MILANO

Sala, la Greta di Milano, inizia l’anno abbattendo il parco Bassini

Sala, la Greta di Milano, inizia l’anno abbattendo il parco Bassini

Il 2020 a Milano è cominciato con l’abbattimento di un parco. Il primo atto politico di Giuseppe Sala – il sindaco green che si fa i selfie con i ragazzi che seguono Greta – è stato quello di dare il via libera al taglio degli alberi del Campus Bassini, un’area cittadina di 6 mila metri quadrati da sempre verde.

All’alba del 2 gennaio, in una città addormentata e svuotata per il capodanno, è arrivata in via Bassini una squadra di 80 poliziotti in tenuta antisommossa che ha circondato le persone – una trentina di ragazzi del Fridays For Future e di signore del quartiere – che erano corse agli ingressi del parco alle 5 di mattina, allertate dalla chat del Comitato Bassini. “L’area è del Politecnico, che vuole costruirci su il nuovo dipartimento di Chimica, un palazzone di sei piani”, spiega la consigliera comunale Cinquestelle Patrizia Bedori, presente al blitz dell’alba. “Ma è stato il Comune di Milano a dare il via libera, dopo aver promesso una mediazione che non c’è stata”.

La professoressa Arianna Azzellino, docente di Valutazione d’impatto aziendale proprio al Politecnico, ricorda che il rettore Ferruccio Resta “è stato eletto nel 2016 anche per la sua promessa di costruire il nuovo dipartimento di Chimica al posto dell’edificio in cui ancora ci sono l’involucro e le scorie radioattive del vecchio reattore nucleare. Ora ha cambiato idea: lo vuole sull’area del parco, dove ha fatto abbattere, per ora, i primi 35 alberi delle 140 piante totali, con la promessa che, a compensazione, realizzerà un nuovo parco sull’area dove c’è il reattore. Ma questo sarà bonificato chissà quando. Ormai non crediamo più a nulla di quello che ci dice il rettore”.

Giovedì 9 gennaio, protesta dei cittadini: “Un corteo da via Bassini a Palazzo Marino”, annuncia la portavoce dei Verdi a Milano Elena Grandi, “per chiedere che l’area non sia edificata e che il Comune vieti nuove costruzioni in tutte le aree verdi rimaste. Sala si affacci al balcone di Palazzo Marino e chieda scusa: se l’ha fatto un Papa, può farlo anche lui”.

Invece delle scuse, Sala è impegnato a costruire la sua immagine verde. Oltre alla partecipazione, il 27 settembre 2019, al grande corteo contro i cambiamenti climatici dei ragazzi del Fridays For Future, il sindaco ha regalato borracce ai ragazzi delle scuole, con grande copertura di stampa e photo opportunity a fianco del cantante Marco Mengoni; ha annunciato l’arrivo dei nuovi bus elettrici; e ha promesso 3 milioni di alberi da piantare a Milano entro il 2030. Fatti i conti, sono 5.769 alberi a settimana. Finora non li abbiamo visti.

In compenso abbiamo visto le classifiche che mettono Milano al secondo posto in Italia per inquinamento dell’aria e al primo per consumo di suolo. E abbiamo visto i piccoli e i grandi progetti che cementificano aree verdi. Tra i piccoli, quello di via dei Ciclamini, dove saranno abbattute decine di piante – protesta il comitato locale – “per costruire il complesso residenziale di lusso Corte Verde firmato dall’architetto Stefano Boeri e per allargare le costose residenze per anziani di Villa Biffi”.

Anche il parco chiesto dai cittadini (con 1.400 firme) sull’area di piazza Baiamonti sarà azzerato per far posto alla terza “piramide” (simmetrica a quelle della Microsoft e della Fondazione Feltrinelli) disegnata dalle archistar Herzog e De Meuron: per indorare la pillola e bloccare ogni dissenso, Sala ha promesso che nella nuova “piramide” ci infilerà anche il Museo della Resistenza. Fine delle opposizioni.

Più lunghi e complessi i grandi progetti su cui Sala si è impegnato nei mesi scorsi. Sulle aree degli scali ferroviari – 1,25 milioni di metri quadrati dismessi dalle Ferrovie dello Stato – avverrà la più grande riconversione urbana d’Europa: realizzata dalle Fs e da Manfredi Catella, che cementificheranno lo scalo Farini con indici di edificazione doppi rispetto a quelli concessi dall’appena approvato Piano di governo del territorio (Pgt).

Raddoppio del cemento anche sull’area (pubblica) di San Siro: Sala ha concesso a Milan e Inter la dichiarazione di “pubblico interesse” per il loro progetto di edificare, con la scusa del nuovo impianto e grazie alla “legge sugli stadi”, quasi 300 mila metri quadrati di spazi commerciali, torri e grattacieli. Nuovo cemento anche nell’immensa area della Piazza d’armi. Ma Sala è green.

Il Fatto quotidiano, 8 gennaio 2020
To Top