MILANO

Sosta gratis. La campagna di Sala per piacere (anche) agli automobilisti

Sosta gratis. La campagna di Sala per piacere (anche) agli automobilisti

C’è una sola metropoli in Europa dove il parcheggio delle auto è gratis in tutti gli spazi, anche in quelli segnati con strisce blu, che – prima della pandemia – indicavano le aree della sosta a pagamento. Questa città è Milano. In molte metropoli europee, nei periodi di lockdown, ci sono state sospensioni della sosta a pagamento e delle aree a traffico limitato. Non a Londra che, malgrado le chiusure pesanti per il Covid, non ha mai sospeso neppure la congestion charge, la tariffa per i veicoli che entrano in città (una versione molto più ampia e cara – 15 sterline – della milanese Area C).

Oggi tutte le città hanno ripreso le Ztl e ricominciato a far pagare la sosta. Tutte, tranne Milano. Anzi no, c’è un’eccezione: la sosta è restata gratis anche a Budapest, per imposizione del premier Viktor Orban contro il volere del sindaco della capitale ungherese. A Milano, la sospensione della sosta a pagamento è stata decisa con un’ordinanza del primo cittadino Giuseppe Sala, a tutt’oggi mai revocata. Anche i non residenti possono sostare gratis dentro le strisce blu.

Contenti gli automobilisti, che possono risparmiare i soldi della sosta. Scontenti gli ambientalisti come Paolo Hutter, che per primo ha segnalato l’unicità di Milano in Italia e in Europa (in cattiva compagnia con Budapest) nella sosta gratis e ha protestato contro una misura che incentiva l’uso delle auto private in città e toglie alle casse del Comune ben 24 milioni di euro l’anno, sottratti a impieghi utili per i cittadini: “Nella prima fase dei provvedimenti anti-Covid la sosta era stata resa gratuita in più città, ma poi tutte hanno ripreso le regole normali, perché non vedevano motivo di rinunciare a uno strumento minimo di regolazione e a un introito dovuto ed essenziale. Tutte tranne una”.

Non Roma, città dal territorio estesissimo; non Torino, per tradizione città dell’auto; non, al Sud, Napoli o Palermo; non Genova né Venezia Mestre, “amministrate”, commenta Hutter, “da sindaci di quel centrodestra che cavalca le proteste contro ogni tariffa o ecotassa”. L’unica è la Milano in cui il sindaco Sala annuncia l’adesione ai Verdi europei e promette la “transizione ecologica”.

Ha protestato anche Gabriele Mariani, che si propone come candidato sindaco alternativo a Sala (per Milano in Comune e Lista Civica AmbientaLista): “Le strisce blu ancora gratis sono un danno per la città”, sostiene. “Pagare la sosta vuol dire contribuire al potenziamento del trasporto pubblico e a una maggiore sicurezza per chi lo utilizza. I 24 milioni di euro generati ogni anno dalla sosta a pagamento sono risorse che dovrebbero essere dedicate al trasporto pubblico locale: più corse, autobus ecologici, agevolazioni o gratuità per le fasce di utenza più colpite dalla crisi economica. Strano che un sindaco che si dice verde non ci pensi”.

Ma siamo in campagna elettorale, seppur ancora senza uno sfidante del centrodestra: l’ex sindaco Gabriele Albertini non ha ancora accettato l’invito a candidarsi ricevuto da Matteo Salvini, da Forza Italia e da Fratelli d’Italia. Mobilità, sosta e piste ciclabili saranno temi importanti nella sfida e il voto degli automobilisti peserà. La sosta gratis serve dunque a dare un contentino agli automobilisti, già irritati per le nuove piste ciclabili che hanno ridotto l’ampiezza di molte strade cittadine (a partire da corso Buenos Aires) e aumentato il traffico e le code. Certo è più facile incentivare l’uso delle auto private piuttosto che rafforzare i mezzi pubblici per impedire i sovraffollamenti su tram, autobus e metrò. Ma non far pagare la sosta è campagna elettorale a spese dei cittadini.

Il Fatto quotidiano, 22 aprile 2021
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