MILANO

Se Sala vince al primo turno (povero Bernardo, poveri Cinquestelle)

Se Sala vince al primo turno (povero Bernardo, poveri Cinquestelle)

Mancano 17 giorni al voto e quasi la metà dei milanesi o non ha ancora deciso per chi votare, o ha intenzione di non andare proprio a votare, o addirittura non sa neppure che il 3 ottobre si dovrà scegliere il sindaco di Milano. Lo sostiene uno dei sondaggi che tentano di prevedere i risultati che usciranno dalle urne la notte del 4 ottobre. È quello realizzato da YouTrend per il gruppo Repubblica, che disegna uno scenario fin qui inedito: il sindaco uscente, Giuseppe Sala, sarebbe rieletto al primo turno, con il 51,4 per cento dei voti, senza bisogno di andare al ballottaggio con il candidato del centrodestra, Luca Bernardo, che resterebbe inchiodato al 37,2 per cento.

È una novità, perché altre rilevazioni davano invece il candidato di centrodestra soltanto 3-4 punti sotto Sala, in una gara dunque contendibilissima. Era un’altra situazione, quando il centrodestra tentava di affidarsi all’usato sicuro, l’ex sindaco Gabriele Albertini. Dopo molti tentennamenti e promesse di restare in campo almeno come vicesindaco, Albertini ha voluto uscire di scena e la scelta di Matteo Salvini è caduta sul pediatra con la pistola, quel Bernardo che non riesce proprio a dimostrarsi all’altezza dell’investitura, assolutamente incapace di presentarsi come la voce dell’altra Milano, quella che c’è ed è scontenta di Sala, quella che non crede più alla retorica della Milano “place to be”, affascinante per un po’, ma a lungo andare stucchevole e insopportabile.

Ma ve lo vedete Bernardo assumere il ruolo di paladino delle periferie, contro l’aumento delle disuguaglianze che continuano a crescere in città? Quanto al centro, alla Milano affluente, ai grandi affari immobiliari, c’è già Sala a rappresentarli e garantirli.

Eppure la vittoria al primo turno resta un’ipotesi non particolarmente solida. Proprio perché, a 17 giorni dal voto, gli indecisi, o addirittura i del tutto disinformati sulle elezioni, sono ancora il 47 per cento, quasi la metà del campione sondato. Certo è che se Sala fosse riconfermato senza passare dal ballottaggio, sarebbe un trionfo per lui. E sarebbe invece una bella batosta per il Movimento 5 stelle milanese, in corsa solitaria al primo turno con l’intenzione di sostenere il sindaco al secondo, in cambio di un assessorato. Salterebbe tutto il piano.

Al candidato civico e ambientalista Gabriele Mariani (sostenuto da Milano in Comune e da Civica AmbientaLista) resta tutto il peso di rappresentare da solo, e da posizioni verdi e di sinistra, l’opposizione intransigente ai progetti urbanistici e immobiliari di Sala.

A destra, invece, andrà in scena anche a Milano lo scontro tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Alle loro spalle, il vuoto di personaggi credibili e rappresentativi (a meno di voler considerare rappresentativo quel Max Bastoni impegnato a portare nella Lega i voti dei gruppi fascisti). Ma contano le facce dei due leader, il loro appeal mediatico nazionale. Il sondaggio YouTrend dà quasi per fatto a Milano il sorpasso, con Fratelli d’Italia oltre l’11 per cento, a tre punti dal 14 per cento della Lega (era al 27,4 alle ultime europee). Un brutto colpo, per Matteo, nella città dove è stato a lungo consigliere comunale (piuttosto invisibile allora). Del resto, pagherà anche la scelta del candidato Bernardo, che si sta rivelando disastrosa.

A proposito: abbiamo da comunicare una piccolissima soddisfazione. Eravamo stati querelati per diffamazione da Bernardo, quando era soltanto un pediatra, per un articolo pubblicato dal Fatto nell’aprile 2017 in cui si criticava la sua nomina a esperto Anac in materia sanitaria. Il giudice ha accolto la richiesta di archiviazione del pm, sostenendo che l’articolo esercitava in maniera corretta il diritto di critica.

Il Fatto quotidiano, 16 settembre 2021
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