POTERI

Torino, fuoco amico (sotto la neve) per il manager rosso

Torino, fuoco amico (sotto la neve) per il manager rosso

Dopo la neve che nei giorni scorsi ha bloccato il nord Italia, la notizia non è tanto quella dei ritardi nelle partenze e dei disagi per i passeggeri all’aeroporto di Torino Caselle, quanto il fatto che a protestare per i ritardi e i disagi è Stefano Esposito, senatore torinese del Pd, che chiede nientemeno che il licenziamento “di chi dirige l’aeroporto”: cioè dell’amministratore delegato di Sagat Roberto Barbieri, da sempre molto vicino a Piero Fassino e a Sergio Chiamparino. Esposito non è conosciuto per la sua leggerezza di toni. E infatti anche questa volta ci è andato giù deciso: “L’aeroporto di Torino dispone di un solo mezzo per sghiacciare le ali. Il risultato è che il 12 dicembre il ritardo medio dei voli è stato di 2 ore. Una vergogna per una città olimpica, dove si sono svolti i Giochi invernali, che fa da sempre della neve un punto di forza”. Conclusione lapidaria: “Chi dirige questo aereoporto andrebbe licenziato”.

Che cosa è successo a Caselle? La mattina del 12 dicembre sono partiti in forte ritardo i voli per Roma, ma anche quelli per Napoli, Amsterdam e Monaco di Baviera. La Sagat, la società che gestisce lo scalo, ha spiegato che “la pista è sempre stata perfettamente agibile” e che i ritardi sono tutta colpa di Avia Partner, l’azienda (esterna) di servizi aeroportuali a cui Alitalia e Klm hanno affidato il “de-icing”, cioè lo sghiacciamento delle ali. “Nessun problema”, secondo Sagat, “hanno avuto le altre compagnie”, i cui aerei sono preparati invece da Sagat Handling, impresa di servizi controllata da Sagat, che conclude annunciando di voler “tutelare in tutte le sedi il nome e l’immagine della società, lesi da chi non conosce le regole di funzionamento di un aeroporto”.

Eppure Esposito ribadisce le sue proteste: “Tutti gli aerei, di tutte le compagnie, erano in coda e sono partiti in ritardo. Sono intervenuto anche nell’aula del Senato, per chiedere al ministro dei trasporti Graziano Delrio come si può tollerare una situazione come quella di una città del nord come Torino, in cui la temperatura va spesso sotto zero, che non riesce a far partire i suoi aerei. Ai passeggeri non importa se è colpa di una società o di un’altra, la responsabilità è comunque di chi gestisce l’aeroporto”. Dunque, sembra dire Esposito, proprio di Roberto Barbieri, amministratore delegato di Sagat, controllata dal fondo F2i (al 75%), ma che ha tra i soci il Comune di Torino (al 10% attraverso Fct Holding), la Città metropolitana di Torino (al 5%) e le Camere di commercio (al 6,7% attraverso Tecno Holding).

Napoletano, laurea in economia e commercio, Barbieri ha a lungo fatto il surf tra la politica e l’impresa. Entra alla Camera dei deputati nel 1996, eletto nelle liste del Pds. Fa il bis nella legislatura successiva, targato Ulivo, vincendo il collegio maggioritario di Napoli-Ponticelli. Di nuovo eletto nel 2006, ma al Senato, nella lista dei Democratici di sinistra. L’anno dopo, rompe con l’Ulivo, aderisce al Partito socialista e passa al gruppo misto. Ma resta strettamente legato agli uomini forti dell’ex Pci torinese, Piero Fassino e Sergio Chiamparino. Tanto legato che nel 2010 è proprio il sindaco Chiamparino a chiamarlo al vertice della Gtt, la società municipale che gestisce i trasporti. Confermato fino al 2013 da Fassino, che succede a Chiamparino.

Barbieri fa l’amministratore delegato: non proprio in maniera brillante, a giudicare dai risultati che ancora oggi pesano sul Comune, azionista unico di Gtt. Ultimo bilancio approvato quello del 2015, sospesi quelli del 2016 e 2017, l’azienda dei trasporti ha accumulato negli anni oltre 500 milioni di debito e ha evidenziato un fabbisogno di cassa di almeno 110 milioni. Una voragine che ha rischiato di far precipitare in un buco nero il Comune oggi amministrato dalla sindaca Cinquestelle Chiara Appendino; e che ha costretto a fare i salti mortali, per trovare i soldi, il suo assessore al bilancio Sergio Rolando. Ma la gestione della Gtt di Barbieri qualche pregio doveva averlo, però, se alla fine è stato premiato con la poltrona da cui guida l’aeroporto di Torino.

Il Fatto quotidiano, 14 dicembre 2017
To Top