Il Comune vende le case, gli inquilini restano senza tetto

Il Comune di Milano l’ha pubblicizzata come una grande operazione con cui si riappropriava di edifici e abitazioni, da usare per fini sociali. I primi effetti reali? Famiglie e anziani espulsi dalle loro case nel quartiere di Quarto Oggiaro. L’operazione annunciata consiste nel liquidare due fondi immobiliari, Comune di Milano 1 e Comune di Milano 2, costituiti dalla giunta di Letizia Moratti, a cui nel 2008 e nel 2010 erano stati conferiti edifici di proprietà del Comune.
L’annuncio: “Riacquisiamo il patrimonio immobiliare, per un valore di 50 milioni, per sostenere i progetti del Piano Casa per dare un’abitazione a chi non se la può permettere a prezzi di mercato”. La realtà: alcune famiglie e alcuni inquilini anziani sono a rischio di perdere l’appartamento dove abitano da anni, nelle torri di via De Roberto a Quarto Oggiaro, alla periferia nord-ovest di Milano.
Il fondo Comune di Milano 1, gestito dalla banca Bnp Paribas e controllato interamente dal Comune, negli anni scorsi ha proposto agli inquilini di comprare il loro appartamento. Alcuni hanno comprato, altri non avevano le risorse economiche per farlo, dunque sono rimasti pagando l’affitto, in edifici lasciati senza manutenzione e abbandonati al loro destino. Alcuni degli appartamenti non comprati dagli affittuari sono stati venduti ad altri.
Già nel 2023, il sindacato inquilini Sicet aveva mandato una lettera al Comune lamentando il fatto che alcuni abitanti delle torri si erano visti comparire alla porta il nuovo proprietario che pretendeva di entrare nel suo alloggio. L’assessore Emmanuel Conte aveva risposto al Sicet che non c’entrava nulla con questi problemi: poiché “la proprietà del bene non è più in capo al Comune di Milano, ma al Fondo Comune di Milano 1”.
In questi giorni sono avvenute le ultime vendite, di appartamenti abitati dagli inquilini più deboli, famiglie o anziani già assistiti dalla vicina parrocchia di Santa Lucia. Questi rischiano, alla scadenza del contratto, di perdere la casa. Altri inquilini sono rimasti invece vittime di una sorte beffarda: dopo aver accettato di acquistare l’appartamento e aver versato la caparra, hanno avuto per il rogito tempi così stretti da non riuscire a far concludere alla banca a cui si erano rivolti la procedura per ottenere il mutuo. Così ora rischiano non solo di perdere la casa, ma anche la caparra già pagata. Intanto il Comune continua a vantare le virtù del suo Piano Casa.