GIUSTIZIA

La “badante” di B vuole risarcire le ragazze del bunga-bunga

La “badante” di B vuole risarcire le ragazze del bunga-bunga Foto Gian Mattia D'Alberto/LaPresse 19-10-2012 Milano cronaca Silvio Berlusconi in tribunale nella foto: Silvio Berlusconi Photo Gian Mattia D'Alberto/LaPresse 19-10-2012 Milan Silvio Berlusconi in the picture: Silvio Berlusconi

Stop al processo Ruby 3, fino al 14 novembre: per dare tempo a un’imputata, la senatrice di Forza Italia Mariarosaria Rossi, fedelissima di Silvio Berlusconi, di trattare un risarcimento con le tre ragazze che si sono costituite parte civile nel procedimento. Le tre sono Imane Fadil, Chiara Danese e Ambra Battilana. Invitate alle “cene eleganti” del bunga-bunga, nel 2010, ne erano scappate a gambe levate e poi, nei processi a Silvio Berlusconi (Ruby 1) e ai tre ritenuti gli organizzatori delle feste di Arcore, Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti (Ruby 2), avevano rotto il fronte delle ragazze che partecipavano alle feste e degli altri invitati, raccontando prima ai pm, durante l’inchiesta, e poi ai giudici, durante i processi, i giochi erotici del dopo-cena. Le feste non erano proprio “eleganti”, piuttosto “un puttanaio”, secondo la definizione intercettata al telefono di un’altra delle ragazze, Melania Tumini, grande amica di Nicole Minetti.

Nel Ruby 3, Berlusconi e altri 27 imputati, tra cui Karima El Mahroug, la Ruby che ha dato il nome alla vicenda e che al tempo era minorenne, sono a vario titolo imputati di falsa testimonianza e di corruzione giudiziaria, con l’accusa di aver mentito ai giudici, spinti dalle generose donazioni dell’ex presidente del Consiglio, che distribuiva auto, appartamenti, regali, buste e, per alcune, uno stipendietto mensile: “Chi vuole avere una barca”, aveva dichiarato Silvio, “non deve chiedersi quanto gli costa l’equipaggio”. Come parti civili in questo procedimento, Fadil, Danese e Battilana chiedono di essere risarcite perché la storia del bunga-bunga “ha distrutto le loro vite”. Ecco ora entrare in scena Mariarosaria Rossi che anticipa i tempi e propone loro un pagamento risarcitorio, subito e non alla fine del processo. Con il prevedibile risultato di far loro ritirare la costituzione di parte civile.

Di quanti soldi si parla? L’avvocato di Fadil, Paolo Savesi, risponde: “Aspettiamo di vedere l’offerta”. Che non è ancora stata formulata e che potrebbe partire da alcune decine di migliaia di euro per ciascuna delle ragazze. La rinuncia a essere parte civile non farebbe comunque uscire del tutto di scena le tre, che resterebbero comunque testimoni d’accusa: ma forse meno determinate, dopo aver incassato un cospicuo assegno?

L’accordo potrebbe anche comprendere la rinuncia a interviste e dichiarazioni alla stampa, ancor più fastidiose ora che Berlusconi, incassata la “riabilitazione”, ha annunciato di voler tornare a far politica attiva e di candidarsi alle elezioni europee della prossima primavera. Proprio ieri, a fine udienza, la modella Imane Fadil ha rilasciato ai giornalisti una dichiarazione che voleva essere un consiglio a Berlusconi: “Pensi a fare il nonno, invece di candidarsi alle europee”.

Ad annunciare di voler avviare una trattativa per il risarcimento non è stato però Berlusconi, bensì Mariarosaria Rossi. Ne avrà certamente un beneficio processuale, perché chi risarcisce le parti offese ha diritto, in caso di condanna, a uno sconto di pena; cosi per Rossi, imputata di falsa testimonianza, scatterebbe un’attenuante che le farebbe avere un terzo di pena in meno.

Ma la senatrice, così vicina all’ex cavaliere da essere stata impietosamente definita “la sua badante”, agisce solo per sé? Se lo sono chiesti subito i giornalisti presenti all’udienza di ieri: “Dietro il risarcimento della senatrice c’è Berlusconi?”, hanno domandato all’avvocato Salvatore Pino, spiritoso legale della Rossi. La risposta è stata una risata e una battuta: “Ma voi giornalisti siete proprio dei cornuti”.

Il Fatto quotidiano, 25 settembre 2018
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