SISTEMA MILANO

La storia del Pirellino e della norma “ad Catellam”

La storia del Pirellino e della norma “ad Catellam”

La nuova Mani pulite dell’urbanistica milanese è partita in sordina nel 2023, quando la pm dai capelli rossi venuta da Palermo, Marina Petruzzella, ha aperto (dopo gli esposti di alcuni cittadini) le prime indagini su singoli abusi edilizi. La seconda fase, nel novembre 2024, ha scoperto l’esistenza dei “facilitatori”, i progettisti con poteri speciali (e ottimi rapporti dentro gli uffici comunali) capaci di far accettare da Palazzo Marino i progetti immobiliari prima bocciati.

La terza fase, marzo 2025, ha cominciato a chiedere arresti e a contestare anche accuse di corruzione. Ora, luglio 2025, quella fase si completa individuando la “cricca” che ha sequestrato e privatizzato lo sviluppo urbanistico della città.

L’inchiesta condotta dai pm Maurizio Clerici e Paolo Filippini che si aggiungono a Petruzzella, coordinati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, è arrivata ai vertici del Sistema Milano: il sindaco Giuseppe Sala, il suo assessore Giancarlo Tancredi, il re dei costruttori Tancredi Catella. Con i progettisti a fare da collegamento tra Comune e costruttori: in veste di componenti della Commissione paesaggio (dunque pubblici ufficiali) dicono sì o no ai progetti; in veste di liberi professionisti incassano la riconoscenza dei costruttori che li premiano – secondo i calcoli della Guardia di finanza – con 3,9 milioni di incarichi e consulenze, le tangenti cool della nuova Milano da mangiare.

Il Pirellino è un caso emblematico di come lavora la “cricca”. È un vecchio grattacielo in via Pirelli 39, proprio sopra via Melchiorre Gioia, dove ai tempi di Salvatore Ligresti c’erano gli uffici urbanistici del Comune. Viene venduto ai privati nel 2019. Se lo aggiudica la Coima di Manfredi Catella, che lo compra (e lo paga) a uso terziario. Ma ci vuole costruire accanto un altro grattacielo, la Torre Botanica, 25 piani, progetto green(washing) di Stefano Boeri: residenze di lusso, come il vicino Bosco verticale.

Inizia una contesa tra Catella e il Comune. Commissione paesaggio, carte bollate, Tar, Consiglio di Stato. La Commissione paesaggio dà per due volte parere negativo al progetto Coima firmato da Boeri. L’archistar perde la pazienza. Comincia a fare pressioni. I magistrati scrivono di “imposizione minacciosa” esercitata da Boeri, Catella e Tancredi, che coinvolgono anche il sindaco Sala. È per questa vicenda che Sala è indagato per induzione indebita.

Alla fine, il 22 giugno 2023, il parere due volte negativo della Commissione paesaggio diventa positivo, seppur “con condizioni”. Catella vuole costruire residenze di lusso. Ma le regole dicono che una parte di ogni grosso intervento residenziale deve essere a Ers, edilizia residenziale sociale, cioè case popolari. Brutto, nella zona superlusso affacciata sui giardini di piazza Gae Aulenti.

Catella si oppone, Sala mostra di resistere. Ma poi cede, esibendo una sentenza del Consiglio di Stato che però non dava ragione a Catella, ma obbligava solo il Comune a motivare meglio i suoi argomenti. A questo punto, ecco spuntare una delibera di giunta che dà il via libera a una variante al Pgt (Piano di governo del territorio) ad personam, anzi ad Catellam: il Comune alza, solo in questo caso, al 23% il limite di trasformazione d’uso, da uffici a residenza, sopra il quale si devono proprio fare case popolari. Catella così procede senza obbligo di mettere i poveri accanto ai ricchi. Ma intanto cambia progettista: abbandona Boeri e si affida, sia per il Pirellino, sia per la (ex) Torre Botanica, allo studio newyorkese Diller Scofidio+Renfro.

Settimana prossima, il momento della verità: il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini farà l’“interrogatorio preventivo” introdotto dalla riforma Nordio e deciderà sulle sei richieste di arresto (per Catella, Tancredi, l’ex presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni, l’ex componente della Commissione Alessandro Scandurra, i due costruttori Andrea Bezzicheri e Federico Pella).

Il Fatto quotidiano, 19 luglio 2025
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