POLITICA

“Ti candido”: ecco come il Pd scimmiotta i Cinquestelle

“Ti candido”: ecco come il Pd scimmiotta i Cinquestelle

Ci sono le elezioni in vista e i partiti fanno di tutto per cercare – nascondendosi – di recuperare i consensi e la simpatia della gente che li ha mollati. L’ultima idea è quella di trovare candidati “nuovi”, “di sinistra”, “civici”, “dal basso”. Meglio se anche giovani e bellini. Ci sta provando il sito ticandido.it sotto lo slogan: “Ti candido, il potere della democrazia”. Nessun simbolo di partito. Un manifesto che dice: “Cerchiamo profili credibili e idee dirompenti. Cerchiamo candidature credibili e radicate. Candidature espressione di comunità che si battono per la giustizia sociale, che abbiano o meno una tessera di partito in tasca”.

In verità, i promotori una tessera in tasca ce l’hanno: quella del Pd. O hanno comunque una precisa collocazione politica e perfino professionale. Davide Agazzi lavora nel Gabinetto del sindaco di Milano Giuseppe Sala. Angelica Villa lavora a Base, spazio pubblico milanese, dopo essere stata segretario di un circolo del Pd cittadino. Fabio Malagnino è il direttore della testata giornalistica del Consiglio regionale del Piemonte. Michele D’Alena lavora nell’ufficio Immaginazione civica del Comune di Bologna.

“Ti candido” cerca volti nuovi e offre un finanziamento per la campagna elettorale. Punta a raccogliere soldi da piccole donazioni, quota minima 10 euro, “per evitare che la politica sia un privilegio di chi può permetterselo”.

I modelli a cui i promotori si rifanno sono nobilissimi. L’ascesa di Alexandria Ocasio-Cortes negli Stati Uniti, che ha spiazzato le gerarchie del Partito democratico americano riuscendo a vincere le primarie nello Stato di New York. L’esperienza di “Momentum” in Gran Bretagna, che ha sconvolto gli equilibri del Partito laburista. La rivoluzione di Bernie Sanders, che ha finanziato la sua campagna negli Usa rifiutando i soldi di Wall Street e raccogliendo via web donazioni piccole e piccolissime, in media 27 dollari a donatore. Tutte esperienze che hanno rotto con le strutture consolidate dei partiti della sinistra tradizionale e hanno richiamato all’impegno civile e alla militanza tanti giovani e tanti delusi dalla politica. Ma riuscirà il trapianto di questa idea dai paesi anglosassoni all’Italia della Casta?

La nascita di esperimenti come “Ti candido” mostra innanzitutto quanto la cosiddetta “antipolitica” faccia scuola. L’idea di raccogliere candidature “nuove” via web è presa di peso dal Movimento 5 stelle, come quella di proporre campagne elettorali a basso costo finanziate con piccole donazioni dai cittadini. Ma mostra anche – a giudicare dai promotori – il tentativo dei partiti (a dirla chiara: del Pd) di recuperare consensi e presa sociale scimiottando i metodi dei tanto detestati Cinquestelle. Per portare acqua al leader, però, non per insidiarne la leadership. Bernie Sanders negli Stati Uniti si è presentato come alternativo alla candidata forte del partito democratico, Hillary Clinton. I giovani di “Momentum” hanno ribaltato gli equilibri del vecchio Labour party in Gran Bretagna contribuendo in maniera determinante all’arrivo al vertice di Jeremy Corbyn.

I volonterosi giovani di “Ti candido”, per lo più stipendiati da amministrazioni pubbliche guidate dal Pd, hanno un progetto di rottura? Hanno un programma nuovo e alternativo a quello dell’establishment di partito? Hanno (o cercano) un leader che voglia davvero ribaltare il Pd e ricostruire il campo della sinistra in Italia? Il manifesto che propongono sul loro sito è pieno di idee belle e nobili e condivisibili, ma non annuncia alcuna svolta. Lancia tutt’al più il partito dei carini.

Il Fatto quotidiano, 28 marzo 2019
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