SISTEMA MILANO

San Siro, la notte della vergogna

San Siro, la notte della vergogna

È arrivato il soccorso azzurro a salvare Giuseppe Sala e a far passare la delibera che dà il via all’operazione immobiliare San Siro. Forza Italia, che fino a qualche giorno fa aveva assicurato di votare contro, come tutto il centrodestra, ieri ha cambiato strategia e ha deciso di dare una mano al sindaco: “Facciamo una scelta per il bene di Milano”, ha dichiarato Letizia Moratti, ricomponendo così la coppia Sala-Moratti, che un tempo erano city manager e sindaca nella stessa giunta.

“In gioco c’è una visione di città, la possibilità di riqualificare un’area strategica e di garantire a Milano infrastrutture moderne e all’altezza del suo profilo internazionale”, ha spiegato Moratti. E il gruppo del suo partito in Consiglio comunale si è adeguato.

Al momento in cui il Fatto va in stampa la votazione finale non è ancora avvenuta, ma salvo sorprese i numeri sono già chiari: i favorevoli alla delibera sono 24 (Pd, lista Sala e moderati); i contrari di centrosinistra sono 8 (i verdi Carlo Monguzzi, Tommaso Gorini e Francesca Cucchiara; Enrico Fedrighini, del gruppo misto, i Pd dissidenti Alessandro Giungi, Rosario Pantaleo, Angelo Turco, e il capogruppo della lista Sala, Marco Fumagalli); i contrari del centrodestra 17. Se questi no si sommassero ai no della maggioranza, la partita finirebbe 25 no a 24 sì e la delibera sarebbe bocciata.

Ma ecco arrivare il sostegno di Forza Italia, che si asterrà o lascerà l’aula, facendo vincere i sì e salvando Sala. “Vogliamo evitare che Milano venga paralizzata”, ha aggiunto Letizia Moratti, “il nostro obiettivo è garantire sviluppo, rigenerazione urbana, sostenere l’occupazione, promuovere un rilancio urbanistico, attrarre investimenti. La cifra dell’investimento previsto rappresenta un’occasione che Milano non può permettersi di perdere”.

Si dice sì all’affare privato e no all’interesse pubblico: così rispondono i contrari alla delibera, che nei loro interventi hanno sottolineato che l’affare San Siro riguarda non tanto lo stadio, ma la “grande funzione urbana” sui terreni attorno al Meazza: grattacieli, uffici, il più grande centro commerciale urbano d’Italia, un’operazione immobiliare da oltre 1,3 miliardi, con cui i fondi americani (Redbird e Oaktree) che per ora controllano Milan e Inter si ripagano l’investimento (solo 197 milioni per il Meazza – da abbattere – e i 280 mila metri quadrati di terreni attorno: al prezzo-miracolo di 440 euro al metro quadro) e remunerano generosamente i loro investitori.

Con, oltretutto, uno sconto di 22 milioni per lavori che dovrebbero essere a carico dei privati: come il rifacimento del sottopassaggio di via Patroclo che oggi funziona benissimo, ma i club vogliono distruggere e rifare poco distante per rendere più comodo l’accesso ai loro futuri parcheggi privati.

Il verde Carlo Monguzzi tira le conseguenze politiche: “Oggi è la giornata del trionfo di Redbird e di Oaktree. La maggioranza green uscita dalle elezioni del 2021 per me non c’è più. Dopo l’orrore del Salva-Milano avevano giurato discontinuità e cambio di passo. È arrivata invece la cementificazione di San Siro. Il programma per cui i cittadini ci hanno votati nel 2021 è stato totalmente disatteso. Ora combattiamo quest’ultima battaglia, poi ciascuno risponderà alla propria coscienza”. 

Enrico Marcora (Fratelli d’Italia) ha proposto di fermare l’approvazione della delibera chiedendo di votare due “sospensive” (poi entrambe respinte). Nella prima si sosteneva che non si può votare una delibera che contiene “una palese violazione del Pgt”, perché i volumi edificatori permessi nell’operazione sono superiori a quelli previsti dal Piano. Nella seconda si segnalano asserite violazioni delle norme anticiclaggio e la presenza di “operazioni sospette”, come segnalato dal Comitato antimafia e legalità presieduto da Nando dalla Chiesa: perché non è chiara la provenienza e il controllo effettivo dei fondi finanziari Usa.

Sull’aula di Palazzo Marino aleggiano non soltanto i possibili prossimi ricorsi al Tar, ma anche le indagini della Procura e dei Corte dei conti. “Io sono preoccupato per voi”, ha ammonito l’azzurro Alessandro De Chirico, “voi stasera voterete questa delibera, ma in qualche settimana questo fascicolo si arricchirà di interventi della magistratura”. (Il Fatto quotidiano, 30 settembre 2025)


Il voto su San Siro spacca la destra e la sinistra

Nel day after di San Siro, il centrosinistra milanese si lecca le ferite. Dopo la lunga notte in cui la maggioranza che sostiene Giuseppe Sala ha faticosamente approvato in Consiglio comunale – grazie all’aiuto di Forza Italia – la delibera che avvia la vendita dello stadio ai fondi Usa che controllano Milan e Inter, i partiti fanno i conti con le loro scelte. Il centrosinistra all’inizio del secondo mandato del sindaco aveva 32 voti in Consiglio, nella notte di San Siro si è ridotto a 24.

“Sono cinico, conta il risultato”, ha risposto Sala. Dalla maggioranza esce il verde Carlo Monguzzi. Gli altri due consiglieri verdi (Tommaso Gorini e Francesca Cucchiara) e l’assessora (Elena Grandi) decideranno che cosa fare dopo un’assemblea di Europa Verde e una consultazione con i vertici nazionali di Avs, l’Alleanza verdi e sinistra. I dissidenti del Pd che hanno votato no (Alessandro Giungi, Rosario Pantaleo, Angelo Turco) resteranno nel partito in posizione critica.

“È una vittoria di Pirro”, commenta Monguzzi. “La maggioranza green non c’è più. Io con questa coalizione – Pd (senza la sinistra), Calenda-Renzi e Forza Italia – non ho niente a che fare. Nessuna discontinuità, nessun cambio di passo: a Palazzo Marino si inaugurano le maggioranze variabili. Pur di compiacere i fondi, la giunta non ha esitato a spaccare la sinistra e a calpestare la democrazia, impedendoci persino di discutere gli emendamenti, come in una dittatura. Per far felici due fondi speculativi americani verrà causato il danno ambientale più grave degli ultimi anni a Milano”.

Anche la destra si è divisa: tre consiglieri di Forza Italia non hanno votato no e sono usciti dall’aula consiliare, permettendo la vittoria del sì, come del resto aveva annunciato Letizia Moratti. Molto critica su questa scelta è la Lega – in prima fila la consigliera Silvia Sardone – che considera il comportamento dei consiglieri azzurri un “tradimento” dell’alleanza di destra e un inaccettabile soccorso a Sala.

Per chi ha comunque portato a casa il risultato comincia un periodo di fibrillazioni. Il Comitato SìMeazza e gli altri comitati cittadini stanno preparando i ricorsi al Tar (Tribunale amministrativo regionale) contro la vendita dello stadio ai club e alla Commissione europea “per aiuti di Stato”. E aspettano le mosse della Procura della Repubblica e della Corte dei conti. Con una domanda: davvero il vincolo che sarebbe scattato per il Meazza di proprietà pubblica non vale più se lo stadio diventa privato? (Il Fatto quotidiano, 1 ottobre 2025)

Il Fatto quotidiano, 30 settembre 2025 e 1 ottobre 2025
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