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E ora che cosa farà il governo del Tecnopolo voluto da Renzi?

E ora che cosa farà il governo del Tecnopolo voluto da Renzi?

La domanda che tutti a Milano hanno paura di fare ad alta voce è: il nuovo governo continuerà a finanziare Human Technopole, considerato un progetto ultrarenziano? Oppure l’alleanza Cinquestelle-Lega chiuderà il rubinetto da cui dovrebbero sgorgare 150 milioni di euro all’anno per dieci anni, per un totale di 1 miliardo e mezzo? Human Technopole (Ht) è stato presentato da Matteo Renzi in persona, nell’autunno 2015, come l’idea in grado di riempire il buco nero di Expo: chiusa l’esposizione universale, non si sapeva come utilizzare l’area su cui si era svolta.

Area preziosa, visto che era stata pagata a caro prezzo ai privati (per la prima volta nella storie degli Expo) e poi vi era stato investito oltre 1 miliardo di soldi pubblici. Ecco l’ideona renziana: farci su un supercentro di ricerca sul genoma, un fighissimo istituto multidisciplinare dedicato alle scienze della vita. Questo centro (30 mila mq), insieme alle facoltà scientifiche dell’università Statale che dovrebbero essere trasferite da Città studi (150 mila mq), occuperà una parte dell’area Expo, circa un quarto, e costituirà la parte pubblica del progetto che ora è stato chiamato Mind (Milano Innovation District).

Human Technopole e Statale saranno pagati con soldi pubblici, ma saranno il favo di miele in grado di attirare – almeno secondo le speranza degli ideatori del piano – tanti orsi golosi, cioè decine di investitori privati, soprattutto aziende hi-tech e farmaceutiche, che correranno entusiasti a occupare il resto dei terreni, portando tanti soldi per ripagare almeno in parte gli investimenti pubblici fatti per Expo (in totale oltre 2 miliardi di euro) e dare vita a un grande parco scientifico e tecnologico: Mind, appunto, che sarà costruito con la regia di Lendlease, la società privata australiana che ha vinto la gara per “sviluppare” l’area e che la gestirà per 99 anni, insieme alla società pubblica Arexpo (governo, Regione, Comune di Milano).

“I soldi ci sono. Sono stati già stanziati”, rassicura il presidente di Human Technopole, Marco Simoni. I primi fondi sono già stati decisi dal governo Renzi ed erogati dal governo Gentiloni e continueranno ad affluire in modo automatico nei prossimi dieci anni. Ma siamo proprio sicuri? Non c’è nulla di automatico, in Italia, e non si può dire gatto finché non ce l’hai nel sacco.

I Cinquestelle “di lotta” sono stati assai critici nei confronti dei progetti Expo e post-Expo e assai contrari al trasferimento dell’università da Città studi. I Cinquestelle “di governo” saranno più malleabili? A leggere la carte dell’inchiesta romana sullo stadio, si scopre che il Mr.Wolfe del M5s, Luca Lanzalone, girava i palazzi del potere dicendo: “Dovete concordare con me i nomi”, anche quelli di Human Technopole. Ma non sappiamo se fossero solo tentativi dell’allampanato avvocato che tendeva un po’ ad allargarsi. Di certo Lanzalone non ha scelto il direttore scientifico, il professor Iain Mattaj, selezionato con un concorso internazionale.

La Lega è più coinvolta nel progetto, visto che l’amministratore delegato di Arexpo, Giuseppe Bonomi, è di area leghista ed era addirittura in predicato di diventare ministro del governo Conte. È stato finora il regista dell’operazione sull’area Expo e non sarà certo lui a frenare gli stanziamenti che, indebolendo Human Technopole, potrebbero bloccare l’intera operazione. Gli uffici bianchissimi di Ht dentro Palazzo Italia, all’ombra del sopravvissuto Albero della vita, cominciano a essere abitati dai primi dipendenti e ricercatori della Fondazione. Tra un anno saranno 300, a regime, nel 2024, saranno oltre 1.300. A meno che… il rubinetto si chiuda.

Il Fatto quotidiano, 22 giugno 2018
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