POLITICA

A Peschiera il Pd vuole querelare le notizie

A Peschiera il Pd vuole querelare le notizie

C’è un piccolo Comune alle porte di Milano che è andato al voto, come tanti, domenica scorsa. È Peschiera Borromeo, 23 mila abitanti a sud della città. Quella di Peschiera è una storia minore, se volete, ma che ci dice molto su come funziona la politica italiana e che dunque vale la pena di raccontare. Al primo turno, il Pd locale, guidato dall’ex sindaco Luca Zambon, è stato battuto da un paio di liste civiche, Peschiera Bene Comune e Peschiera Riparte, guidate da Caterina Molinari, una ragazza di 33 anni. Clamoroso. Caterina ottiene 3.628 voti, Zambon 3.066. Uno dei motivi della sconfitta del Pd è l’affare Bellaria. Era il 2007 quando il ras locale del partito nonché assessore all’urbanistica, Silvio Chiapella, vicino all’allora presidente della Provincia di Milano Filippo Penati, scodellò una bella operazione immobiliare: case, un asilo e un parco da costruire su un’area agricola a ridosso dello stabilimento Mapei, quello dell’ex presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. Il piano è in violazione della normativa urbanistica, anche perché l’area è sottoposta “a rilevanti rischi d’incidente”.

La giunta successiva, di centrodestra, blocca il piano lasciato in eredità dal Pd. Sente odore di bruciato e manda un esposto alla Procura della Repubblica. Segue inchiesta giudiziaria, che viene archiviata nel novembre 2014, ma attenzione: solo per prescrizione. Vicenda chiusa, dunque, ma non bene per i suoi protagonisti: il decreto d’archiviazione elenca i nomi e cognomi dei consiglieri comunali che hanno fatto approvare l’illegittimo piano Bellaria; e racconta di 29 milioni di euro fatti artificiosamente sparire in un’operazione estero su estero, dopo “una complessa speculazione che ha consentito alla Immobiliare Santillo di realizzare plusvalenze per un valore pari a oltre 42 milioni di euro, a seguito di operazioni su terreni acquistati come agricoli e, una volta divenuti edificabili, venduti a First Atlantic Real Estate, Sviluppo Edilizio srl, Cooperativa San Giuseppe e Cooperativa Dante”. Tutto o quasi sanato dalla prescrizione e da un provvidenziale scudo fiscale, ma comunque una brutta storia.

Intanto, nel 2014, il Pd torna alla guida della città, con sindaco quel Luca Zambon che si è ricandidato domenica scorsa. Il 2 giugno 2016, ilfattoquotidiano.it racconta la storia dell’inchiesta Bellaria e soprattutto rivela il contenuto del decreto d’archiviazione sparito. Sì, perché il giudice lo firma il 25 novembre 2014 e lo manda anche al Comune di Peschiera, tornato a guida Pd. Ma nessuno se ne accorge: il documento resta infrattato in qualche cassetto e viene protocollato in sordina oltre un anno dopo, appena prima della caduta della giunta Zambon. Come mai? Zambon, interpellato dagli autori dell’articolo del Fatto, risponde: “Non ne ho la più pallida idea, non mi occupo di questioni burocratiche, bisognerà chiedere agli uffici competenti”. A questo punto, i sostenitori delle due liste civiche per Caterina sindaco diffondono l’articolo del Fatto, per far finalmente conoscere ai loro concittadini il contenuto del documento infrattato.

Vincono le elezioni e andranno al ballottaggio con Zambon. Ma questi, con tutto il Pd locale, s’infuria e minaccia buffe e impossibili querele a chi ha raccontato i fatti o addirittura a chi li ha volantinati in città. È come denunciare per diffamazione l’edicolante. Sentite che prosa, l’esilarante volantino firmato Pd: “Il Partito democratico ha denunciato il signor Marco Righini dal momento che è stato colto in flagrante mentre distribuiva l’articolo in oggetto nella frazione di Mozzate”. Titolo: “Ora basta!”. Sì, speriamolo davvero: ora basta.

Il Fatto quotidiano, 10 giugno 2016
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