POLITICA

Il Sistema Lodi: non solo piscine, anche spese allegre

Il Sistema Lodi: non solo piscine, anche spese allegre

Il Sistema Lodi non è fatto soltanto di piscine. Non c’è solo la gara “aggiustata” che ha portato in cella e ora ai domiciliari il sindaco Simone Uggetti. Ci sono anche le “spese allegre” dei gruppi consigliari. Sì, il Comune di Lodi ha molte particolarità; tra queste, ha un sistema di finanziamento dei partiti presenti in Consiglio simile a quello delle Regioni: soldi pubblici pagati a pié di lista per rimborsare le spese dei gruppi consigliari.

Nelle Regioni, il sistema ha portato negli anni scorsi a numerose inchieste giudiziarie e a centinaia di incriminazioni per reati che vanno dalla truffa al peculato. Indimenticabili, a Milano, i rimborsi chiesti dai consiglieri regionali per locali notturni, videogiochi, ostriche, dolci, cartucce per fucili da caccia, perfino per il banchetto di nozze della figlia di un consigliere leghista.

E a Lodi? I gruppi consigliari (cioè i partiti) si portano a casa – ultima erogazione – un totale di 15.641 euro. La lista “Uggetti sindaco” si fa rimborsare, per il 2015, 5 mila euro per “pranzi con gli anziani” presso un circolo Arci e per “stampa di volantini, manifesti, cartellonistica per promuovere attività” come “pranzi per gli anziani ed evento sulla legalità”. Altri 700 euro vengono impiegati per comprare un defibrillatore da lasciare “nella piazza dell’Albarola”. Il gruppo del Pd nel 2015 si fa dare 5.972 euro, di cui 1.900 euro per l’affitto della sua sede di Lodi; 360 euro per “iniziativa pranzo anziani 2015”; 200 euro per pagare la motonave Costanza per una gita sull’Adda.

A Lodi c’è anche una lista che si chiama “Nel solco di Guerini”, che si ispira a Lorenzo Guerini, ex sindaco della città e ora vicesegretario nazionale del Pd. Si è fatta rimborsare piccole cifre, per un totale di 408 euro impiegati per “spese telefoniche” e per abbonamenti al giornale locale, Il cittadino.

La lista civica “Cominetti sindaco” (Giuliana Cominetti era il vicesindaco di Guerini, poi, con Uggetti, è passata all’opposizione) ritira 1.500 euro per pagare sede, bollette dell’energia elettrica e la “stampa di bandiere con logo dell’associazione”. La lista gemella, “Cominetti Progetto civico”, incassa altri 1.700 euro per sede, bollette, stampa delle tessere, materiale di cancelleria e “spese notaio per la costituzione dell’Associazione”. Ma la fattura per la cancelleria è curiosamente intestata alla parrocchia Santa Maria Addolorata di Lodi; e quella per 500 biglietti da visita è intestata a un soggetto privato, esterno al Consiglio comunale. Il gruppo “Primavera lodigiana” incassa 1.125 euro, senza alcun giustificativo disponibile. “Lodi solidale” 2 mila euro, in gran parte impiegati per pagare l’affitto della propria sede.

Impieghi e giustificativi appaiono invece corretti per Sel, che incassa 1.165 euro; per Forza Italia (891 euro); per la Lega, che ritira solo 180 dei 2 mila euro a cui avrebbe diritto. Gli unici a non riscuotere un soldo sono i Cinquestelle, che in consiglio hanno un solo consigliere, Luca Degano. Sono loro che hanno insistentemente chiesto all’amministrazione i documenti sulle erogazioni e i giustificativi, ottenendoli solo in parte. Quelli ottenuti si dovrebbero riferire al periodo giugno 2014-giugno 2015, ma più di un documento è fuori da quel lasso di tempo. I soldi arrivano in forza del regolamento comunale di Lodi, secondo cui ogni consigliere eletto ha diritto a 500 euro l’anno di spese, che diventano 1.000 per i capigruppo. A fine anno, i gruppi politici sono tenuti a giustificare come spendono questi soldi, ma spesso lo fanno (come il Pd) con semplici autodichiarazioni su carta intestata del partito.

L’inventore del sistema di rimborsi è Gianpaolo Colizzi, ex socialista che si considera il padre politico di Lorenzo Guerini e che ancora oggi è presidente del Consiglio comunale, in cui è entrato per “Nel solco di Guerini”. “L’abbiamo allevato noi quand’era piccolino”, dice Colizzi del vicesegretario dem, nato democristiano e diventato numero due del Pd. Colizzi, vecchio lupo della politica, si definisce così: “Sono uno che è sempre stato molto abile nelle trattative e ho sempre saputo intrufolarmi come un lombrico nelle zone d’ombra degli altri partiti… Io so tutto di tutti, la mia memoria è immensa”.

Il Fatto quotidiano, 17 maggio 2016
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