Terzo filone d’inchiesta: le gare su misura per le aree
“Per far quadrare i bilanci, stiamo raschiando il fondo del barile”: così il sindaco Giuseppe Sala aveva spiegato la vendita ai privati di una parte del patrimonio comunale. Ebbene, proprio la verifica dell’esistenza di gare pilotate e di bandi su misura per queste vendite è il nuovo filone della maxi-inchiesta sull’urbanistica a Milano, dopo gli abusi edilizi e dopo le ipotesi di corruzione.
A partire dalle chat e dalla documentazione sequestrata finora agli indagati, i pm Petruzzella-Filippini-Clerici-Siciliano stanno ricostruendo le anomalie nelle gare, per verificare eventuali turbative d’asta o turbate libertà del procedimento di scelta del contraente.
Ogni anno il Comune prepara un elenco di immobili da vendere, il Pavi (piano alienazione valorizzazione immobili) che viene approvato dal Consiglio comunale in sede di approvazione del bilancio del Comune. In quegli elenchi, sono finite aree vendute in gare con un solo partecipante, oppure con bandi tagliati su misura per un operatore.
Come Manfredi Catella, per un’area in zona Cimitero monumentale, su cui il ceo di Coima chiede all’assessore e ai dirigenti comunali di darsi da fare per dargli una deroga al divieto di edificare in aree sottoposte a vincolo cimiteriale. Le limitazioni per fini sociali (quote di edilizia popolare o studentati) vengono usate per sbandierare l’interesse pubblico e ottenere nuove volumetrie, aumentando i profitti degli operatori: così avviene per Coima nel progetto di via Messina 53 e in largo De Benedetti.
Sotto osservazione anche la gara internazionale C40 Reinventing Cities per la riqualificazione di piazzale Loreto. Vinta da Nhood, gruppo Auchan, rappresentata da Carlo Masseroli, già assessore all’urbanistica (di area Cl) con Letizia Moratti. “Sto pressando gli uffici per parere Loreto così che possiamo tornare da lui”, scrive all’assessore Giancarlo Tancredi il direttore generale del Comune, Christian Malangone.
Nell’ufficio di Tancredi è stato trovato un “appunto” su Loreto con quella che la Procura definisce la “strategia Masseroli”: indicazioni che suggeriscono come scrivere i provvedimenti del Comune, in modo da poterli poi impugnare al Tar, per ottenere benefici sugli oneri di urbanizzazione o maggiori volumetrie, per il valore di 2,5 milioni di euro. Un contenzioso simile davanti a Tar e Consiglio di Stato era servito a Catella per avere benefici (niente quota di edilizia sociale) sul Pirellino.
Comprato da Catella a 193 milioni di euro nel 2019, il giorno dopo il rogito (25 novembre) la Regione Lombardia approva una legge su misura che riconosce un incremento volumetrico del 25% (in un documento inviato a Catella, il presidente della Commissione paesaggio, Giuseppe Marinoni, comunicava che stava scrivendo un pezzo di legge della Regione, inserendo un parametro utile a Coima).
Alla gara di Fs Sistemi urbani per la vendita dello scalo Romana, futura sede del villaggio olimpico, nel 2020 partecipa una sola cordata: Coima-Covivio-Prada. Si ritirano gli altri sei che avevano partecipato alla fase preliminare, dopo una modifica delle regole a partita in corso.
La Procura sta verificando se le anomalie sulle gare non inizino anche prima dei bandi. L’ipotesi d’accusa è che gli sviluppatori privati individuino le aree pubbliche di loro interesse, coinvolgano architetti per la progettazione e poi le chiedano ai vertici del Comune, che allora le inseriscono nel piano delle alienazioni e nei bandi. “Evitando sovrapposizioni non coordinate”, raccomanda Catella in una chat all’assessore Tancredi. “Così si spartiscono gli affari”, annota la Procura.
Intanto sono almeno 12 i progetti immobiliari di Coima, in corso di realizzazione o da realizzare, ritenuti “abusivi” dalla Procura. Illegali, secondo i pm, i progetti Porta Nuova Gioia, il Pirellino, le torri P30 e P32, l’ex palazzo Telecom di via Pirelli 35 edificato dentro un cortile, i Portali Gioia 20 (98 e 64 metri di altezza). E ancora: la “Scheggia di vetro” di via Gioia 22 (ex Inps), la torre di 17 piani in largo De Benedetti (ex anagrafe comunale).
“Abusivi” anche i progetti sulle aree comunali messe a bando in via Cenisio 2-via Messina 50-via Messina 53. Per questa operazione, c’è anche un’accusa di corruzione a Catella, per aver assegnato incarichi all’ex componente della Commissione paesaggio, Alessandro Scandurra, che intanto approvava progetti Coima.
