SISTEMA MILANO

Architetti metropolitani, a Milano cambia l’aria

Architetti metropolitani, a Milano cambia l’aria

Cambia l’aria a Milano, almeno tra gli architetti. Alle elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine, ha ottenuto un risultato clamoroso la lista di rinnovamento, Architetti metropolitani, che ha raccolto 8.581 voti, mentre la lista di continuità, Oamiè, ne ha ottenuti 8.488. Il candidato più votato (704 preferenze) è stato Jacopo Muzio, capolista degli Architetti metropolitani. Il meccanismo elettorale assegna comunque 8 dei 15 posti nel Consiglio dell’Ordine alla lista Oamiè e 7 ad Architetti metropolitani. Alto l’astensionismo: i votanti sono stati 2.352 su circa 13 mila iscritti.

Le elezioni si sono tenute nel clima segnato dalle inchieste sull’urbanistica milanese che hanno messo sotto indagine anche molti architetti, quelli che hanno firmato progetti ritenuti abusi edilizi e quelli accusati di corruzione per aver incassato dai costruttori compensi per consulenze e progettazioni, mentre erano anche componenti della Commissione paesaggio del Comune, dunque pubblici ufficiali, che approvavano i progetti degli stessi costruttori.

L’Ordine degli architetti a Milano è stato parte del sistema di connessioni e collusioni messe a nudo dalle indagini della magistratura e ha funzionato come camera di compensazione degli affari. Il presidente uscente dell’Ordine, Federico Aldini, si era espresso a favore della Salva-Milano che mirava a condonare gli abusi e azzerare le indagini: lo aveva definito “provvedimento attesissimo e non più rinviabile”.

Ora l’aria è cambiata. Architetti metropolitani è la lista in cui fu eletto, nel 2021, Emilio Battisti, recentemente scomparso, che da solo fece opposizione dentro il Consiglio e segnalò all’Ordine e alla Procura, anche scrivendone sul Fatto, le irregolarità e le incompatibilità nella gara per la progettazione della Beic, la Biblioteca europea di Milano. “Non vogliamo rompicoglioni come lui in Commissione paesaggio”, diceva Giovanni Oggioni, l’arrestato per corruzione numero uno dell’inchiesta milanese.

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Il Fatto quotidiano, 3 ottobre 2025
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