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Loggia Ungheria. Indagini finite, Amara accusato di calunnia

Loggia Ungheria. Indagini finite, Amara accusato di calunnia

Chiuse le indagini a Milano su Piero Amara, ex avvocato di Eni, e il suo amico avvocato Giuseppe Calafiore. Il pubblico ministero, Stefano Civardi e Monia Di Marco, hanno proceduto per diffamazione e autodiffamazione. Amara, nell’ipotesi d’accusa, avrebbe diffamato se stesso e 65 persone sostenendo la loro appartenenza a una presunta loggia massonica chiamata “loggia Ungheria”.

Le contestazioni ad Amara

“Con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso nel corso degli interrogatori resi innanzi ai magistrati della Procura della Repubblica di Milano”, “(nelle date del 6.12.2019 ore 14:22, del 14.12.2019 ore 14:15, del 15.12.2019 ore 10:50, 16.12.2019 ore 10:05 e 11.01.2020 ore 14:55) accusava falsamente se stesso e le persone qui di seguito indicate del reato di cui agli artt.1 e 2 L. n. 17/1982” (la legge Anselmi sulle logge segrete) “riferendo dell’esistenza di una organizzazione segreta denominata ‘Ungheria’, che si proponeva quale continuazione della sciolta associazione P2, di cui facevano parte alti funzionari dello Stato, magistrati (ordinari e amministrativi), avvocati, vertici delle Forze dell’ordine, politici, imprenditori e alti esponenti clericali, avente la finalità di interferire sulle funzioni di organi di rango e/o di rilevanza costituzionale (quali il Csm), di istituzioni giudiziarie e di amministrazioni pubbliche, in modo da condizionarne l’operato asservendolo agli interessi dell’organizzazione e dei suoi appartenenti occulti. Organizzazione di cui indicava la natura definendola

«un gruppo più ristretto di persone che condividevano gli ideali dello Stato liberale e che erano legati da un vincolo di solidarietà e disponibilità». «Sottolineo la frase STATO LIBERALE perché questa mi fu più volte rimarcata in quanto il gruppo si proponeva di affermare i principi di uno Stato garantista contro quello che appariva già all’epoca uno Stato giustizialista, quello che poi nel tempo mi fu rappresentato essere lo spirito della corrente di Magistratura indipendente». Tuttavia Amara specificava che «il gruppo si è risolto in un sostanziale scambio di favori», «una sorta di contropotere a volte anche più forte della politica… Il gruppo è in grado di collocare persone di sua fiducia in posti chiave, soprattutto ai vertici delle forze dell’ordine e della magistratura e le nomine vengono decise in luoghi diversi da quelli istituzionali». Le modalità di iniziazione, la ritualità e i luoghi di incontro.

In particolare nel corso dell’interrogatorio reso in data 6.12.2019, Amara dichiarava:

«Io facevo parte di una loggia massonica coperta formata da persone che io ho incontrato attraverso persone di origini messinese dove questa loggia è particolarmente forte. Mi ha introdotto Gianni Tinebra, magistrato con cui avevo ottimi rapporti. Attraverso questa loggia denominata Ungheria ho conosciuto Michele Vietti e tale Enrico Caratozzolo, avvocato di Messina; il capo della cellula messinese, per quanto mi dissero Tinebra, Vietti e Caratozzolo, era Giancarlo Elia Valori. Della cellula Ungheria fa parte anche la dott.ssa Lucia Lotti».

Tra gli appartenenti alla cd. Loggia Ungheria indicava, quali promotori, il deceduto Giovanni TINEBRA, (magistrato), Michele VIETTI (ex vicepresidente del Csm), Enrico CARATOZZOLO (avvocato del Foro di Messina) e Giancarlo Elia VALORI (dirigente d’azienda) e quali partecipanti o, comunque, soggetti disponibili a dare un proprio contributo alla realizzazione dello scopo dell’associazione massonica i seguenti soggetti:

  1. Giuseppe AMATO Magistrato (Procuratore della Repubblica di Bologna)
  2. Monsignor Liberio ANDREATTA (ex responsabile Opera Romana Pellegrinaggi)
  3. Sebastiano ARDITA (magistrato ordinario e componente CSM 2018-2022)
  4. Vincenzo ARMANNA (ex dirigente Eni)
  5. Paola BALDUCCI (ex componente laico CSM)
  6. Silvio BERLUSCONI (imprenditore e senatore della Repubblica)
  7. Luigi BISIGNANI
  8. Giuseppe CALAFIORE (avvocato)
  9. Luciano CALAMARO (Presidente di sezione Corte dei Conti)
  10. Giovanni CANZIO (già magistrato ed ex Primo Presidente Corte di Cassazione)
  11. Enrico CARATOZZOLO (avvocato)
  12. Vincenzo CARBONE (già magistrato ed ex Primo Pres. Corte di cassazione – deceduto)
  13. Antonino CARDACI (già magistrato ed ex Presidente Triunale di Catania)
  14. Luigi CARUSO (avvocato)
  15. Franco CASSATA (già magistrato ed ex Procuratore Generale Corte d’Appello di Messina)
  16. Alessandro CENTONZE (magistrato ordinario)
  17. Pasquale Paolo Maria CICCOLO (già magistrato ed ex Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione)
  18. Vincenzo D’AGATA (già Magistrato ed ex Procuratore della Repubblica di Catania)
  19. Luigi DE FICCHY (già magistrato ed ex Procuratore della Repubblica di Perugia)
  20. Ermanno DE FRANCISCO (magistrato del Consiglio di Stato)
  21. Pasquale DELL’AVERSANA (Dirigente dell’Agenzia delle Entrate)
  22. Tullio DEL SETTE (già Comandante Generale dell’Arma dei Carabinierti)
  23. Rosanna DE NICTOLIS (magistrato del Consiglio di Stato)
  24. Dolcino FAVI (già magistrato ed ex Procuratore della Repubblica di Siracusa)
  25. Nicolò FAZIO (già magistrato ordinario)
  26. Antonino FERRARA (già magistrato ordinario)
  27. Gennaro FERRARI (già magistrato del Consiglio di Stato – deceduto)
  28. Giulia FERRARI (magistrato del Consiglio di Stato)
  29. Cosimo Maria FERRI (ex magistrato ordinario)
  30. Oberdan FORLENZA (magistrato del Consiglio di Stato)
  31. Andrea GEMMA (avvocato ed ex consigliere d’amministrazione di ENI)
  32.  Francesco Paolo GIORDANO (già magistrato ed ex Procuratore della Repubblica di Siracusa)
  33. Giovanni LEGNINI (avvocato ed ex Vice Presidente CSM)
  34. Antonio LEONE (ex componente laico del CSM)
  35. Giampiero LO PRESTI (magistrato del T.A.R.)
  36. Lucia LOTTI (magistrato ordinario, ex Procuratore della Repubblica di Gela e attuale Proc. Agg. Presso la Procura di Roma)
  37. Marco MANCINETTI (magistrato ordinario e già componente del CSM 2014-2018)
  38. Annibale MARINI
  39. Antonello MONTANTE (imprenditore ed ex Pres. Confindustria Sicilia)
  40. Andrea PADALINO (magistrato ordinario)
  41. Benedetto Francesco PALMA (già magistrato ed ex Ministro della Giustizia)
  42. Sergio PASQUANTONIO (imprenditore)
  43. Luigi PASSANISI (magistrato amministrativo
  44. Cardinale PAROLIN (Segretario di Stato della Santa Sede)
  45. Filippo PATRONI GRIFFI (Giudice Corte Costituzionale ed ex Pres. Del Consiglio di Stato)
  46. Livia POMODORO (già magistrato ed ex Presidente Tribunale di Milano)
  47. Lorenzo PONTECORVO (magistrato ordinario ed ex componente CSM)
  48. Angelantonio RACANELLI (magistrato ordinario)
  49. Francesco SALUZZO (già magistrato ed ex Procuratore Generale Corte d’Appello di Torino)
  50. Emanuele SALTALAMACCHIA (già Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri)
  51. Giorgio SANTACROCE (già magistrato ed ex Primo Pres. Corte di Cassazione – deceduto)
  52. Sergio SANTORO (già Magistrato amministrativo ed ex Presidente Agg. Consiglio di Stato)
  53. Antonio SERRAO (direttore generale del Consiglio di Stato)
  54. Paola SEVERINO (avvocato)
  55. Fabrizio SIGGIA (avvocato)
  56. Hadrian SIMONETTI (magistrato Consiglio di Stato)
  57. Elena STANIZZI (magistrato Consiglio di Stato)
  58. Attilio TOSCANO ( avvocato amministrativista e professore universitario)
  59. Giuseppe TOSCANO (già magistrato ed ex Proc. Agg. Procura di Catania)
  60. Giorgio TOSCHI (già Comandante Generale della Guardia di Finanza)
  61. Giancarlo Elia VALORI
  62. Denis VERDINI (ex parlamentare)
  63. Michele Giuseppe VIETTi (avvocato ed ex Vice Presidente CSM)
  64. Tommaso VIRGA (magistrato ordinario ex componente CSM)
  65. Giuseppe ZAFARANA (Comandante Generale della Guardia di Finanza)

Al capo B e C del documento della Procura di Milano, Amara è accusato del reato di calunnia perché,

“pur sapendolo innocente, accusava Michele Vietti, ex Vice Presidente del CSM ( negli anni 2010-2014) di aver asservito la funzione svolta all’interno dell’organo di autogoverno della magistratura ad interessi privati, assecondando in un primo momento, le richieste rivoltegli dal Ministro Paola Severino e da Emma Marcegaglia (imprenditrice, presidente dell’Università LUISS ed ex Presidente Confindustria ed ex Presidente ENI spa) in merito all’immediato trasferimento d’ufficio del magistrato Maurizio Musco, all’epoca in servizio presso la Procura di Siracusa, e, successivamente, promettendogli il suo interessamento in favore del predetto Musco, nell’ambito del procedimento disciplinare instaurato a suo carico, richiedendogli, a tal fine, di corrispondere una somma di denaro in favore dell’avv.to Alberto Goffi e di altri avvocati a lui vicini, quali l’avv. Giuseppe Conte (ex Presidente del Consiglio dei Ministri) ed il prof. Guido Alpa.

Inoltre dichiarava (nel corso dell’interrogatorio del 14.12.2022) che Michele Vietti gli aveva chiesto di riferire a Fabrizio Centofanti che condizione per ottenere l’omologa del concordato della società Acqua Marcia era la nomina, quali legali della società, degli avvocati Enrico Caratozzolo, Guido Alpa e Giuseppe Conte. E in tal modo lo accusava falsamente dei reati di abuso d’ufficio (art. 323 c.p.) e di corruzione (art. 319 c.p.). Commesso in Milano il 6.12.2019”. 

E perché “pur sapendola innocente, accusava l’ex Ministro della Giustizia, Paola Severino, di aver esercitato indebite pressioni sul CSM ed in particolare sul Vice Presidente e Presidente della Commissione disciplinare, Michele Vietti, al fine di indurre l’organo di autogoverno ad adottare un provvedimento cautelare di trasferimento d’ufficio ai danni del magistrato Maurizio Musco, che si era occupato di una indagine coinvolgente la società OIKOTHEN di Emma Marcegaglia, legata all’allora Ministro da interessi economici e professionali. Ed in tal modo accusava falsamente Paola Severino del reato” di abuso d’ufficio. “Commesso in Milano il 6.12.2022”.

A Calafiore i pm contestano il reato di autocalunnia

“perché, nel corso dell’interrogatorio reso, in data 4.2.2020, innanzi ai magistrati della Procura di Milano, (…) rispondendo alle domande poste dai pubblici ministeri, incolpava se stesso del reato (…) pur sapendo non essere mai stato commesso. In particolare dichiarava di essere a conoscenza dell’esistenza di una «associazione segreta denominata Ungheria» e di averne fatto parte; dichiarava, inoltre, di essere in possesso della lista dei nominativi segreti dei partecipanti all’associazione. Commesso in Milano il 4.2.2020”.

 

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giannibarbacetto.it, 24 maggio 2023
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