POLITICA

“Silvio, salvaci tu”. I cronisti del Giornale contro i tagli annunciati

“Silvio, salvaci tu”. I cronisti del Giornale contro i tagli annunciati

Caro Silvio ti scrivo: abbiamo fatto per anni un giornale che è servito a sostenere la tua politica, non puoi scaricarci adesso che questa è entrata in crisi. È il senso della lunga lettera che i cronisti del Giornale hanno inviato a Berlusconi, dopo che l’editore aveva annunciato alla redazione un piano che prevede il taglio degli stipendi del 30 per cento.

Uno sciopero mercoledì scorso 12 settembre ha impedito l’uscita in edicola, per la prima volta nella storia del giornale fondato da Indro Montanelli. “I giornalisti di questo quotidiano con una storia ricca di orgoglio e talento non sono soltanto salariati, ma un capitale umano e cultuale da non disperdere, da non buttare al macero come carta sporca. Lo rivendichiamo (…) perché rappresentiamo un mondo che a testa alta continuiamo a chiamare borghesia, che oggi più che mai vuole resistere a chi urla, a chi maledice, a chi ha fatto dell’odio una scorciatoia per il successo, a chi infama e fa stracci degli ultimi architravi della democrazia, a chi non sa nulla e fa della propria ignoranza una bandiera (…). Questa redazione, questi giornalisti non sono fantasmi del passato o merce di scarto da mettere sul bancone alimentare come qualcosa di avariato o in scadenza. No, noi siamo i veterani di mille battaglie combattute al suo fianco.

Ricevuta la lettera, un Silvio Berlusconi che i suoi descrivono stupito e commosso ha convocato ad Arcore i vertici del Giornale: l’amministratore delegato Andrea Favari e l’editore Paolo Berlusconi. Non si è presentato il direttore, Alessandro Sallusti, che ha scelto una via intermedia: né con la redazione, né col padrone. “Chiediamo di non essere trattati solo come un costo, umiliando noi e costringendoci a preoccuparci del futuro delle nostre famiglie. Noi non chiediamo privilegi, ma di vedere riconosciuto il nostro coraggio e il nostro talento. Nel giornalismo, come nella vita, uno non vale uno, ognuno ha la sua storia e non può essere sfregiata con un colpo di ramazza (…). Il piano presentato non contiene alcun germe per il futuro, il messaggio che lancia a noi e al Paese è l’inizio di una resa, proprio quando Lei si accinge a rilanciare ancora una volta la battaglia. Per questo ci appelliamo a Lei, prima ancora che all’editore, perché ci aiuti a fermare i tagli ingiusti”. Segue citazione di Dino Buzzati.

Lo stupore e la commozione di Silvio non si sono finora tramutati in atti concreti. Il piano dei tagli resta, mentre il comitato di redazione aspetta di essere convocato per discutere anche dei supercompensi di alcuni collaboratori, amici o ex parlamentari di Forza Italia. Tra questi Vittorio Sgarbi, che oltre al fisso mensile per la sua rubrica riceve anche un compenso per i pezzi che scrive. Al Cdr non dispiacerebbe vedere il borderò e i conti del giornale, per verificare che non siano caricati costi sproporzionati al lavoro, o che poco hanno a che fare con il lavoro giornalistico. Chissà se anche i 4 milioni pagati per raccogliere dossier su Ilda Boccassini e altri “nemici” di Silvio sono stati spremuti dal Giornale.

Il Fatto quotidiano, 15 settembre 2018
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