POLITICA

#hosceltomilano. “Mor ci ha usato per farsi candidare nel Pd”

#hosceltomilano. “Mor ci ha usato per farsi candidare nel Pd”

Molti di quelli che lo hanno sostenuto ora sono inferociti. “Abbiamo messo la nostra faccia perché credevamo di fare un omaggio a Milano. Invece abbiamo fatto campagna per Mattia Mor, che ci ha usati per essere candidato da Matteo Renzi nel Pd”. Mor si presenta come imprenditore, ma è più noto per essere stato “tronista” di Uomini e donne e poi “recluso” nella casa del Grande Fratello. Nei mesi scorsi ha inventato la campagna #HoSceltoMilano: ha convinto 130 personaggi a mettere la loro faccia sui manifesti e in brevi video per raccontare la città. Dal sindaco Giuseppe Sala a Carlo Cracco, da Santo Versace a Mara Maionchi, da don Virginio Colmegna a Peter Gomez, da Javier Zanetti a Francesco Micheli, da Nico Colonna a Selvaggia Lucarelli, da Manfredi Catella a Gino e Michele. Credevano tutti di contribuire (gratis) all’immagine di Milano, ma stavano facendo pubblicità al “brand” Mattia Mor.

Lo hanno capito nei giorni scorsi, quando, a sorpresa, il suo nome è spuntato nelle liste dei candidati del Pd a Milano. Non c’era stato spazio, in quelle liste, per Fabio Pizzul e Ada Lucia De Cesaris; Maurizio Martina e Franco Mirabelli hanno dovuto ritirarsi dai loro collegi; e perfino Lia Quartapelle, renzianissma giovane promessa della politica milanese, è stata recuperata solo in extremis a furor di popolo. Per Mor, invece, Renzi il posto lo ha trovato.

Tempismo perfetto: la campagna, autofinanziata da Mor, è iniziata l’estate scorsa; in autunno sono comparsi i grandi manifesti di #HoSceltoMilano e i video messi in rete e anche in onda nei grandi schermi cittadini di piazza Gae Aulenti e di piazza Cadorna. Tutto gratis, grazie al Comune di Milano che ha offerto gli spazi. Ma ora che il gioco è stato scoperto, molti testimonial sono fuori dalla grazia di Dio. Alcuni, come il sindaco Sala o l’architetto Stefano Boeri, solo scocciati (“Poteva dircelo a che cosa puntava”). Altri infuriati, come Francesco Facchinetti, che non ha proprio simpatie per il Pd e si è trovato suo malgrado coinvolto in un’operazione politica.

“È stato scorretto”, sbotta Moni Ovadia, “diciamo che è inelegante venire a chiedere giudizi positivi sulla città e poi farsi trovare un posto in lista. E che non lo sapesse è davvero poco credibile”. Linus misura le parole: “Io ormai non m’arrabbio più perché ho i capelli bianchi e ne ho viste tante. Ma diciamo che sono rimasto un po’ sorpreso: non mi era stato detto che la nostra iniziativa su Milano avrebbe avuto come conseguenza una candidatura politica. Voglio pensare che sia stato casuale, ma…”. Nicola Porro aggiunge: “Io sono un romano che si trova bene a Milano. Mi ha fatto piacere dirlo. Ora non so che pensare, non ho certo simpatie per quel partito… Guarda, lascia stare…”.

Lui, Mattia Mor, intanto porta a casa il risultato e continua la sua campagna elettorale. Genovese, 37 anni, ha tre amori: i primi due sono la tv e il marketing. Il primo lo dispiega arruolandosi nei boys di Simona Ventura per Quelli che il calcio, poi facendo il “corteggiatore” da Maria De Filippi e infine entrando nella casa del Grande Fratello 10, con breve relazione con Diletta. “Le partecipazioni televisive erano un modo per poter fare marketing del mio brand”, spiega. Il secondo amore lo brucia in un’avventura imprenditoriale: fonda Blomor, marchio che tenta di vendere magliette all’estero, ma fallisce.

Niente paura: nel 2015, racconta, “ho fatto un cambio di vita radicale, sono andato a Singapore dove ho lavorato come senior vice president per Lazada, e-commerce, acquistato nel 2016 dal Gruppo Alibaba. Ho deciso poi di rientrare per amore del mio Paese, diventando executive director per l’Europa di Mei.com, store online del gruppo Alibaba che vende sul mercato cinese”. La sua terza passione è la politica. In Cina non l’hanno mai visto, ma in compenso l’hanno visto alla Leopolda, dove ha fatto innamorare Matteo Renzi, di cui è diventato un pasdaran che gira i salotti televisivi. Ora Mor #HaSceltoMilano, lista Pd, collegio 3.

Un articolo che racconta il crac da 2,2 milioni di Mattia Mor:
mor_laverità

Il Fatto quotidiano, 31 gennaio 2018
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