MILANO

Majorino: con me nessun amico di Formigoni. E con Sala?

Majorino: con me nessun amico di Formigoni. E con Sala? Foto Piero Cruciatti / LaPresse 19-06-2015 Milano, Italia Cronaca Laura Boldrini visita i profughi della Stazione Centrale Nella Foto: Assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino Photo Piero Cruciatti / LaPresse 19-06-2015 Milan, Italy News Laura Boldrini visita i profughi della Stazione Centrale In the Photo: Pierfrancesco Majorino

I duellanti di Milano, Francesca Balzani e Giuseppe Sala, sono entrambi virtuali. L’unica candidatura reale, per ora, è la sua: Pierfrancesco Majorino, assessore all’assistenza della giunta di Giuliano Pisapia, sinistra Pd, sostenuto da Sel. Se l’estate scorsa l’emergenza profughi siriani – con centinaia di uomini, donne e bambini che arrivavano ogni giorno alla Stazione Centrale – non ha provocato conflitti in città, gran parte del merito è suo. Ha coordinato macchina comunale e associazioni di volontariato, cattoliche e laiche, ed è riuscito ad accogliere, assistere, smistare migliaia di persone.

Ora si è buttato nell’avventura che potrebbe portarlo a diventare sindaco di Milano. È stato il primo ad annunciare la sua candidatura alle primarie del centrosinistra. Poi sono arrivati il parlamentare dem Emanuele Fiano, Roberto Caputo e Antonio Iannetta. La data, fonte di molte tensioni, è stata decisa ieri, dopo una telefonata a Pisapia del vicesegretario Pd Lorenzo Guerini: sarà il 7 febbraio, come volevano i milanesi.

Comunque lui, Majorino, 42 anni, un po’ politico e un po’ romanziere (il suo ultimo romanzo è Maledetto amore mio, Laurana, 2014), non ci sta a giocare il ruolo del terzo incomodo, tra un Sala indicato da Matteo Renzi e una Balzani sostenuta da Pisapia. “Milano ha nelle primarie una bellissima occasione di partecipazione democratica e popolare. La confusione di queste settimane è stata assurda. E ha rischiato di mortificare i cittadini lasciando spazio agli accordi di vertice. Meno male che alla fine è stata confermata, come data delle primarie, quella che la coalizione a Milano aveva già deciso. Più si aspetta, più si lascia spazio alla destra e al suo desiderio di rivincita. Fosse stato per me, lo avrei scelto addirittura entro Natale, il candidato del centrosinistra. Di certo poi non deve essere Roma a spiegarci quando andare a fare i gazebo”.

La sua proposta per la città? “Milano deve voler dire legalità, riscatto sociale, politiche per una rivoluzione ambientale (per esempio sull’uso di grandi spazi come le aree ferroviarie o quelle dismesse)”. Continuità con Pisapia? “Sarà giusto continuare il lavoro fatto dalla giunta Pisapia in termini di cultura della gestione della cosa pubblica, ma su alcuni temi (penso a casa e quartieri periferici, per esempio) dovremo essere più radicali e ambiziosi”.

È considerato il più a sinistra dei candidati: “Mi sostengono persone di tutti i tipi incontrate in questi mesi, da luglio a oggi. Mi sono candidato per primo, ho fatto la battaglia per le primarie spesso da solo e ne sono fiero. Diciamo che faccio parte di una sinistra sociale diffusa, molto trasversale”. E Sala? “Lo rispetto. Ma non ho capito che idea abbia sul futuro della città. L’ho conosciuto come city manager di Letizia Moratti quando guidavo l’opposizione. Deve sapere che la nostra idea di Milano è lontana mille miglia da quella. E poi voglio essere chiaro su di un punto: con me non ci saranno amici di Roberto Formigoni alla guida della città. Con lui?”.

In molti gli ripetono che se alle primarie parteciperanno sia lui sia Balzani regaleranno la vittoria a Sala. “Non ho capito se Francesca si candiderà. Sono interessato a un confronto con lei. Ma non mi spaventa l’idea che i candidati possano essere tre. In fondo i cittadini di centrosinistra sanno scegliere bene e a Milano lo hanno già dimostrato”.

Il Fatto quotidiano, 9 dicembre 2015
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