SISTEMA MILANO

Fact checking/Il discorso di Sala in Consiglio comunale

Fact checking/Il discorso di Sala in Consiglio comunale

Confessa prima di tutto di essersi già rivolto alla maestra (Giorgia Meloni) perché blocchi la carriera al suo alunno discolo (Enrico Marcora) colpevole di aver ripostato un fotomontaggio (per niente spiritoso) di Giuseppe Sala in divisa da galeotto.

Poi il sindaco di Milano passa ad attaccare la magistratura (ha diffuso, senza chiedergli il permesso, atti d’inchiesta per loro natura pubblici, poiché siamo un Paese in cui le indagini devono essere trasparenti). E a elencare le cose buone realizzate.

“Tutto ciò che ho fatto è sempre ed esclusivamente basato su ciò che ritengo essere l’interesse delle cittadine e dei cittadini”. Non è quello che traspare dalle sue comunicazioni con l’assessore Tancredi, con l’architetto Boeri e con i costruttori: il suo ruolo sembra più quello del mediatore d’affari con operatori privati che cercano di portare a casa il risultato.

Più in generale, ha la responsabilità – politica, se non penale – di aver lasciato gestire gli affari urbanistici da una “cricca” fuori dai binari istituzionali, coagulata attorno alla Commissione paesaggio, a cui sono stati affidati superpoteri (solo a Milano): i suoi componenti erano lottizzati tra i partiti ma nominati infine con la firma del sindaco.

“Abbiamo fatto della collaborazione tra pubblico e privato una virtù”: no, la guida dello sviluppo è stata sottratta a giunta, consiglio e uffici comunali ed è stata consegnata alla “cricca” dirigenti-progettisti-costruttori, con decisioni della Commissione paesaggio pagate – secondo la Guardia di finanza – 3,9 milioni di euro dai costruttori ai progettisti: in consulenze e incarichi: la tangente cool della nuova Milano.

Sul “Pirellino”, il grattacielo di via Pirelli venduto alla Coima di Manfredi Catella: il Consiglio di Stato non ha dato ragione integrale a Coima, bensì ha chiesto al Comune di motivare meglio la sua delibera. Il Comune poteva farlo imponendo una quota di Ers, cioè di edilizia popolare, invece ha sfornato una delibera ad Catellam che gli ha concesso di non costruire neppure un appartamento Ers.

Alla destra che lo contesta (con qualche imbarazzo: ha in urbanistica il suo stesso programma, iniziato infatti dalla sindaca Letizia Moratti) ha detto: “Attenti: oggi a me, domani a te”. Neanche Craxi.

“Stiamo governando lo sviluppo di una città che compie un processo di trasformazione comune a molte realtà, in Europa e nel mondo”. Ma Milano non ha attuato nessuna delle contromisure tentate a Barcellona, Monaco, Berlino, Copenaghen… A Monaco di Baviera gli “sviluppatori” restituiscono alla città il 30% del valore immobiliare estratto, a Milano solo l’8%: regali ai costruttori, a cui sono stati scontati almeno 2 miliardi di oneri d’urbanizzazione e monetizzazioni degli standard: quanti servizi pubblici, piscine, case popolari si sarebbero potuti realizzare con quei 2 miliardi?

“Noi del Centrosinistra abbiamo conferito un indirizzo decisamente progressista a ciascuna problematica”: se “progressista” significa ridurre le disuguaglianze, obiettivo fallito: la città è diventata un lunapark dell’immobiliare, un paradiso della rendita, che ha espulso già 400 mila persone che non ce la fanno.

“Ci fa paura la verticalizzazione di Milano?”. No, fa paura la privatizzazione delle scelte di sviluppo della città, con enormi profitti per i fondi internazionali, aumenti colossali del costo dell’abitare e peggioramento dei servizi pubblici in città (dai trasporti alle piscine).

Sala si vanta dei complimenti a Milano di Legambiente. Ma il consumo di suolo è aumentato, non diminuito: a dirlo sono i dati ufficiali di Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Milano ha il record del consumo di suolo: nel solo 2023 ha cementificato 190 mila metri quadrati, l’equivalente di 26 campi di calcio. Altro che “costruire in altezza” per non consumare suolo.

Per finire, Sala indica tanti bei progetti futuri: più case, più verde, più piscine… Ma perché finora ha fatto il contrario? Ci voleva un’inchiesta per fargli cambiare direzione?

Il Fatto quotidiano, 22 luglio 2025
To Top