogo dove c’è la Leonardo elicotteri, l’aeroporto di Malpensa, le ville degli oligarchi russi, la sede del Cern. Ma Claudio no, dicono, era un uomo semplice, che viveva con Anya sulla sua vecchia barca trasformata in house boat e usata di tanto in tanto per portare qualche turista in gita sul lago. Come quella maledetta domenica 28 maggio, in cui i “turisti” erano 8 agenti dell’Aise (il servizio segreto per l’estero) e 13 del Mossad. Al ritorno dall’isola dei Pescatori, la buriana improvvisa, la barca che si rovescia, quattro morti, due uomini Aise, un israeliano, e Anya, che ora Cludio saluta per l’ultima volta.

Poco distante, nel cantiere Piccaluga di Sesto Calende, la banchina dove era ancorata la “Good…uria” di Carminati è vuota. Attorno fervono gli eterni lavori di manutenzione delle barche portate in secca. Lo conoscevano tutti, tutti avevano visto quella strana barca che per Claudio e Anya era anche casa. “Giornalisti?”, chiede uno dei titolari del cantiere. “Questa è proprietà privata, quello è il cancello, uscite di qui”. (Gb, Il Fatto quotidiano, 4 giugno 2023, versione ampliata)
Claudio Carminati ai funerali della moglie Anya

Il Fatto quotidiano, 2 e 4 giugno 2023
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