GIUSTIZIA

Caso Eni e scontri in Procura, il Csm in trasferta a Milano

Caso Eni e scontri in Procura, il Csm in trasferta a Milano Milan, ITALY: Italian Prosecutor Fabio De Pasquale arrives for the Berlusconi-Mills tax fraud trial at the Milan courthouse 21 November 2006. The trial of and his British lawyer David Mills was adjourned today to next week after the defense demanded the recusal of one of the judges. The defense argued that Judge Edoardo d'Avossa ruled in other trials involving Berlusconi, notably the "Medusa" case in which he was acquitted of false accounting after initially being sentenced to 16 months in jail. AFP PHOTO / Paco SERINELLI (Photo credit should read PACO SERINELLI/AFP/Getty Images)

di Gianni Barbacetto e Antonella Mascali /

Archiviata l’inchiesta sull’ex procuratore di Milano Francesco Greco che era stata aperta dalla Procura di Brescia per omissione di atti d’ufficio nella vicenda delle indagini sulla presunta loggia Ungheria. Proprio nel giorno in cui arrivano al palazzo di giustizia milanese i componenti della prima commissione del Csm, per ascoltare il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e il sostituto Paolo Storari: per appurare se vi siano i presupposti per proporre al plenum il trasferimento per incompatibilità ambientale o funzionale dell’uno, dell’altro o di entrambi.

La prima commissione del Csm, presieduta da laico M5s Alberto Maria Benedetti e composta dai consiglieri Braggion-Celentano-Cerabona-Chinaglia-Di Matteo, deve esaminare il clima interno alla Procura. Non è suo compito valutare i profili penali, già sotto il vaglio dei pm di Brescia, né quelli disciplinari, aperti davanti al Csm dal procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi. Deve, invece, giudicare se i comportamenti dei due magistrati sotto procedimento abbiano appannato l’immagine d’imparzialità della magistratura e reso difficile,  senza colpa, la prosecuzione del loro lavoro in Procura.

Il contesto è quello delle indagini su Eni e sulla presunta loggia Ungheria raccontata dall’ex avvocato esterno dell’Eni Piero Amara in verbali segreti che sono poi usciti dalla Procura e finiti sui giornali. Per Storari, indagato in sede penale a Brescia, è già stato chiesto il rinvio a giudizio (udienza preliminare il 3 febbraio) per rivelazione di segreto: per aver consegnato copia di quei verbali all’allora componente del Csm Piercamillo Davigo (che sarà anch’egli giudicato in quella stessa udienza preliminare).

De Pasquale, invece, è rimasto coinvolto nelle polemiche sulla conduzione del processo Eni-Nigeria. Storari lo accusa di non aver messo a disposizione dei giudici prove utili alle difese Eni e atte a dimostrare l’inattendibilità di un testimone d’accusa, l’ex manager Eni Vincenzo Armanna. Per questo De Pasquale (insieme al collega Sergio Spadaro) sul piano penale è indagato a Brescia per rifiuto di atti d’ufficio.

Le audizioni si sono svolte in una sala al quarto piano della Procura milanese, reso ieri inaccessibile ai cronisti. De Pasquale e poi Storari si sono presentati con i rispettivi avvocati, Caterina Malavenda e Paolo Della Sala. Entrambi hanno lasciato alla commissione una serie di documenti. Alle numerose domande poste principalmente da Nino Di Matteo, De Pasquale ha risposto per quasi tre ore, senza mai attaccare Storari e ribadendo di essere dispiaciuto delle tensioni. Ha riferito di continuare a lavorare come prima con i colleghi, da cui è stimato tanto da essere chiamato da giudici che gli chiedono consigli su come avviare, per esempio, le rogatorie internazionali.

Sono stati ascoltati anche il procuratore facente funzioni, Riccardo Targetti, l’aggiunto della Direzione distrettuale antimafia Alessandra Dolci e alcuni dei magistrati più anziani di ciascuno dei sette dipartimenti della Procura. Le audizioni proseguiranno il 7 febbraio, a Roma. A fine novembre era stato sentito anche l’ex procuratore Greco, che aveva accusato Storari di aver svolto su Eni “una contro-inchiesta”.

L’obiettivo della commissione del Csm, comunque, è di stabilire se le fratture nella Procura di Milano siano sanate – come parrebbe per il fatto che il lavoro in questi mesi è continuato con regolarità – oppure se sia necessario intervenire con uno o più trasferimenti. Quello di Storari era già stato chiesto in via cautelare dal procuratore generale Salvi, ma poi bocciato l’estate scorsa dalla sezione disciplinare del Csm, dopo che anche una sessantina di pm e giudici si erano schierati in difesa di Storari.

Chiusa invece la vicenda processuale di Greco, che era stato indagato per omissione di atti d’ufficio nell’ipotesi di aver ritardato le indagini sulla presunta loggia Ungheria. Il gip di Brescia Andrea Gaboardi ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dal procuratore Francesco Prete e dal pm Donato Greco.

di Gianni Barbacetto e Antonella Mascali, Il Fatto quotidiano, 1 febbraio 2022
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